Esercitazioni navali nel Mediterraneo. Sullo sfondo la “guerra” per il petrolio tra Turchia e Grecia

Esercitazioni navali nel Mediterraneo. Sullo sfondo la “guerra” per il petrolio tra Turchia e Grecia

Esercitazioni congiunte di Italia, Francia, Grecia e Cipro nella zona orientale del Mediterraneo. Dovrebbero servire ad “allentare la tensione” salita alle stelle tra Turchia, da un parte, Grecia e Cipro, dall’altra. In atto c’è uno scontro duro tra antichi rivali per lo sfruttamento petrolifero di questa parte del Mediterraneo in cui s’incrociano e si sovrappongono le acque considerate proprie dai tre paesi vicinissimi tra di loro.

E’ evidente il livello di crisi che rischia di riguardare persino la Nato di cui Grecia e Turchia fanno parte. Una guerra nell’Egeo aprirebbe delle prospettive del tutto inedite per l’Alleanza del Nord Atlantico e potrebbe spingere Ankara nelle braccia di Mosca, anche se al momento Turchia e Russia sono schierati su fronti radicalmente contrapposti sia in Siria, sia in Libia.

Il presidente turco Erdogan non se la passa proprio bene e gli serve il petrolio ( grande l’esultanza per i giacimenti appena trovati nel Mar Nero ) per superare una grave crisi economica e monetaria che ha visto la Lira turca perdere il 40% circa nell’arco di due anni ( CLICCA QUI ). Con il sopraggiungere del Coronavirus la situazione volge ulteriormente al peggio.

Di fatto, la Turchia è impegnata su troppi fronti. Dalle regioni curde, dentro e fuori i propri confini, alla Siria, dalla Libia all’attuale scontro con la Grecia. A cento anni di distanza dal Trattato di Sevres del 10 agosto 1920, che di fatto distrusse l’Impero ottomano, il paese di Erdogan si trova di nuovo “isolato” nel mare di casa, nel mondo arabo e, in parte, rispetto alle due potenze mondiali, Stati Uniti e Russia, che più influiscono sugli assetti della geopolitica che va dal Golfo persico al Mediterraneo.

Complessi i rapporti con Washington nettamente schierata con l’asse dei paesi sunniti del Golfo alleati con Egitto, Giordania e Sudan e contrari al movimento della Fratellanza musulmana sostenuto invece da Turchia e Qatar.

Intanto, chiaramente in funzione anti turca, continua l’escalation della presenza degli Emirati arabi uniti nel Mediterraneo. Ci siamo già occupati della cosa a seguito del supporto militare fornito da Dubai al generale Haftar in Libia ( CLICCA QUI ) impegnato da tempo contro il governo internazionalmente riconosciuto di Fayez al Sarraj. Adesso, la vicenda turco greco cipriota si arricchisce con la notizia che  le autorità degli Eau hanno invito nell’isola di Creta quattro F-16 da combattimento.

Ilaria Diotallevi