Ambientalisti britannici contro i finanziamenti all’Eni

Ambientalisti britannici contro i finanziamenti all’Eni

Gli ambientalisti britannici si sono sollevati contro la Barclays Bank per il finanziamento concesso per quattro miliardi di euro al gigante petrolifero italiano Eni.

I contestatori sostengono che l’istituto bancario sta fuorviando il pubblico e gli investitori presentando come ambientalmente “sostenibili” il supporto finanziario ad una società petrolifero impegnata invece in un’espansione di un’attività basata  sull’uso e lo sfruttamento di combustibili fossili. In effetti, l’Eni ha annunciato da tempo l’intenzione di incrementare i propri investimenti di un terzo, tra i 24 ai 26 miliardi di euro, per aumentare la propria produzione di petrolio dal 12,6%  al 17% nel quadriennio in corso, fino alla fine del 2026.

Questi piani di sviluppo potrebbero portare la società petrolifera italiana dall’allontanarsi del 35% la possibilità di giungere alle emissioni zero entro il 2050.

Alla banca britannica viene rimproverato che l’accordo di finanziamento non preveda l’esclusione della loro autorizzazione per talune attività legate ad inevitabili emissioni, quelle di tipo 3, e così non si tratta affatto di un qualcosa da considerarsi ambientalmente “sostenibile” come sostenuto dalla Barclays. Presi di mira dagli ambientalisti anche i piani per lo sviluppo del giacimento di gas Verus, dal quale ci si attende emissioni per 7,5 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno.