Conte: a casa fino al 13 aprile. L’andamento dei decessi secondo l’Istat – di Giuseppe Careri

Conte: a casa fino al 13 aprile.  L’andamento dei decessi secondo l’Istat – di Giuseppe Careri

“Oggi abbiamo superato 13.155 decessi. Questa è una ferita che ci addolora particolarmente, una ferita che mai potremo sanare; non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive che abbiamo disposto; non siamo nella condizione di alleviare i disagi e d risparmiarvi i sacrifici che vi abbiamo imposto”.

E’ quanto afferma il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla Conferenza Stampa tenuta a Palazzo Chigi. Conte ha poi aggiunto di aver appena firmato il Dpcm, anticipato nei giorni scorsi dal Ministro della Salute Roberto Speranza, che proroga l’attuale regime delle misure intraprese sino al 13 aprile. D’accordo con il Comitato Tecnico Scientifico il Governo valuterà cosa fare a partire dal 14 aprile.

Pasquetta a casa, quindi, perché non possiamo vanificare i tanti sacrifici sostenuti finora. Per questo occorre che tutti i cittadini continuino a rispettare le regole, anche perché, ha detto Conte, “abbiamo inasprito le pene per tutti coloro che non rispettano i decreti”. L’invito pressante a restare a casa è stato ribadito anche da Angelo Borrelli, Capo della Protezione Civile, nel corso della consueta Conferenza Stampa su gli ultimi contagi.

Nelle ultime 24 ore sono 2.937 i nuovi positivi al coronavirus, 727 i decessi e 1.118 i guariti. Complessivamente i positivi sono ormai oltre 80 mila. Il numero dei contagiati, compresi decessi e guariti, ha raggiunto 110,574 unità.

Alberto Villani, Pediatra del Comitato Tecnico Scientifico, durante la conferenza con i giornalisti, ha precisato che non ci sono ragioni per portare a spasso i propri bambini; “si può fare solo se si rispettano le norme e per un motivo preciso previsto dai decreti”.

Sono enormi i problemi da risolvere, soprattutto dei tanti anziani ricoverati in case di riposo spesso prive di strutture e igiene del tutto approssimativi. Lo dimostrano i tanti casi di contagi e decessi riscontrati in diverse case per anziani, dalla Puglia, al Piemonte, alla Lombardia. Fortunatamente esistono anche strutture per anziani malati di Alzheimer, con quasi 100 ospiti, ricoverati nella Marche dove al momento non si riscontrano contagi. L’igiene della struttura, ci spiega una psicoterapeuta familiare, è assicurata dal personale provvisto di mascherine e guanti; poi per aver convinto i parenti a non fare visite ai propri familiari per evitare di trasmettere al malato di Alzheimer il contagio. Infine aver studiato un sistema con i parenti per avere colloqui attraverso i tablet e i telefonini.

Si continua a dichiarare che il picco dei contagi è stato già raggiunto, ma la discesa inizierà solo tra qualche giorno. Nel frattempo si continua a morire.

L’Istat ha analizzato la situazione dei casi di mortalità in Italia. Su questo studio, in particolare, c’è una nota esplicativa che riguarda Bergamo. In questa città i casi di decessi si sono quasi quadruplicati passando da una media del periodo 2015-2019 a 398 di quest’anno. Situazioni analoghe si registrano nelle città di Brescia, Piacenza e Pesaro, dove la maggior parte dei decessi riguarda anziani oltre i 74 anni. Nel prossimo futuro l’Istituto di Statistica, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, monitorerà i decessi causati dal Conid-19.

La discesa dei contagi e dei decessi,, anche se progressiva, è ancora lenta e ci vorrà del tempo perché si concluda. Quando, non è ancora dato sapere. Certo, non si dovrà trascurare il problema economico, l’assistenza ai cittadini più bisognosi, alle imprese, ai disoccupati, alla battaglia in atto con l’Europa per fare fronte comune; convincere i paesi del Nord Europa ad accettare quanto richiesto da Italia, Francia e Spagna per evitare una seconda tragedia dopo quella sanitaria che stiamo vivendo. Il Commissario Europeo Paolo Gentiloni ritiene che La divisione in Europa può “essere superata se partiamo dagli obiettivi comuni che dobbiamo finanziare». Sono fiducioso che una via di condivisione si possa trovare e penso che bisogna farlo inevitabilmente in un dialogo con la Germania senza di cui non riusciamo a trovare un compromesso”.

Intanto il nostro paese, uno dei più colpiti dal Coronavirus, continua con il sacrificio della maggioranza degli italiani che rispettano le ristrettezze volute dal Governo. Per questa ragione e di tante altri motivi “Ce la faremo”.

Giuseppe Careri