Covid-19.La battaglia non e’ ancora vinta – di Giuseppe Careri

Covid-19.La battaglia non e’ ancora vinta – di Giuseppe Careri

“Il numero dei deceduti ci deve far pensare che la battaglia non è vinta; siamo forse in una relativa tregua, ma non è il momento di abbassare la guardia”. 

Lo ha dichiarato oggi, durante la Conferenza Stampa alla Protezione Civile, Luca Richeldi, Primario Peneumologo della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma. E ha aggiunto; “siamo contenti se calano i ricoverati, i pazienti in terapia intensiva, i positivi. Di questi parametri solo uno non va nella direzione desiderata, quello dei decessi”. Infatti il numero dei morti da Coronavirus è di 414 unità per un totale di decessi che ha superato la soglia dei 24 mila persone.

Complessivamente il numero dei positivi è di 108.257 persone, solo 20 persone in più rispetto al giorno precedente. Altro dato importante il calo dei ricoveri in terapia intensiva: 62 in meno rispetto a ieri.

La battaglia non è ancora vinta, affermano gli scienziati dell’Istituto Superiore di Sanità e il Ministero della Salute.  “Ci sono dei segni certamente positivi ma ancora non dobbiamo abbassare la guardia”. Questa “prudenza” riguarda anche l’OMS e il Governo che in questa settimana dovrà ridisegnare la mappa delle strutture e delle imprese che dovranno riaprire i battenti.

Per la verità, già in questi giorni hanno riaperto molte aziende presentando delle autocertificazioni e garantendo il distanziamento, le mascherine e i guanti. Oltre al controllo della febbre prima dell’ingresso negli stabilimenti.

Adesso tocca alla Task Force e al Governo che mercoledì si riunirà per discutere e approvare le nuove norme da rispettare nella cosiddetta Fase Due per la riapertura di fabbriche e di imprese che dovranno sanificare gli ambienti e rispettare il distanziamento. Nota positiva è, almeno così appare, la disponibilità manifestata dai Presidenti delle Regioni alle riaperture decise dal Governo centrale ma, è stato detto, con l’accordo di tutte le regioni.

Si sta poi studiando, siamo quasi in dirittura d’arrivo, sull’introduzione di “Immuni”, l’App che aiuterà a rintracciare eventuali positivi che sono stati contattati nei giorni precedenti.

C’è da tener presente che questa applicazione sarà efficace solo se sarà scaricata da almeno il 60% della popolazione. Questa applicazione tecnologica sarà volontaria, ma chi non aderirà a questa iniziativa governativa avrà delle limitazioni negli spostamenti.

Già, le limitazioni; da giorni, ormai, si assiste a una ridda di voci pubblicate su giornali e televisioni, di eventuali misure restrittive riguardanti gli ultra settantenni. Una delle più probabili riguarda l’obbligo, nei prossimi mesi, della vaccinazione influenzale. Si è pensato, ma finora sono solo voci, di ricorrere al “braccialetto” che viene utilizzato per i condannati ai domiciliari. Sembra una battuta, e forse lo è davvero!

Nei social è già scattata la disputa tra i sostenitori dell’obbligo all’App e di quelli assolutamente contrari. Al di là del tifo tra i favorevoli e i contrari, occorre ricordare che la difesa dell’anziano si può, e si deve fare, in quelle situazioni di precarietà e di pericolo in cui spesso si trovano anziani incapaci da soli di far rispettare il loro diritto alla salute, come è purtroppo accaduto in questo tragico periodo nelle Rsa, Ra e Case di riposo di tutta Italia. Sono migliaia i morti in questo frangente doloroso L’ultimo caso è avvenuto a Campagnano, un paese a Nord di Roma, dove, scrive il Corriere della Sera, in un centro di riabilitazione della zona centrale del quartiere, Santa Maria del Prato, è risultato positivo il 50% dei pazienti e del personale interno: 51 persone covid posidive su 105; 28 operatori su 61.

Per questo episodio la Regione Lazio ha deciso di rendere Campagnano Zona Rossa fino al prossimo due maggio.

Ecco, se La Task Force e il Governo vogliono salvaguardare la salute dei nostri anziani, facciano in modo che le istituzioni controllino se le cure dedicate ai nostri anziani sono in conformità dei protocolli. Per il resto non è pensabile, come ho già scritto in precedenza, chiudere in casa l’anziano, impedirgli magari di fare la spesa o di andare in farmacia per le medicine della moglie disabile.

La clausura per gli anziani è l’ultimo dei rimedi per una persona che ancora oggi, anche da pensionato, è costretto a sostenere i propri figli e la loro famiglia. L’anziano sa come comportarsi in questo difficile e doloroso momento; lasciamolo libero di uscire, se ne ha ancora bisogno!

“Ce la faremo”

Giuseppe Careri

 

 

 

 

Immagine utilizzata: Pixabay