Lazio obbligo mascherina all’aperto – di Giuseppe Careri

Lazio obbligo mascherina all’aperto – di Giuseppe Careri

Il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha firmato l’ordinanza con l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto nelle 24 ore. “Sono esclusi da tale obbligo i bambini sotto i sei anni, i portatori incompatibili con l’uso delle mascherine e durante l’esercizio dell’attività motoria e sportiva”. Ai trasgressori è prevista una multa di 400 euro. L’ordinanza della Regione Lazio segue quelle già attive di Calabria e Sicilia; così pure la  Lombardia, qualora non sia possibile il distanziamento fisico.

Per l’Istituto Superiore di Sanità c’è “il rischio concreto di un ulteriore e rapido aumento dei contagi”. Il Governatore del Lazio Zingaretti ha quindi commentato: “La mascherina è un potente strumento di prevenzione per fermare la curva e lanciare il messaggio che dobbiamo seguire delle regole, non per non vivere, ma per tornare a vivere in piena serenità e sicurezza”.

A seguito dell’aumento dei contagi in Italia non è escluso che la prossima settimana il Ministro della Salute, nel corso del nuovo Dcpm, proponga di estendere l’obbligo della mascherina all’esterno per tutto il territorio italiano.

Sempre nel Dcpm della prossima settimana sarà confermata la presenza di 1000 persone negli stadi all’aperto e 200 nelle competizioni al chiuso. Del resto i contagi avvenuti tra giocatori di alcune squadre di calcio di serie A impongono prudenza nell’aumentare il numero degli spettatori.

Per il momento il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha dichiarato che “sull’obbligo delle mascherine anche all’aperto in tutta Italia valuteremo. Siamo in piena emergenza, ha proseguito Conte, ma non significa che stiamo vivendo un lockdown, o che qualcuno sta abusando dei pieni poteri”. Pieni poteri che saranno comunque prolungati fino al 31 gennaio 2021 per fronteggiare l’emergenza Covid-19.

In effetti nelle ultime settimane c’è stata un’impennata dei contagi in tutte le regioni italiane. Nelle ultime 24 ore ci sono stati 1499 contagi e 23 decessi. Il numero dei tamponi effettuati sono stati 120 mila e l’indice di contagio, quello che preoccupa maggiormente il Comitato Scientifico, ha superato i molte regioni il fatidico 1.

Insomma dopo alcune settimane di aumento dei contagi, in Italia è scattato l’allarme tra i virologi e il Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute.

Ai diversi Cluster diffusi in diverse zone del paese, da Nord a Sud, si aggiunge poi la preoccupazione di quanto potrà accadere nelle scuole nei prossimi giorni dove, malgrado tutti gli accorgimenti, già si sono verificati contagi e messi in quarantena studenti e Insegnanti.

Per la verità nella scuola c’è molta attenzione nel fare rispettare le regole della mascherina da indossare, del distanziamento e delle raccomandazioni degli insegnanti rivolte  ai loro ragazzi di attenersi a queste regole.

Ieri, in una zona bene di Roma Nord, intorno alle 11 della mattina c’è stata l’uscita degli studenti dalle scuole. Decine e decine di ragazzi si attardavano all’esterno del loro Istituto con i propri compagni. Bene, nella maggior parte dei casi c’erano capannelli di giovani a scherzare e ridere senza prestare attenzione minimamente alla distanza e ad indossare la mascherina nella maggior parte dei ragazzi. Gruppetti si fermavano al tavolo di un bar in 8-10 persone per un caffè e un aperitivo e la scena era la stessa che in esterno. Nessuno vuole colpevolizzare i nostri ragazzi; al contrario vogliamo proteggerli da un virus ancora sconosciuto.

Alla luce di quanto avviene nei bar, nei supermercati ed anche all’aperto, forse occorre di nuovo un richiamo delle autorità nel far capire a tutti, giovani e non, la situazione grave a cui stiamo andando incontro.

Forse il Ministro della Salute Roberto Speranza, sempre attento a ricordare i rischi del coronavirus, dovrebbe fare uno sforzo per un programma informativo da trasmettere nei vari telegiornali per invitare soprattutto i ragazzi di stare attenti il più possibile, anche perché ormai il virus non conosce solo gli anziani, i più deboli, ma si è insinuato anche nei gruppi giovanili che, a loro volta, possono contagiare i loro genitori. Infatti è nelle famiglie, ormai, che c’è il rischio di una recrudescenza del virus anche perché siamo di fronte a una moltitudine di persone che sono inconsapevolmente asintomatiche. Certo la situazione negli altri paesi europei è sicuramente più drammatica della nostra.

Ma questo non ci può confortare; piuttosto ci deve preoccupare maggiormente per evitare che nei prossimi mesi di trovarci nelle stesse drammatiche condizioni.

Giuseppe Careri