I partiti della maggioranza a lavoro sul programma. Troveranno l’accordo assieme a quello sui ministeri

I partiti della maggioranza a lavoro sul programma. Troveranno l’accordo assieme a quello sui ministeri

Primo incontro di una maggioranza di governo che prova a produrre un programma comune.  “Siamo solo al primo passo”. “C’è bisogno ancora di un confronto”. Queste le dichiarazioni ufficiali. Ma, non preoccupiamoci l’accordo, alla fine,si troverà. Non si è mai visto nascere un Governo che non avesse trovato ufficialmente un accordo. I problemi sono altri.

Matteo Renzi non c’era e il gioco l’ha condotto l’uomo più “solido” e d’esperienza della sua squadra. Quel Graziano Delrio che, adesso, qualcuno vorrebbe al Ministero dell’Economia  anche se la sua laurea in medicina e la sua specializzazione in endocrinologia non lo rendono d’emblée l’uomo più adatto all’occasione. Nonostante le sue valide esperienze come Sindaco di Reggio Emilia per circa nove anni e come ministro per otto mesi.

Ma tant’é. Adesso sembra che ci si orienti per un ministro “politico” e, quindi, Renzi prova a portare a casa, per uno dei suoi,  il dicastero più importante del Governo. L’idea sarebbe quella di affiancare a Delrio due sottosegretari “tutor “ e tuttofare che gli sarebbe affidati dalla Banca d’Italia. E’ questo che potrebbe spiegare l’inusuale visita fatta da Renzi  a Ignazio Visco presso la banca centrale prima di recarsi da Giorgio Napolitano?

A Montecitorio circola voce che, in realtà si sarebbe trattato di un suggerimento rivolto al Presidente incaricato da Giorgio Napolitano. Il Presidente della Repubblica avrebbe utilizzato la “sapienza” e le conoscenze del Governatore per far capirere al giovane Sindaco di Firenze come stanno realmente le cose riguardo ai nostri conti ed alla situazione con il resto d’Europa e la Bce. Altro che le quattro chiacchiere in “streaming” con Beppe Grillo.

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La verità è che i cosiddetti “mercati”, che poi sono alcune decine di banchieri ed investitori dalla dimensione internazionale, vogliono avere a che fare al Tesoro con qualcuno che dia sicurezze ai loro ingenti investimenti sul debito pubblico e sui beni italiani di cui sono proprietari, si tratti di azioni, risorse finanziarie o imprenditoriali. Degli equilibri che Matteo Renzi deve rispettare per le beghe di casa Italia, a loro, non interessa minimamente.

Così, tutti dicono  che i “mercati” vogliono un “tecnico”,  cioè uno di quelli che tra Direzioni del Ministero del tesoro e Banca d’Italia hanno sempre fatto fare loro gli affari migliori. Ovviamente perché,  così facendo, realizzavano anche il bene dell’Italia.

E’ una vecchia storia in cui verità e mezze verità, o addirittura nessuna verità, hanno finito per  far guidare la politica economica italiana non da chi riceve un democratico mandato dal popolo, bensì grazie ad una carriera fatta all’ombra di potentati di vario genere.  Bisognerebbe riflettere sulla oggettiva “deresponsabilizzazione” che ne consegue, ma in un’Italia del tutto deresponsabilizzato questo è sicuramente solo un neo.

Matteo Renzi è ancora troppo giovane e troppo debole per non rispettare una situazione del genere. Così sta cercando di barcamenarsi nel tentativo di avere all’Economia qualcuno che gli tenga in ordine i conti senza, però, giungere a quell’autonomia che, ad esempio, si è sempre presa Giulio Tremonti con Silvio Berlusconi. Per anni il Cavaliere questa cosa l’ha voluta e dovuta tenere celata, fino a quando le loro strade non si sono irrimediabilmente separate proprio in materia di politica economica.

Allora, in queste ore ci si meraviglia che i partiti della maggioranza fanno capire di non avere ancora raggiunto l’accordo complessivo sul programma. Questo accordo non lo troveranno fino a quando non sarà definita tutta la griglia dei dicasteri e le caselle andranno al loro posto. A partire dal Ministero dell’Economia.

Giancarlo Infante