Mandato esplorativo a Fico – di Giuseppe Careri

Mandato esplorativo a Fico – di Giuseppe Careri

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito al Presidente della Camera, Roberto Fico, un mandato esplorativo per verificare in soli tre giorni la possibilità di formare un nuovo governo con le forze di maggioranza del precedente Governo. A sorpresa, subito dopo aver ricevuto i partiti del Centrodestra e del Movimento 5 Stelle, il Presidente della Repubblica si è presentato davanti ai microfoni per una breve dichiarazione ai giornalisti:  L’Italia, come tutti i paesi di ogni parte del mondo sta affrontando nuove e pericolose offensive della pandemia. A questa emergenza si aggiungono una pesante crisi sociale e pesanti conseguenze per la nostra economia. Le tre emergenze, sanitaria, sociale, economica, richiedono immediati provvedimenti di Governo. E’ doveroso quindi dar vita, presto, a un governo di un adeguato sostegno parlamentare”.

In 22 minuti dalla dichiarazione del Capo dello Stato è arrivato al Quirinale Roberto Fico che ha ringraziato Mattarella per la fiducia accordategli. Da questa breve introduzione sembrerebbe che tutto l’iter per formare il nuovo Governo si sia svolto senza contraccolpi.

In realtà sono state giornate convulse con i gruppi parlamentari costretti a continue riunioni per sottolineare la loro linea politica con interviste e dichiarazioni a giornalisti e stazioni televisive.

Ribadita dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle l’impossibilità di trattare nuovamente con Renzi ritenuto fino alla tarda mattinata di ieri inaffidabile. Ma in politica spesso accade che le situazioni cambino repentinamente. A sostenere la tesi di non coinvolgere Renzi e Italia Viva nella nuova maggioranza sono scesi in campo anche Barbara Lezzi, ex Ministra del Mezzogiorno, e Alessandro Di Battista, il Dibba, entrambi contrari a un nuovo coinvolgimento di Italia Viva nel Governo giallo osso. Nel pomeriggio di ieri accade però qualcosa dopo l’Incontro di Vito Crimi con il Presidente Mattarella. Nella Conferenza Stampa il capo del Movimento 5 stelle dichiara ai giornalisti di essere: “disponibile al nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte che includa anche Italia Viva”.

E’ una sorpresa per tutti. Immediata la reazione di Alessandro Di Battista che in una intervista infuocata dichiara: “Prendo atto che oggi la linea è cambiata. Io non ho cambiato opinione. Tornare a sedersi con Renzi significa commettere un grande errore politico e direi storico. Significa rimettersi nelle mani di un “accoltellatore” professionista che, sentendosi addirittura più potente di prima, aumenterà il numero di coltellate.

La pesante affermazione di Alessandro Di Battista non modifica la linea decisa dal Movimento 5 Stelle ed anche dal Partito Democratico e da Leu. Non tiene conto, peraltro, delle variabili politiche ondivaghe, con dichiarazioni smentite un minuto più tardi. E’ successo anche in questa legislatura. Un parlamentare di Forza Italia Luigi Vitali, decide di passare con il gruppo europeista che si sta formando al Senato. E’ tutto deciso. Nella notte riceve una telefonata di Berlusconi e poi un’altra di Salvini che lo “consigliano” di ritornare all’ovile. Vitali fa dietro front e il gruppo dei “responsabili non supera così il numero 10 di aderenti. Ma guardando più in là ci si accorge che in una legislatura, secondo uno studio accurato del Sole 24 ore, in 57 mesi i cambi di casacca sono stati la cifra record di 566. Alcuni senatori hanno cambiato gruppo parlamentare nove volte nella stessa legislatura. Solo nel 2020, anche in piena pandemia, i cambi di gruppo parlamentare sono stati 57.

Ci sono poi le dichiarazioni di principio di molti parlamentari che per una serie di ragioni sono stati poi costretti a cambiare parere. E successo all’attuale Ministro degli Esteri Di Maio che a luglio 2019 dichiara: “Io con il partito di Bibbiano non voglio averci nulla a che fare. Con il partito che in Romagna toglieva alle famiglie i bambini  con l’elettroshok per venderli”.

Prima del governo giallo rosso anche Zingaretti scivola su una dichiarazione in quel momento sincera: “Io, e lo dico davanti a tutti: mi sono perfino stancato di dire che non intendo favorire nessuna alleanza o accordo con i 5 stelle, li ho sconfitti due volte e non governo con loro”.

A dicembre 2016 prima della consultazione sul Referendum, bocciato poi dai cittadini, Matteo Renzi dichiara: “Facendo un gesto di coraggio e anche di dignità, se perdo il referendum non è soltanto che vado a casa, ma smetto di fare politica”.

Dopo questa dichiarazione Matteo Renzi continua a fare politica, e Partito Democratico e Movimento 5 stelle hanno fatto nascere il Governo giallo rosso. Ma quello che sconcerta è, soprattutto, il poco rispetto che si ha per i cittadini, per tutti coloro che vogliono sapere, capire, partecipare alla vita politica del paese. Rispetto per la politica alta che spesso si disperde nei personalismi di tanti politici interessati soprattutto alla loro poltrona dorata e non al bene dei cittadini, soprattutto nei momenti di pandemia, crisi sociale e crisi economica come ha sottolineato il Capo dello Stato

Giuseppe Careri