La sanità ha bisogno di un “concorso a premi”?

La sanità ha bisogno di un “concorso a premi”?
Ad inizio anni 2000 un’importante catena di supermarket lanciò una raccolta punti diventata famosa e che dura tutt’ora: i “punti fragola”. Punti fragola legati al volume economico degli acquisti, e raccolta extra di punti su alcuni prodotti che variano di volta in volta. I punti-fragola raccolti danno la possibilità di accedere ad un catalogo di premi messi in bella mostra: più compri, più punti, più regali. Una perfetta catena del valore: anche carina.
L’assessore al Welfare della regione Lombardia, Guido Bertolaso, ad una convention sulla sanità di Forza Italia svoltasi a Milano, ha lanciato una idea analoga: una tessera a punti – ossia “punti fragola” – ai cittadini virtuosi che accettano di aderire alle campagne di screening per la prevenzione: terme e skipass, i premi. Anche il ministro Tajani ha apprezzato l’idea. E per chi non scia e non ama le terme?
In diverse interviste successive l’assessore è tornato convinto a sostenere la sua idea che poggia su solide basi “tecniche”, perché lui, “uomo della Prevenzione”, conosce il valore e la necessità di prevenire le malattie, per dare a tutti più anni di vita e salute: con gli screening il cittadino si assicura di non avere malattie e “noi riduciamo i costi”.
Eccola lì che spunta la “catena del valore”: produrre esami in serie (radiografie, esami del sangue, colture biologiche) tutti prenotati e organizzati a catena di produzione (non “on demand”), migliora l’efficienza, ossia i guadagni di chi produce. Individuato il soggetto a rischio, si organizza la catena di produzione di “accertamenti, terapie e controlli”: l’efficienza produttiva aumenta e si riducono i costi del personale. E aumentando ed efficientando la produzione (cioè togliendo di mezzo gli imprevisti) i costi per unità di prodotto si ridurranno. Pazienza se i costi complessivi aumenteranno, perché nella catena del valore ad una diminuzione di costo unitario per prodotto si deve per forza avere un aumento del volume di prodotto venduto.
Chi al momento non è a rischio si può rituffare gioioso nel mercato del consumo – terme e skypass – per godere, spendendo magari con ulteriori extra, la sua “salute garantita e certificata”. Pinocchio nel luccicante Paese dei Balocchi.
Perché poi non aggiungere qualche punto fragola extra, per chi esegue puntualmente “esami programmati”? E in base al profilo di rischio perché non aggiungere punti extra se tieni comportamenti virtuosi? Niente acquisto di bevande zuccherate se sei a rischio di diabete, solo carni a basso contenuto di colesterolo se sei a rischio dislipidemico, meglio se prodotte artificialmente che sono più green, con super punti aggiuntivi. Super premio speciale a chi fa almeno 10.000 passi al giorno, certificati dallo smartwatch, magari messo a premio oltre alle Terme. E’ già ora tutto fattibile. E, alla fine, quando non ci sarà più niente da fare, magari un “fine vita” asettico: in fondo abbiamo goduto di tutto quanto c’era da godere e da quel punto in poi saremo solo un costo fastidioso.
Pinocchio, diventato ciuchino, una volta azzoppato e non più utile viene gettato in mare per fare con la sua pelle “un tamburo per la banda musicale”.
Bertolaso nuovo “omino burroso” del Paese dei Balocchi? Non esageriamo: forse non ha nemmeno letto tutto il libro di Pinocchio.
Ps: alla fine Pinocchio ha ritrovato la sua “relazione” con Geppetto: ed è diventato bambino, cioè “libero”.