8 marzo: da celebrare tutti i giorni – di Eleonora Mosti

8 marzo: da celebrare tutti i giorni – di Eleonora Mosti

Care Donne,
è vero, per noi l’ 8 marzo dovrebbe essere celebrato ogni giorno. Ma dato che oggi è comunque festa per noi, celebriamola con tutte le nostre forze, il nostro coraggio, la pazienza di attendere ancora il rispetto verso la nostra esistenza che, complementare all’uomo, è portatrice di Vita, sempre.

La Donna, immagine troppe volte distorta da egoismi di una certa cultura dello sfruttamento, oggi vuole stabilire regole nuove recuperando la sua alta statura soffocata da costumi di sopraffazione maschilista che nei tempi ha sempre tentato di misurare le distanze in tutte le performances sociali: posizioni di comando, lavoro, scoperte scientifiche, attribuzioni di capacità e genialità nel mondo.

Diciamolo…la Donna è sempre stata raramente presente. Ma oggi in questo 8 marzo 2024 una osservazione ,da Donna, la devo esprimere in controtendenza, in totale distacco, in vera opposizione alle donne francesi che dal 2022 han progettato l’ingresso dell’aborto nella loro Costituzione. Questa novità, definita conquista, che loro auspicano arrivi prossimamente in Parlamento europeo, segna una falsa visione progressista che riporta in totale contraddizione la visione naturale della vita che mai come oggi si vuole colorare di bellezza ritrovata.

Dunque, al di là di una visione personale che attinge a motivazioni etiche, rendere l’aborto un’azione di diritto della donna, pone il nascituro, espressione di vita nascente naturale, in totale discriminazione anche rispetto ad una visione “verde” che si vuole riconquistare nella vita. Parliamo di nuovi comportamenti per non inquinare più l’ambiente, per non danneggiare più gli animali, l’eco-sistema, ma quando tocchiamo la sfera umana tutto si annulla e nell’habitat naturale è l’unico vivente che si autodistrugge nell’incoscienza di sentirsi il solo padrone di sé stesso.
Un 8 marzo 2024 avvilito ancora da due recenti guerre che sembrano emergere da un’ altrettanta visione di morte che circonda il pensiero umano del terzo millennio. È una vera rivincita delle donne progressiste? Oppure la smentita paradossale che la donna in quanto potenzialmente madre, vive una superiorità ineguale?

Le Donne e gli uomini francesi hanno tradito questo cammino verso la consapevolezza della superiorità che veste rosa. Questo 8 marzo segna la fine del benessere collettivo alla conquista di quella vita per molti ricercata con cure particolari perché risulta sempre più difficile avere un figlio, a causa dello stress o per l’innalzamento dell’età per avere figli e dunque naturalmente poco fertile.

Questo 8 marzo 2024, Festa internazionale dei diritti della donna, è organizzato in Francia da Emmanuel Macron con un appuntamento alle ore 12.00 in Place Vendome a Parigi per celebrare insieme con fierezza francese ” l’ingresso di una nuova libertà garantita nella Costituzione con la prima cerimonia di sigillatura aperta al pubblico”, dinanzi al Ministero della Giustizia.

Una Torre Eiffel che giorni fa ha cominciato a scintillare per celebrare l’evento, con la scritta ‘Mon corps, mon choix’.
Intanto i vescovi francesi hanno commentato: “Il nostro Paese – secondo l’organismo guidato da Monsignor Eric de Moulins Beaufort – si onorerebbe iscrivendo piuttosto la promozione dei diritti delle donne e dei bambini. Di tutti i Paesi europei, la Francia è l’unico dove il numero di aborti non cala ed è anche cresciuto negli ultimi due anni. Preghiamo soprattutto affinché i nostri concittadini ritrovino il gusto della vita, di darla, di riceverla, di accompagnarla, di avere e di allevare dei bambini”.

“Mio il corpo, mia la scelta”. Ma di quale scelta si tratta per le Donne francesi? Quella di rinunciare alla meravigliosa ed unica esperienza generativa che apre alla bellezza e al senso naturale della Vita. Ogni aspetto della natura appartiene a questa realtà che l’uomo, negandola, di fatto si pone contro- natura.

Oggi assistiamo a tanti fenomeni catastrofici causati dalla incuria dell’uomo verso il Creato, nel tempo i fenomeni naturali rispondono con la stessa violenza subita per continui sfruttamenti del suolo, delle bellezze dei territori per il solo profitto o quella libertà di credere di poter sempre fare ciò che più soddisfa. Non contenti, ora preferiamo alla Vita soluzioni di Morte, definendo quest’ultima ” libertà garantita”.

Non c’è nulla di più strano nella razza umana quando ad oceaniche manifestazioni contro la guerra, per i diritti delle minoranze, contro speculazioni che hanno inquinato l’intero Pianeta Terra, si muovono percorsi letteralmente opposti, solo in nome di una libertà che peggio incatena ragione e cuore. Il vissuto di un aborto, come forma di violenza subita, sia naturale che terapeutico che procurato, segna la Donna irreparabilmente, e questa è una verità scientifica.
Allora mi auguro che questa libertà garantita non l’abbia mai a vivere nessuna Donna e in questo 8 marzo 2024 possano le festeggiate riconquistare il primato dell’essere creature speciali, uniche perché volute incredibilmente e naturalmente che fossero portatrici sane della bellezza come Madre Natura, al femminile, comanda.

Care Donne, se a questa condizione prettamente umana, uniamo l’immagine e la somiglianza divina impressa nell’uomo come nella donna per una generativa collaborazione con Dio verso la custodia del Mondo, tutto assume meraviglia e vera festa per ogni Donna non strumentalizzata, ancora una volta, da uomini di potere.

Qualcuno deve pur dirlo che seguire ancora in silenzio l’escalation di morte disseminata ovunque nel mondo è una logica che porterà conseguenze irreparabili. Troppi discorsi di uomini in questi giorni propongono temi di morte mascherati da azioni di difesa, come in Polonia, da richiamo Nato, 2000 militari italiani si stanno esercitando; per gli eventi nel Mar Rosso il Parlamento italiano ha votato l’invio di navi in difesa dei passaggi mercantili e potremmo continuare con previsioni di azioni di guerra annunciate dai media.

Le Donne allora potranno fare molto: primo, se non cadranno nella solita logica della negazione di sentirsi capaci di creare azioni di cambiamento; secondo, se sapranno non cadere nella rete di false ideologie di vecchio femminismo che hanno danneggiato e deviato su false verità il nostro cammino di consapevolezza e autodeterminazione.

Eleonora Mosti