Il silenzio dei nostri giornali sull’intervista a Putin – di Massimo Brundisini

Il silenzio dei nostri giornali sull’intervista a Putin – di Massimo Brundisini

L’intervista dell’anchorman più famoso degli USA, Tucker Carlson, al Presidente Putin, è stata senza dubbio un evento straordinario. Ma dalle nostre parti non c’è stata grande risonanza, forse perché c’era Sanremo, o forse no. Neanche il programma di Monica Maggioni della domenica pomeriggio, di solito con grande copertura sulla politica estera, ne ha fatto cenno, e la cosa lascia stupiti. Solo nelle prime 24 ore ci sono state nel mondo, su X e soprattutto negli USA, 170 milioni di visualizzazioni (!!!!!), e questa cosa non sorprende?

Per chi non fosse riuscito a seguirla, anche solo per poter acquisire più dati e poter quindi formulare un giudizio più obbiettivo sui fatti storici, allego il link dove la si potrà vedere sottotitolata in italiano: ognuno potrà poi formulare il suo giudizio (CLICCA QUI)

A mio parere l’intervista, davvero illuminante, non ha bisogno di commenti, ma il consiglio è di ascoltarla tutta, anche se dura due ore. Per chi volesse approfondire i prodromi dell’intervista, allego anche il link di un mio recente articolo dove riportavo il pensiero di Carlson, quando ancora non si parlava di questo ultimo suo impegno (CLICCA QUI).

L’unica osservazione che mi sento di fare è che a causa dell’autocensura dei nostri giornalisti, dobbiamo aggiornarci sugli sviluppi di una guerra a noi vicina grazie ad un giornalista americano: veniamo trattati come dei ritardati, ma per fortuna il popolo si sta svegliando e comincia a capire chi sono i veri ritardati, e magari riuscirà a scongiurare la terribile previsione di Stoltenberg (nomen omen?) di almeno 10 anni di guerra con Putin. Questi, da parte sua, avrebbe forse come unica motivazione per allargare lo scenario di guerra, quella di andarsi a riprendere la sua villa in Sardegna (e quelle dei suoi sodali) e forse anche lo yacht.

Massimo Brundisini