Il caso Assange e i valori dell’Occidente

Il caso Assange e i valori dell’Occidente

Assange può finire estradato negli Stati Uniti, dopo 12 anni di “detenzione” nel Regno Unito, e rischiare una pena durissima, se non addirittura quella di morte, per aver fatto il giornalista. Proprio mentre condanniamo con forza la morte di Navalny, anche se le due vicende non coincidono completamente, pur entrambe richiamando in qualche modo la libertà di espressione, dovremmo ribadire con i fatti che l’Occidente è un altra cosa. Perché rispetta la libertà d’opinione e la libertà dell’informazione. Ed anche quella di divulgare documenti scomodi e persino segreti se servono a far conoscere cose e fatti da cui dipendono i destini degli esseri umani. Che siano iracheni o afghani interessa anche noi…

Non dimentichiamo che tre anni dopo il caso Assange esplose quello di Edward  Snowden che servì a confermarci le poche commendevoli, e talvolta antidemocratiche pratiche seguite dai servizi segreti e delle agenzie di sicurezza di paesi che ci tengono a definirsi patrie delle libertà, ma che non sempre seguono le leggi.

La libertà di stampa è forse una di quelle che dev’essere rispettata di più di ogni altra e gli americani, come i britannici, che stanno per decidere sull’estradizione di Assange, dovrebbero ricordare che tutte le belle parole contro gli stati e i politici “canaglie” dovrebbero essere sostenute da un comportamento diverso senza percorrere gli stessi sentieri seguiti dagli stati e dai politici dittatori. Altrimenti che democrazia sono?