Incarico a Mario Draghi – di Giuseppe Careri

Incarico a Mario Draghi – di Giuseppe Careri

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha incaricato il Prof. Mario Draghi di formare il nuovo Governo. Come prassi, il Presidente incaricato ha accettato con riserva. Forse oggi inizieranno le consultazioni dei Partiti e dei Gruppi Parlamentari.

La scelta di Mario Draghi come Presidente incaricato segue il fallimento delle trattative del precedente governo Giallo Rosso che non è riuscito a trovare un accordo per formare il governo a causa dei continui veti reciproci.

Dopo la rinuncia di Roberto Fico a trovare una convergenza tra i partiti dell’ex maggioranza, Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha preso atto della situazione e in una drammatica conferenza stampa ha dichiarato: “Ci troviamo nel pieno della pandemia, il contagio del virus è diffuso e allarmante. Avverto pertanto il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna formula politica.

Ieri pomeriggio, subito dopo il colloquio con Mattarella, il Presidente incaricato Mario Draghi ha dichiarato ai giornalisti: “È un momento difficile, ma possiamo fare molto; mi rivolgerò al Parlamento, espressione della volontà popolare, fiducioso che dal confronto con i partiti e il dialogo con le parti sociali emerga unità per dare una risposta positiva al mandato del Presidente della Repubblica”.

La prospettiva di un Governo guidato dall’ex Presidente della Banca Centrale Europea ha consentito intanto un balzo in avanti a Piazza Affare del 2,5%, mentre lo spread è precipitato quasi a livello 100.

Il conferimento dell’incarico a Mario Draghi, una delle personalità più conosciute e apprezzate a livello internazionale, ha messo in subbuglio tutto il mondo politico, in particolare i partiti dell’ex maggioranza ancora frastornati dal loro fallimento a formare un nuovo Governo. Con una certa schizofrenia sono iniziati quindi i commenti e il posizionamento dei partiti nei confronti del “nuovo arrivato”. In particolare la posizione del Movimento 5 Stelle da subito contrario a votare a favore di Mario Draghi, come ha inizialmente dichiarato il reggente Crimi.

Ad appoggiarlo Alessandro Di Battista, che in un post molto duro ha scritto: Questa manovra è stata pensata ad hoc per indebolire il Movimento e plasmare il Recovery ad immagine e somiglianza di Confindustria. Non cedete. Dovranno farcela con le loro forze, non con il nostro avallo. Qualsiasi sostegno (diretto, indiretto o mascherato) ad un governo Draghi diventerebbe un NO Conte Presidente del Consiglio e Sì a Renzi. Ovvero a colui che ha creato tutto questo. È inaccettabile.

Possibilista, invece, il Partito Democratico di Zingaretti che tenta di mantenere intatta l’alleanza con i 5 Stelle e  con il partito di Speranza. Zingaretti scrive: “Con l’incarico a Mario Draghi si apre una fase nuova che può portare il Paese fuori dall’incertezza creata da una crisi irresponsabile e assurda. Siamo pronti a contribuire con le nostre idee a questa sfida”.

Voto a favore naturalmente di Italia Viva di Matteo Renzi, di più Europa di Emma Bonino, di Azione di Calenda e di altre formazioni minori. Incerto il comportamento del Centrodestra; c’è un ipotesi di votare l’astensione; ancora sono in alto mare.

Quello che meraviglia e sconcerta i cittadini di questa drammatica situazione assediati dalla pandemia, dalla crisi economica e dalla crisi sociale, è il modo dei partiti di affrontare la crisi di Governo come se si trattasse di un evento normale in un periodo normale. C’è, insomma, la sensazione che i partiti non abbiano capito la gravità della situazione, che abbiano dimenticato la pandemia, i morti, la crisi economica con centinaia di migliaia di posti di lavoro messi in cassa integrazione o licenziati. Sembra quasi che abbiano il risentimento di non essere riusciti a cucire un governo per cause esterne e non, invece, per la loro incapacità di trovare una formula politica e non personale per trovare una soluzione.

L’incarico a Draghi rappresenta l’ultima spiaggia per evitare il crollo del nostro paese. Ci sono in ballo 209 miliardi del Recovery Fund da investire fino al 2027 e Mario Draghi rappresenta il meglio che abbiamo in tema di economia.

Non è possibile la strategia politica, gli accordi sotto banco. La posta in gioco è troppo alta per lasciarla alle beghe personali o all’attaccamento alla poltrona. I cittadini sono esausti, stanchi, impauriti, sono come un pagliaio che rischia di bruciare solo all’avvicinarsi di un fiammifero acceso.

Se salta anche quest’ultima iniziativa di Mattarella c’è veramente il pericolo che arrivino i famosi “forconi” con l’intenzione di assediare il “Palazzo” e i protagonisti del No colpevoli di una tragedia annunciata.

Giuseppe Careri