I musei. Ancora una volta i penalizzati sono i pensionati

I musei. Ancora una volta i penalizzati sono i pensionati

La cultura rappresenta da sempre la carta d’identità di un paese civile. Soprattutto quando si è fortunati di vivere in Italia, dove i tesori d’arte sono disseminati in ogni angolo del nostro territorio. Per questo motivo il nostro Paese è una delle Nazioni dove ogni anno arrivano migliaia di turisti desiderosi di visitare i nostri musei d’arte e i nostri meravigliosi siti archeologici. Ma da qualche tempo “il diritto alla cultura” per tutti i cittadini è cambiato, purtroppo in maniera negativa.

Dal 15 luglio 2014, infatti, gli anziani oltre i 65 anni di età e tutti coloro che hanno un reddito modesto, non potranno più permettersi di entrare gratis nei musei e nelle aree archeologiche del nostro Paese. La grave decisione, che penalizza soprattutto la classe sociale meno fortunata e milioni di pensionati, è stata decisa dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini nel corso degli Stati Generali della Cultura organizzata dal Sole 24 ore e pubblicata successivamente sulla Gazzetta Ufficiale.

La ragione della delibera, secondo il Ministro, risiede “nell’’assurdità di fare entrare gratis nei musei facoltosi turisti, anche giapponesi e americani”. La pillola del decreto è addolcita, poi, dalla possibilità di fare entrare tutti gratis nei musei la prima domenica di ogni mese. Il decreto specifica, comunque, che l’ingresso sarà consentito in tutti i musei d’arte statali, ad eccezione di sale in cui è necessario il biglietto per visitare mostre o esposizioni temporanee. Il decreto n. 94 del 27 giugno 2014, aggiunge il Ministro Franceschini consentirà, con i maggiori introiti, di favorire i minorenni e i giovani dai 18 ai 25 anni.

In realtà, la decisione del Ministro è stata presa soprattutto per fare cassa, senza tenere in alcun modo conto delle esigenze culturali dei cittadini italiani. In un paese civile e orientato verso il futuro si promuove la cultura e non la si inibisce a cittadini che hanno il “diritto di avere diritti”

Certo, il divieto d’accesso gratuito ai musei agli anziani e a chi ha un reddito assolutamente modesto non preoccupa il milionario giapponese o americano che vengono come turisti in Italia. Né preoccupa chi dispone di risorse economiche adeguate per soddisfare le proprie esigenze ludiche e culturali.

Il provvedimento adottato dal Ministro penalizzerà soprattutto la fascia più debole della popolazione; quella dei pensionati. Da una nota dell’Inps, i pensionati in Italia sono circa 18 milioni. Il 63%, sempre secondo i dati Inps, ha una pensione al di sotto dei 750 euro al mese. Altri con pensioni minime non arrivano ai 500 euro mensili!

Bene, come sempre a stringere la cinghia, rivela il Ministro Franceschini, ce lo ha chiesto l’Europa, ma prima di adottare un provvedimento così punitivo nei confronti degli anziani il Ministro aveva perlomeno il dovere di difendere la parte più debole del paese; consentire ai pensionati più poveri e alle famiglie numerose di usufruire della cultura dei musei d’arte che in altri paesi sono gratis. Anziché vietare l’ingresso alle persone oltre i 65 anni poteva, ad esempio, creare una tessera in base al reddito di una famiglia.

In Inghilterra il Governo inglese è orientato a mantenere l’ingresso gratuito nei musei nazionali, estesi l’anno scorso a Scozia e Galles. Malgrado i costi notevoli, il segretario di Stato alla Cultura, James Hunt ha deciso di mantenere questo status.

Del resto dice Hunt: “l’ingresso gratuito nei musei  è il segno di una società civile, ma anche una lungimirante strategia economica”.

Ecco, una società civile dovrebbe favorire la cultura, avvicinare i cittadini, invitarli a frequentare luoghi ricchi d’arte inimmaginabili in altri paesi. E non respingerli con decisioni che sono offensive per una società moderna.

E poi: i milioni di pensionati e di cittadini che vivono nel nostro paese, hanno pagato per anni i contributi alla fonte; hanno poi continuato a pagare le tasse sulle loro misere pensioni. Sono stati costretti da sempre a rinunciare alle cure mediche e alle medicine per mancanza di denaro.

Ma rinunciare all’appagamento e al piacere di vedere e godere delle opere del Caravaggio o di un quadro di Raffaello sembra veramente troppo!

Non solo per i pensionati, ma per tutti i cittadini italiani.

Giuseppe Careri