Italia l’urlo della vittoria – di Giuseppe Careri

Italia l’urlo della vittoria – di Giuseppe Careri

L’Italia campione d’Europa dopo 53 anni. Nell’infuocata arena di Wembley ha vinto contro la squadra inglese per 4 a 3 dopo i calci di rigore.

Al loro rientro in Italia, i calciatori e il tennista Berrettini sono stati festeggiati dai tifosi lungo le strade del centro di Roma per essere poi ricevuti dal Presidente della Repubblica Mattarella. “Questa vittoria è la dimostrazione che quando si crede fermamente in ciò che si fa, è possibile inseguire un sogno apparentemente irrealizzabile.

Dopo le parole di encomio rivolte ai calciatori, il Presidente ha ricevuto la maglia azzurra con il numero 10. Maglia che è stata consegnata, dopo un altro bagno di folla per le vie di Roma, al Presidente del Consiglio Mario Draghi che ha aspettato gli azzurri in modo informale fuori Palazzo Chigi. “Ci avete fatto emozionare, commuovere, gioire, abbracciare. Io sono sempre stato orgoglioso di essere italiano. Quello di cui ci avete reso orgogliosi è di essere uniti in queste celebrazioni in nome dell’Italia”.

La finale a Wembley con l’Inghilterra è iniziata con l’inno nazionale italiano fischiato dai 60 mila tifosi inglesi; i giocatori della nazionale sapevano già che sarebbe stata una battaglia dei nervi, anche se nella scelta del campo il fare amichevole di Capitan Chiellini con il bomber inglese Kane non stemperava la tensione dei tifosi.

Già all’esterno dello stadio, infatti, ci sono stati incidenti dei tifosi inglesi con le  forze di polizia per entrare allo stadio senza il requisito del green pass e molti anche senza il biglietto d’ingresso.

In tribuna il Nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, fornito di mascherina e cravatta blu in onore ai colori della nazionale, è accompagnato dalla ex schermitrice e Sottosegretario allo Sport Valentina Vezzali.

Dopo solo due minuti dal calcio d’inizio l’Inghilterra passa in vantaggio con un tiro al volo del terzino inglese shaw che sorprende il portierone italiano. Gelo tra i giocatori e i milioni di telespettatori italiani che assistono alla partita di calcio. Momento di paura tra i nostri giocatori e tutto lo staff tecnico, dal Commissario Mancini, a Vialli, Oriali e tutti i giocatori in panchina.

La scalata alla montagna della finale, meglio dire l’Everest, inizia con Mancini che chiama i giocatori, si raccomanda di stare calmi, di giocare come sanno fare, di applicare il nostro modulo ormai collaudato nelle precedenti partite.

Ma la prima mezz’ora di gioco non fa ben sperare. L’Inghilterra, sostenuta a gran voce dai suoi tifosi sembra poter dominare la partita. In realtà si erano solo illusi.

Nell’intervallo Mancini da la carica ai suoi ragazzi, li manda in campo con la convinzione di potercela fare. Fa i primi cambi, toglie Immobile e Veratti, non al top della condizione fisica. Entrano Locatelli e Berardi, il finto centravanti. Con il nuovo modulo di gioco italiano, gli inglesi girano a vuoto, il suo pubblico pian piano ammutolisce, capisce la difficoltà di Kane e di Sterling che continua a buttarsi a ogni contrasto per ottenere una punizione, un rigore, un giallo degli avversari.

L’Italia domina ormai la partita. Inizia il tiki taka di memoria olandese, il calcio totale ora praticato dalla nostra nazionale che disorienta gli inglesi e rende muti i 60 mila tifosi inglesi sugli spalti. Al contrario I tifosi italiani incitano a gran voce la squadra.

In Italia milioni di persone sperano in un miracolo che arriva con un colpo di testa del piccolo Verratti che supera i giganti inglesi e colpisce il palo; irrompe come un felino Bonucci e infila nella porta della squadra inglese. 1 a 1 e palla al centro. Entusiasmo dei giocatori e di tutto lo staff tecnico. Delirio in Italia.

Iniziano i cambi nella squadra inglese e nella nostra nazionale. Entra nell’Inghilterra un fuoriclasse come Grealish, e poi dei giovanissimi talenti, Sancho e Saka il 19nne che sbaglierà il rigore decisivo. L’Italia dopo Cristante farà entrare anche Belotti nel suo ruolo di centravanti.

L’Italia domina il secondo tempo della partita, sembra sul punto di segnare il gol di vantaggio; finisce però 1 a 1 dopo i primi 90’. Poi la sofferenza dei supplementari. In mezzo al campo si forma il circolo magico azzurro, con Mancini al centro che spiega la strategia da tenere per battere finalmente sul campo gli inglesi.

Gli ultimi ingressi italiani danno l’adrenalina al resto della squadra. La partita è più equilibrata, e il risultato nei supplementari  si ferma sull’1 a 1. Si va ai rigori.

Chiellini e Kane scelgono il campo. I rigori si tireranno dalla parte della curva inglese occupata dai tifosi scatenati della squadra di Kane. I due capitani si abbracciano. Inizia Berardi: tiro, gol. Seguono poi Belotti e Jorginho che sbagliano. Ma gli inglesi hanno di fronte un grande Donnarumma, il nostro portiere che para ben due rigori degli inglesi mentre il terzo è calciato fuori.

Non sbaglia, invece, Bonucci che calcia con sicurezza il gol della vittoria. Boato degli italiani sugli spalti, i giocatori, lo staff tecnico, tutti impazziti dalla gioia, piangono, ridono,si abbracciano, fanno gruppo, sono felici. E’ fatta!

Il contraltare sono gli inglesi stupiti dalla sconfitta mai presa in considerazione. L’epilogo della partita vede la squadra inglese abbandonare il campo dopo la premiazione. Si tolgono la medaglia dal collo con un gesto veramente anti sportivo. Pensare che in campo sono stati corretti a parte le “moine” di Sterling. Qualche giocatore italiano taglia per ricordo la rete della porta dove hanno vinto l’Europeo ai calci di rigore.

Grande festa in Italia, con cortei, strombazzate, urla di gioia, bandiere al vento per le strade del centro di Roma abbracciati da migliaia di tifosi italiani, prima di essere accolti al Quirinale da Mattarella e a Palazzo Chigi da Draghi.

Dopo 53 anni l’Italia riconquista dunque il titolo Europeo, riscatta così l’esclusione dal mondiale di calcio di tre anni fa. Merito dei ragazzi, del gruppo, dei giovani, ma soprattutto di Mancini che ci ha creduto fino in fondo.

Grazie ragazzi per una gioia che non provavamo ormai da quasi due anni di pandemia. La notte di Wembley, notte magica per l’Italia.

Giuseppe Careri