Fine vita. Dopo la sentenza della Consulta, un Appello per le cure palliative

Fine vita. Dopo la sentenza della Consulta, un Appello per le cure palliative

Pubblichiamo l’appello diffuso da un gruppo di associazioni e di gruppi, tra cui Politica Insieme, per sottolineare la necessità che le regioni s’impegnino a rendere effettive le cure palliative. L’appello  giunge alla vigilia di una lunga stagione di elezioni che riguardano alcune importanti regioni. L’appello  è così diretto in primo luogo ai candidati che in tutte le liste si presenteranno di fronte al corpo elettorale affinché assumano un impegno per far superare alla propria regione i ritardi in quell’ambito che la Corte costituzionale ha recentemente individuato quale “imprescindibile “pre-requisito” per qualsiasi trattamento di fine vita, al fine di circoscrivere e lenire il grave stato di sofferenza che spesso accompagna questa fase dell’esistenza”.

Altri gruppi ed associazioni o i candidati presenti nelle liste delle prossime elezioni regionali intenzionati a sottoscrivere questo appello possono inviare una mail a [email protected] o rivolgendosi ai rappresentanti di uno dei primi soggetti firmatari

 

REGIONI: L’URGENZA DI UN IMPEGNO PER UN DIRITTO NEGATO

 APPELLO PER L’EFFETTIVITA’ DELLE CURE PALLIATIVE E PER IL RISPETTO DELLA PROFESSIONALITA’ MEDICA

 LE ASSOCIAZIONI FIRMATARIE DEL PRESENTE DOCUMENTO

PREMESSO CHE: a) nella prima metà del 2020 gli elettori sono chiamati a rinnovare i Consigli e i Governi di una parte significativa delle Regioni italiane; b) la principale competenza delle Regioni è in materia socio-sanitaria-assistenziale, ed è di tale rilievo da impegnare larghissima parte del bilancio di ciascuna singola Regione; c) la sentenza della Corte costituzionale n. 242/2019 chiama in causa per più voci il sistema sanitario e le Regioni stesse;

RITENGONO che il Servizio Sanitario è in grado di garantire “cure adeguate” se assicura, in applicazione della legge n. 38/2010, anche le “cure palliative”, definite dall’International for Hospice and Palliative Care (IAHPC) come “cure destinate a un paziente fragile ovvero affetto da una malattia inguaribili e cronica” (cfr. Documento conclusivo 10/04/19 dell’indagine della XII Commissione Camera dei deputati, approvato all’unanimità);

RILEVANO che la Corte costituzionale (sentenza 242/19) ha identificato nelle cure palliative un vero e proprio imprescindibile “pre-requisito” per qualsiasi trattamento di fine vita, al fine di circoscrivere e lenire il grave stato di sofferenza che spesso accompagna questa fase dell’esistenza;

DENUNCIANO, per diretta conoscenza del territorio nazionale, i “troppi ostacoli e difficoltà dell’offerta del SSN”, nonché la “mancanza di una formazione specifica nell’ambito delle professioni sanitarie” (cfr. Corte costituzionale, sentenza n. 242/19, par. 2.4 cit.), che danno luogo all’inaccettabile situazione descritta nella menzionata indagine parlamentare: “il tempo medio dedicato alla formazione in cure palliative è di quattro ore per studente all’interno d un corso di laurea di sei anni”; solo “il 15% circa riesce ad avere un’assistenza adeguata in cure palliative attraverso le strutture o l’assistenza domiciliare” (fonte SICP); mentre “nel 2017 sono state erogate 326.086 giornate di cure palliative a domicilio contro (…) le 4.158.223 fissate dal decreto ministeriale n. 43 del 2007”;“solo il 5% dei bambini ha reale accesso a queste cure presso gli hospice”, di cui appena quattro sono attualmente funzionanti nel territorio nazionale (Padova, Torino, Genova e Firenze);

SONO CONVINTE che la gravità della situazione di questo vero e proprio “diritto negato” debba indurre i Consigli legislativi, gli assessorati competenti e le Presidenze delle Regioni a un impegno determinato, condiviso e senza condizionamenti di appartenenza; pertanto

 CHIEDONO

a tutti coloro che sono candidati alla Presidenza e ai Consigli regionali

di impegnarsi pubblicamente:

  1. a promuovere nuove politiche sanitarie per le cure palliative, in coerenza con quanto indicato all’unanimità dal Parlamento stesso, in quanto funzionali a “un cambiamento di paradigma, prevedendo una medicina e una cura della persona, non una cura della malattia” (cfr. indagine, pag. 19);
  2. a incrementare nel bilancio della propria regione le risorse per la diffusione delle cure palliative in favore di adulti e di bambini, con l’obiettivo di assicurare entro tre anni gli standard minimi di unità domiciliari indicati dal decreto n. 43/07 e di assistenza integrata, con le relative strutture a rete e di ospedalizzazione specializzata (hospice), nonché di almeno un “luogo di sollievo” pediatrico per ciascuna area vasta da predeterminarsi;
  3. ad approvare protocolli e percorsi formativi, ancora assenti nella programmazione nazionale, per la partecipazione del terzo settore e dei volontari, nonché delle famiglie nelle reti ospedaliere e domiciliari della palliazione, come previsto dalla legge n. 38/2010;
  4. a promuovere presso le autorità ministeriali e la conferenza Stato – Regioni nuove linee guida e un piano tariffario specifico (DGR) per le cure palliative e prevedere allo scopo adeguati criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale fra le regioni;
  5. a sollecitare presso le Università e le istituzioni scientifiche una rimodulazione del corso di studi in medicina per un sensibile incremento dei crediti e dei corsi dedicati alle cure palliative;
  6. ad avviare già dal corrente anno campagne informative e di sensibilizzazione della popolazione e dei medici in ordine all’accesso alle cure palliative;
  7. a riconoscere, visti i contenuti della sentenza n. 242/19 della Consulta, il valore delle cure palliative e del pieno dispiegamento della coscienza del medico anche in tema di disposizioni anticipate di trattamento;
  8. a rispettare sempre la professionalità e l’etica del personale sanitario, escludendo che la scelta “del singolo medico (…) se prestarsi, o no, a esaudire la richiesta (di fine vita) del malato” (Corte Cost. 242/19), condizioni l’accesso, lo status o la carriera nel sistema sanitario.

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