Se il Papa rifiuta il finanziamento dai costruttori di armi

Se il Papa rifiuta il finanziamento dai costruttori di armi
Era il 16 marzo del 2013 quando Jorge Mario Bergoglio, appena eletto Papa con il nome di Francesco, disse che sognava una “Chiesa povera per i poveri” e che la lotta alla corruzione e alla mondanità sarebbe stata uno dei fondamenti del suo pontificato.
In pochi gli credettero, e fu proprio da quel momento che alcuni esponenti della Curia e dell’alto clero incominciarono a diffondere critiche velenose contro il nuovo Pontefice.  Lo scetticismo sulle reali capacità di Papa Francesco di riuscire nella battaglia per liberare la Chiesa dalla corruzione è svanito nel corso degli anni. E la lotta alla corruzione ha trovato un repentino compimento a causa di ciò che è accaduto negli ultimi mesi.
Con la sentenza emessa il 16 dicembre 2023 dal Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, secondo la quale il cardinale Angelo Becciu e altri nove imputati sono stati condannati a scontare pene detentive e a risarcire il Vaticano con centinaia di milioni di euro, Papa Francesco ha dimostrato al mondo intero che il suo sogno di contrastare la corruzione non era soltanto un’utopia. Il clamore di una sentenza storica, mai emessa in precedenza nella storia della Chiesa, ha dato un chiaro segnale a tutti coloro che erano convinti di poter continuare a fare operazioni finanziarie e politiche poco trasparenti all’interno dello Stato Vaticano.
Si è arrivati così alla vigilia di Natale, con una vicenda di segno diverso, ma altrettanto rivelatrice del nuovo corso impresso da Papa Francesco: la dirigenza dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, presieduta dal Prof. Tiziano Onesti, ha rifiutato, in maniera del tutto inaspettata, una donazione di un milione e mezzo di Euro offerta dalla Leonardo SpA (ex Finmeccanica) per l’acquisto di un’apparecchiatura di diagnostica radiologica.
È emerso che, dopo consultazioni con la Segreteria di Stato vaticana e con lo staff di Papa Francesco, la Presidenza dell’Ospedale Bambino Gesù è giunta alla conclusione che non poteva accettare la donazione offerta da una grande impresa specializzata nella produzione di armi in dotazione alle Forze Armate di diversi Paesi.
Il rifiuto della donazione è stato quindi motivato per «evitare di mettere in imbarazzo la Santa Sede, in questo periodo alle prese con guerre sanguinose che il Pontefice denuncia ogni giorno».
Il significato di tale rifiuto appare evidente. Sarebbe stato altamente contraddittorio se la Chiesa avesse accettato una consistente donazione da parte di un’azienda produttrice di armi, laddove Papa Francesco si batte ogni giorno contro la guerra e sostiene che i soldi spesi per le armi dovrebbero essere impiegati per fini umanitari. È la prima volta nella storia che un organismo della Santa Sede rifiuta una donazione di tale entità.
La notizia è stata diffusa dagli organi di stampa. La Leonardo SpA ha emesso un comunicato in merito al rifiuto dell’Ospedale Bambino Gesù ed ha annunciato l’intenzione di spostare la donazione alla “Fondazione Gaslininsieme ETS”, che raccoglie fondi per l’Ospedale pediatrico “Giannina Gaslini” di Genova. Ma la Fondazione “Gaslininsieme ETS” ha diffuso a sua volta una nota, in merito alla notizia diffusa dalla stampa, nella quale precisa di non aver ricevuto tale proposta di donazione da parte del gruppo industriale Leonardo.
In questo difficile contesto emerge con chiarezza l’appello di Papa Francesco di pregare per lui, «perché ho bisogno dell’aiuto di Dio per rimanere fedele alla vocazione che Lui mi ha dato». Appello lanciato nel corso di un’intervista trasmessa il 14 gennaio dall’emittente televisiva “La9”.
A tale proposito viene da pensare alle voci che, all’interno della Curia, esprimono dissenso nei confronti di questo coerente atteggiamento del Papa, che non è nuovo a rifiutare donazioni da parte di società coinvolte in affari disapprovati dalla dottrina sociale della Chiesa.
Sono invece positive le reazioni da parte del popolo dei credenti e non. Ha scritto infatti padre Tonio Dell’Olio, già coordinatore nazionale di “Pax Christi”, movimento cattolico internazionale per la pace: «Quello dell’Ospedale costituisce un precedente molto importante, che fa onore soprattutto per la coerenza e perché, al di là di ogni pur profonda convinzione, francamente non è facile rinunciare a una cifra così importante. Non è sempre vero che “pecunia non olet”. E c’è chi ha il coraggio di dire no».
 
Antonio Gaspari 
Pubblicato su www.orbisphera.it