I troppi giochi verso le europee

L6

Già Orban reclutato tra i conservatori europei della Meloni. Nella formazione  presieduta dalla nostra Presidente del consiglio giunge anche l’ultradestra francese di Eric Zemmour. Costui ha persino vagheggiato un dopo Marengo (battaglia  del giugno 1800, vinta da Napoleone, e grazie alla quale il futuro imperatore avrebbe dilagato nel Nord Italia) in salsa moderna: una “grande Francia” estesa fino alla Pianura padana. Un buon borgogna, se mischiato ai sogni della “grandeur” transalpina, può fare questi effetti …

E questo giornalista, di origine ebraico- berbera algerina, che ritiene che il francese possa solo essere cattolico e bianco, sceso in campo su posizioni ancora più estreme di quelle della Marine La Pen, è il nuovo “gioiello” inanellato da Giorgia Meloni.

Dal suo punto di vista, come meravigliarsi?Visto che anche Giorgia Meloni parecchia “grandeaur” l’ha nel proprio Dna e pensa in grande anche in Europa. Il problema è che, contemporaneamente, fa “l’amicona” della Ursula von der Leyen impegnata a dare un cerchio al coperchio e uno alla botte nel tentativo di farsi rieleggere alla guida della Commissione europea. Entrambe le “equilibriste, però devono stare attente a non incartarsi. Devono fare i conti con una realtà molto complessa e che, probabilmente, si chiarirà solamente dopo l’uscita delle schede dalle urne delle europee del prossimo giungo.

Il quadro ad oggi fa parlare di un’ondata “nera”. Ma forse l’errore sta nel guardare ai sondaggi che restano su quella parte superficiale dell’analisi del voto costituita dall’indagare solo sull’espressione generale dell’intenzione di voto.  In realtà, ci sarà bisogno di vedere come in tutti i 27 paesi saranno assegnati i seggi del Parlamento di Strasburgo. E questo anche alla luce di eventi inaspettati come sono stati quelli emersi con le recenti elezioni in Polonia e in Spagna, i cui risultati hanno portato alla formazione di governi non di destra contro ogni previsione. Peserà molto l’affluenza alle urne e come inciderà una tendenza, pressoché diffusa in questo momento dappertutto, a votare contro i singoli governi dei 27 paesi.

E così, i giri di danza in corso potrebbero anche rivelarsi del tutto inutili. Come potrebbero, invece, portarci a situazioni del tutto inedite. Ad esempio, quelle che potrebbero emergere nel Partito Popolare europeo fortemente diviso su un possibile accordo con i conservatori, generalmente avvertiti come diretti concorrenti da molti popolari. La Ursula von del Leyen sembra pensare, allora, ad una Meloni disposta a farle da “ruota di scorta” in grado di portarle, eventualmente, dei voti aggiuntivi per continuare grosso modo con l’attuale maggioranza che prende proprio il suo nome, “Ursula”.

Intanto, però, cresce l’insofferenza in larghi settori dei popolari europei. E così un’autorevole esponente del Ppe rimasto anonimo ha fatto sapere che i movimenti in atto potrebbero finire, invece, per costituire “un serio ostacolo per la futura cooperazione del centro-destra nel Parlamento europeo” e rafforzare l’asse tra liberali, socialisti, verdi. La conferma che troppi giochi potrebbero finire per far … “incartare”.