Anche l’Europa tra i reati d’odio e la libertà d’opinione

Anche l’Europa tra i reati d’odio e la libertà d’opinione

C’è un grande equivoco che il Ddl Zan ha finito per provocare in merito all’allargamento della sfera che comprende i cosiddetti reati d’odio e l’aggravamento delle pene previste per chi li commette e incita alla violenza. Che la cosa riguardi il sesso, gli stili di vita, il credo religioso e l’etnia poco conta.

Questo equivoco può essere sgombrato o, invece, addirittura aggravato dagli interventi in materia che sono annunciati da parte dell’Unione europea.

Il rispetto della Persona e di tutte le persone, la difesa della loro dignità e delle loro libertà, il riconoscimento pieno e universale dei loro diritti restano al di sopra di tutto e al di là di ogni considerazione. Non è un caso se ieri, certo in un silenzio un po’ generale,  è caduto l’anniversario della solenne firma della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, avvenuta a Parigi il 10 dicembre 1948.

L’equivoco sul tema è originato dal fatto che, in effetti, così come nel caso di altri interventi di legge, i principi sono già ben definiti, consolidati  e condivisi da una larga parte della pubblica opinione e dai partiti e rappresentati politici da essa espressi. Semmai, manca la capacità di mettere in atto tutti quei provvedimenti atti a prevenire il compimento anche di questo tipo di reato e avviare una seria e continua opera di educazione che riguardi la scuola, sì, ma anche la pubblica opinione più in generale e la struttura dello Stato nel suo complessa, spesso inadeguata ad intervenire con coerenza e continuità nel contrasto e nella repressione della violazione dei diritti di tutti.

Questo non significa però che l’eventuale estensione di quelli che sono considerati reati d’odio, e l’aggravamento delle pene, possano essere confusi con la lesione di altri fondamentali diritti come quelli di opinione e della libertà d’espressione del proprio pensiero, oltre che delle proprie visioni morali ed antropologiche. Un rischio in cui sono finiti per cadere i sostenitori del provvedimento Zan che, non a caso, si è dimostrato divisivo.

Adesso giunge notizia che la Commissione europea ha preparato una bozza di proposta in materia suscitando l’allarme tra quanti ritengono che s’intenda introdurre a livello di Unione un analogo Ddl Zan. Del resto, la diffidenza è giustificata dopo che essere reduci dalla incredibile e surreale presentazione di un catalogo del linguaggio da adottare in sede interna all’Unione che prevedeva addirittura l’evitare l’uso di parole come il Natale.

Noi, in ogni caso, stiamo alle dichiarazioni rilasciate dalla Presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, del luglio scorso allorquando precisò “che i trattati europei sono estremamente chiari e proteggono la dignità di ogni essere umano e proteggono la libertà di espressione”.

Cassandra M. Verticchio