Sturzo e il federalismo – di Nino Giordano

Sturzo e il federalismo – di Nino Giordano

Don Luigi Sturzo, un gigante del pensiero e dell’azione avviato ad un cammino di Santità, può ben essere annoverato nel ristretto numero di “persone che hanno reso migliori i Giorni” secondo la celeberrima esortazione di Sant’Agostino: “Non chiedete al Signore Giorni migliori, chiedete al Signore persone che rendano migliori i Giorni”.

Nell’analizzare il pensiero di don Luigi Sturzo è fondamentale – anche e soprattutto in ragione della grave crisi della realtà odierna – ripartire dall’ispirazione di fondo del “programma sociale, economico e politico di libertà, di giustizia e di progresso nazionale, ispirato ai principi cristiani” (Statuto, art. 1) del Partito Popolare e seguire le linee-guida del suo pensiero e del suo agire concreto.

LA VISIONE POLITICA

«Ma cos’è mai questa politica, che così in fretta e a gran voce da tanta parte del genere umano viene ripudiata e maledetta? Deve essere di sicuro…indegna del consorzio degli uomini per bene…Eppure la politica non guasta, ma rivela gli uomini “Le occasioni-si legge nell’imitazione di Cristo- e le tentazioni non rendono fragile l’uomo, ma mostrano quale egli sia, quanto valga» (L. Sturzo, Il Partito Popolare Italiano, Zanichelli, vol. II, p.78)

La politica è fare del bene riunito in uno Stato, o città, o provincia, o classe, o partito. Tutto sta nel modo di lavorare, nello scopo e nei mezzi …. La politica è per sé un bene: il far politica è, in genere, un atto di amore per la collettività…Il fare una buona o cattiva politica, dal punto di vista soggettivo di colui che la fa, dipende dalla rettitudine dell’intenzione …l’amore del prossimo in politica deve stare di casa…non consiste né nelle parole, né nelle moine: ma nelle opere e nella verità. (L. Sturzo. La vera vitaSociologia del soprannaturale (1943), Bologna 1960,247)

 L’AUTONOMIA DEGLI ENTI INTERMEDI

L’autonomia degli enti intermedi è prioritaria rispetto allo Stato. E’ una visione che Sturzo riprende da Rosmini: sostenitore della centralità della persona, come soggetto portatore di diritti nella “società civile”. Con il “recupero del municipalismo e delle autonomie locali, la difesa della proprietà privata contro l’ingerenza dello Stato, la diretta partecipazione dei cittadini al governo” Rosmini affermava la sua posizione anti-statalista: la stessa posizione espressa poi dai cattolici e da Sturzo in particolare.

L’autonomia resta il punto centrale della sua concezione dello Stato e quindi della sua politica, in sintonia con la tradizione del cattolicesimo sociale.  In questo senso Luigi Sturzo riprendeva la dottrina sociale della Chiesa, che ha sempre privilegiato il diritto della libertà della persona, della famiglia e poi della società civile, dando ampio rilievo all’autonomia locale e in opposizione allo statalismo tipico del marxismo e del socialismo.

 DALLA PARTE DEGLI OPERAI 

«In linea con la “Rerum novarum” di Leone XIII sono convinto della necessità di una partecipazione non conflittuale degli operai al capitale e agli utili delle imprese. L’Italia sarà la prima nazione che adotterà nuovi sistemi di associazione fra capitale e lavoro…togliere al capitale il suo anonimato e la sua irresponsabilità, e creare all’operaio un ambiente morale e una tranquillità economica. Occorre riavvicinare gli uomini fra di loro, padroni e operai, capi di stato e cittadini, classi e classi, popoli e popoli, per rompere i vincoli di schiavitù che si vanno formando, come cerchi infrangibili». (“Miscellanea londinese” – Seconda Serie dell’Opera Omnia- Vol.VI-pagg.275-278)

IL SUO POPOLARISMO

«Il popolarismo è sorto in nome della libertà contro due monopoli, quello dello Stato accentratore per tradizione liberale; quella marxista dei socialisti nel campo operaio; vuole riprendere in mano le due forze dello “Stato” e del “Popolo” in nome di una libertà uguale per tutti, senza monopoli politici ed economici, con il largo respiro delle autonomie locali e con una struttura nazionale vivificata dalla solidarietà operaia nella collaborazione delle classi» (S. Jacini, Storia del Partito Popolare Italiano, la Nuova Cultura Editrice, Napoli 1971,p.14)

«Ad uno Stato accentratore tendente a limitare e regolare ogni potere organico e ogni attività individuale, vogliamo sul terreno costituzionale sostituire uno Stato veramente popolare, che riconosca i limiti della sua attività, che rispetti i nuclei e gli organismi naturali-la famiglia, le classi, i comuni-che rispetti la personalità individuale e incoraggi le iniziative private.

Ammetto l’intervento propulsivo dello Stato, quando manca qualsiasi possibilità immediata di serie iniziative private, l’intervento integrativo quando l’iniziativa privata non è sufficiente; nego invece l’intervento statale a tipo monopolistico che precluda, in parte o un tutto, l’iniziativa privata» (Idrocarburi e avvenire economico del Paese, Senato della Repubblica, 8 Giugno 1955 )

IN  DIFESA DEI POVERI

Sento sempre più il dovere cristiano e sacerdotale di essere con gli umili, con i sofferenti, i perseguitati, per una causa di moralità e di giustizia, che influirà nella nostra vita italiana.

