La “bandiera bianca ” di Francesco e lo scandalo della verità – di Giuseppe Sacco

La “bandiera bianca ” di Francesco e lo scandalo della verità – di Giuseppe Sacco

Se ci fosse ancora qualcuno, tra coloro che orientano l’opinione pubblica internazionale, che avesse – per usare le parole di  Cyrano de Bergerac – qualche frammento di spirito e di lettere, questi avrebbe potuto probabilmente dare, della posizione di Papa Francesco sulla guerra in Ucraina, una interpretazione diversa da quella che ha fatto una sorta di ostile unanimità.  E forse avrebbe riconosciuto nelle parole del Pontefice anche l’eco di un grande poeta.

Un vero e proprio coro di voci che simulavano un atteggiamento scandalizzato ha invece accolto le parole del Papa, in particolare quelle relative alla “bandiera bianca”.  Immagine con cui egli ha invitato coloro che sono al potere a Kiev ad un gesto coraggioso. Quello di prendere atto della tragedia che incombe ormai su tutti i paesi del mondo. Ma prima e più che su ogni altro popolo, incombe proprio sui quaranta milioni di Ucraini che essi pretendono di voler difendere. E questo clima artefatto, in una situazione che ricorda sempre più quella dell’Agosto 1914, costituisce il segno forse più allarmante dei tempi in cui viviamo.

Lo scandalo della verità è al cuore del messaggio cristiano. Ma è evidente che nei poteri costituiti di quel che rimane oggi della cosiddetta “comunità delle nazioni” domina da ogni parte la menzogna e la propaganda più pedestre. E che la menzogna crea una rete inestricabile in cui ciascuna delle parti tiene legate tutte le altre.

Un lettore privo di pregiudizi, di interessi costituiti, o di legami di fedeltà più o meno segreti con una delle fazioni in lotta non aveva infatti nessuna difficoltà a dare tutt’altra lettura delle parole del Pontefice. A capire a quale bandiera si riferisse il Capo della Cristianità. A pensarla come un riferimento alla bandiera bianca  – che è troppo di sovente solo uno straccio insanguinato – che, quando lo scontro tra forze opposte diventa impari e può risolversi solo in un’inutile strage, viene alzata dai messaggeri di tregua che i sopravvissuti  infine si scambiano.

E neanche si è voluto, ben più prosaicamente, vedere in quel riferimento alla bandiera bianca neanche l’appello ad un virile gesto quale quello con cui – come ha scritto un grande poeta – Maitland, l’Inglese, si rivolse a Cambronne morituro, ritto con gli eroici superstiti della guardia di Napoleone a Mont Saint-Jean, sul campo di battaglia di Waterloo: “Arrendetevi, prodi Francesi!”.

Forse davvero, di fronte a tanta bieca volontà di non capire, a tanto squallido servilismo, a tanta morbosa volontà di distruzione e di morte, non si può che fare proprie le parole conclusive di quel poeta:

Ebbene, ciò che Cambronne disse a Maitland
prima che il fuoco inglese spianasse il ciglio della collina
contro la luce morente del giorno,
io dico a voi, e a tutti voi,
e a te, universo.
E v’incarico di scolpirlo

sulla mia tomba.

Giuseppe Sacco