I fatti del mondo, la vigilanza e la forza delle donne – di Saedeh Lorestani

I fatti del mondo, la vigilanza e la forza delle donne – di  Saedeh Lorestani
Quando vogliamo spiegare una questione a qualcuno, è necessario innanzitutto presentare il  punto del problema e ciò che, eventualmente, è accaduto. Di solito è difficile comprendere appieno perché, in molti casi, la comprensione dei problemi richiede anche dell’esperienza personale. Ad esempio, comprendiamo la corretta percezione di un mal di testa solamente se lo abbiamo sperimentato.
A volte, leggendo libri di storia, viene sollevata questa domanda: perché le vite dei nostri antenati e delle persone che hanno svolto un ruolo essenziale nella nostra struttura socio-politica appaiono piene di errori? A volte questo errore è il risultato del silenzio delle persone sagge, che si può definire una forma di inazione. Non importa cosa significhi errore nel dizionario, ma ciò che la gente definisce errore lo è.
Quando un ragazzo e una ragazza vanno a un festival musicale per essere felici e vengono attaccati (o uccisi o presi in ostaggio), segue la reazione psicologica di chi teme che ciò potrebbe accadere di nuovo. Diminuisce quindi la voglia di partecipare a festival internazionali. Quando una famiglia si riposa nella propria casa e trascorre una notte normale, all’improvviso un missile e un attacco militare tolgono la loro vita. Ciò causa stress e tensione in una famiglia. Perché come possiamo vedere, molti bambini e famiglie sono rimasti sotto le macerie degli errori e dell’autocrazia dei leader sia oggi, sia nel corso della storia. Un aereo  con tutti i suoi passeggeri, molti dei quali bambini e giovani coppie, viene abbattuto per errore da un razzo. Tutti perdono la vita e la paura che la cosa possa accadere di nuovo toglie ai viaggiatori il piacere del viaggio.
Tutti questi sono esempi per comprendere gli eventi recenti in tutto il mondo. Tra cui quelli che hanno visto coinvolte la vigilanza e il coraggio delle donne negli ultimi decenni, cose davvero encomiabili. Analizzando guerre e tensioni, ci rendiamo conto che molte donne e ragazze sono state costrette ad assumersi la responsabilità di una famiglia da sole, e molte di loro hanno combattuto al fianco degli uomini. Le donne le cui anime, corpi e dignità sono stati violati dalla guerra e dalla disuguaglianza, ma continuano, sono un chiaro e vero esempio della vigilanza e della forza delle donne.
Come molti di noi sanno, la “rivoluzione della libertà” in Iran è un chiaro esempio di lotta civile contro un governo che usa le donne come strumento. Molti attivisti per i diritti delle donne, attivisti che protestano contro il sistema di governo sbagliato, giornalisti e attivisti per i diritti umani vengono arrestati e imprigionati in Iran. Tra questi si può citare Narges Mohammadi. È il vincitore del Premio Nobel per la pace, ma è ancora detenuto nella Repubblica islamica dell’Iran.
44 anni fa, l’11 febbraio coincideva con la vittoria della rivoluzione della Repubblica Islamica dell’Iran. In questa occasione, ogni anno in questo giorno, i sostenitori del governo dittatoriale dell’Iran marciano. La marcia di quest’anno presenta una grande differenza rispetto agli anni precedenti. Quest’anno, a causa dell’opposizione iniziata anni fa contro il Governo iraniano, molta gente non ha partecipa a questa giornata. Ma il Governo della Repubblica Islamica ha fatto partecipare a questa marcia molte donne sostenitrici della Repubblica Islamica. Una sorta di trucco per ingannare l’opinione pubblica. Una bugia che da anni gli agenti e i media della Repubblica Islamica raccontano al popolo iraniano e al mondo.
In realtà, chiunque fosse alla ricerca di libertà e giustizia è stato arrestato, imprigionato o giustiziato in questi 44 anni. Nel corso della “rivoluzione delle Donne-Vita-Libertà”, dozzine di ragazze sono state imprigionate, accecate, violentate. A volte, uccise e sepolte all’insaputa della famiglia.
Siamo responsabili per coloro che sono rimasti sotto le macerie provocate dagli attacchi di ritorsione di Israele a Gaza, perché non abbiamo condannato l’attacco di Hamas contro i giovani israeliani e le loro famiglie uccise. Non abbiamo condannato gli attacchi dei gruppi sostenuti dall’Iran nel Mar Rosso. Abbiamo solo protestato. Anche dinanzi alle immagini del pestaggio del corpo nudo di una ragazza da parte di estremisti islamici, uccisa durante l’attacco di Hamas a un festival musicale. Abbiamo solo protestato.
Se resteremo sempre spettatori e magari generici contestatori, un giorno potremmo rimanere sotto le macerie dei nostri errori.
Saedeh Lorestani