La nostra assenza darebbe causa vinta agli avversari della religione e metterebbe questa a lato dei potenti e a difesa degli oppositori e dei violenti.

Occorre pregare assai che il Signore guardi benignamente la patria nostra e quindi i cattolici nelle gravi difficoltà presenti (P. Stella, Luigi Sturzo Sacerdote, Pegaso editore, Caltagirone 2000, p.120; con nota p.127)

PER UNA DEMOCRAZIA OPEROSA

La democrazia nel nostro programma la sento come un istinto, è la vita del pensiero nostro. I conservatori sono dei fossili per noi, siano pure cattolici: una tendenza popolare nazionale animata da quei principi morali e sociali che derivano dalla civiltà cristiana, come informatrice perenne e dinamica della coscienza privata e pubblica.

LA MISSIONE DEL CATTOLICO

La missione del cattolico in ogni attività umana, politica, economica, scientifica, artistica, tecnica è tutta impregnata di ideali superiori perché in tutto ci si riflette il divino.

Se questo senso del divino manca, tutto si deturpa: la politica diventa mezzo di arricchimento, l’economia arriva al furto e alla truffa, la scienza si applica ai forni di Dachau, la filosofia al materialismo e al marxismo, l’arte decade nel meretricio.

Non sembri strano: anche in tali decadenze potrà mostrarsi qualche barlume di verità, qualche sollecitazione alla speranza: qualche soffio di amore…perché l’uomo, anche il più depravato o il più insensibile ai valori spirituali, ha un’anima che può rivelarsi tale se arriva in contatto con un’altra anima, che porta in sé il soffio della verità e dell’amore.

IL MEDITERRANEO, SORGENTE INESTINGUIBILE DI CREATIVITA’

Il mezzogiorno continentale e le isole hanno la loro zona nel Mediterraneo, e sono non solo il ponte gettato dalla natura fra le varie parti del continente europeo in rapporto alle coste africane ed asiatiche, ma il centro economico e civile il più adatto allo sviluppo di forze produttive e commerciali e punto di interferenza degli scambi …

Il mezzogiorno può risorgere; se (si badi al se) la politica che la nazione italiana, non solo i governi ma la nazione italiana, saprà fare, sarà una politica forte e razionale, orientata al bacino mediterraneo, cioè atta a creare al Mezzogiorno un hinterland che va dall’Africa del nord all’Albania, dalla Spagna all’Asia Minore…il risorgimento meridionale non è opera momentanea e di pochi anni…è opera lunga, vasta, e che come spinta parta dagli stessi meridionali.

IL VALORE DELLA LIBERTA’

La libertà si conquista sempre; non è un dono gratuito di Dio, è un dono oneroso che importa doveri e che impegna alla difesa. La libertà non è divisibile; buona nella politica o nella religione e non buona nell’economia o nell’insegnamento: tutto è solidale. Vedo che certi cattolici solidali ora sarebbero disposti ad abbandonare la libertà economica e non comprendono ch’essi così abbandonano la libertà in tutti i campi, anche quello religioso (L. Sturzo, Miscellanea londinese,162-163).

IL SUO TESTAMENTO 

«Chiedo perdono a tutti perché verso tutti avrò mancato non per perverso volere (avendo amato tanti amici e avversari con l’amore cristiano del fratello), ma sia per le mancanze nell’adempimento dei miei doveri umani e sacerdotali, per la vivacità delle mie polemiche (sempre dirette al bene ma umanamente difettose e manchevoli) assicurando a tutti che da parte non ho mai avuto risentimento per le offese ricevute e di aver perdonato quelli che mi hanno offeso o trattato male, disprezzato e insultato, assicurando loro di avere anche pregato per loro…» (“Sociologia” -Bollettino dell’Istituto L. Sturzo,1959, n.3, p.304)

Con questa confessione, don Luigi Sturzo chiudeva la sua esperienza terrena: intensa e variegata nel segno di un impegno speso in difesa della civiltà cristiana sul piano politico, vigile nell’indicare la necessità di realizzare in ogni Paese quelle proposte di ordine politico, sociale ed economico, che rispondano alla giustizia e alla moralità, e di sostenere tali principi al momento opportuno.

Noi seguiremo don Sturzo (CLICCA QUI) scegliendo tra i numerosissimi scritti – come riportati su un diario personale- quelli più importanti, e offrendo all’attenzione dei lettori l’attualità delle sue riflessioni che lo rendono ancora oggi una guida luminosa in nome di una libertà uguale per tutti, senza monopoli politici ed economici: con il largo respiro delle autonomie locali, con una struttura nazionale vivificata dalla solidarietà operaia nella collaborazione delle classi e accompagnata da un sincero amore per il Mezzogiorno continentale: “ a guardare un passato che non torna-scriveva nel suo 80° genetliaco- posso ben dire di aver servito con rettitudine e ardore una causa non indegna di sacerdote cattolico quando all’amore e al servizio per la Patria ho unito quell’ideale cristiano e umano della pace fra i popoli, della elevazione dei lavoratori nella collaborazione fra le classi, delle libertà politiche quali garanzie di bene e di progresso, della ricerca della verità negli studi storici e sociologici, della difesa dei diritti della personalità umana di fronte ad uno statalismo che invade il campo della coscienza e della religione”(L. Sturzo, Coscienza e politica, pag.80) .

Nino Giordano