Per un partito della pace e della felicità – di Massimo Brundisini

Per un partito della pace e della felicità – di Massimo Brundisini

Questo articolo avrebbe potuto intitolarsi  ”Venti di guerra”, ma quella parola blasfema non merita titoli, ho quindi optato per la decisione di usare parole di speranza. Parto da un’agghiacciante notizia Ansa: “Nato: «La pace non è più scontata, dobbiamo essere pronti: le opinioni pubbliche dei Paesi che compongono la Nato “devono capire” che non si può più dare la pace per “scontata” nei prossimi anni e che la guerra è un fenomeno che coinvolge tutta la società, che deve sostenere i militari “con uomini e mezzi”. Lo ha detto il Presidente del Comitato militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer, al termine della riunione dei capi di Stato Maggiore alleati, come ricorda in un articolo Maurizio Blondet (CLICCA QUI).

Ora, la prima cosa che mi viene in mente è che è triste constatare gli inquietanti limiti di un militare giunto ai massimi livelli di carriera che dimostra di non avere la necessaria serenità di giudizio ed anche gli adeguati mezzi cognitivi per realmente rendersi conto della bestemmia pronunciata: i suoi, e purtroppo non solo, imbalsamati schemi mentali sono evidentemente ancora retaggio delle schermaglie della Guerra fredda. Certo, dietro affermazioni apodittiche e che apparentemente non lasciano spazio a repliche, ci sono degli input da parte dei nostri rappresentanti politici, che poi si nascondono dietro il subalterno in divisa.

Siamo nuovamente allo scontro dei blocchi e la sensazione che si prova e che ci siano delle menti diaboliche a creare le condizioni per cui veniamo costretti a vivere nell’incubo continuo di essere attaccati da ipotetici nemici che, è vero, fino a pochi mesi fa si impossessavano di ville nel nostro “bel Paese”, occupavano con protervia i nostri ristoranti e minacciavano i nostri porti con lunghissimi yacht. Qualche nostalgico della guerra fredda ha deciso di prolungarla all’infinito, ad esempio organizzando e finanziando colpi di stato con cinque miliardi di dollari, come ammesso dalla sottosegretaria alla difesa statunitense Nuland: sia che rimanga fredda, sia che possa diventare calda fino all’olocausto nucleare, noi siamo sempre condannati a subire decisioni di personaggi bestiali, negativi e antiumani.

Sempre dall’articolo di Maurizio Blondet, riporto questa citazione “Il Ministro della Difesa britannico, Grant Shapps, anglo-ebreo, ha avvertito tutti tramite un video caricato su X/Twitter: il mondo è in una fase “prebellica”, ed un grosso conflitto potrebbe scoppiare entro cinque anni in alcune aree chiave contro le principali potenze mondiali in ascesa”. Non si tratta di un suo timore, sta rivelando a cosa si sta puntando affinché iniziamo a prepararci psicologicamente. La Nato nel frattempo ha annunciato, al confine russo, la più grande esercitazione degli ultimi decenni, con 90000 uomini, e della durata sembra di alcuni mesi. Allego anche il link di un a recentissima intervista a Yuval Noah Harari, teorico del World Economic Forum, considerato da molti forse una delle menti più brillanti del Pianeta, sottotitolato in italiano (CLICCA QUI). Dice Harari: “Vi do un avvertimento urgente che alcuni sperano che tu ignori: altre guerre stanno arrivando”.

Non so se siamo arrivati a un grado di obnubilamento, nonché di assuefazione all’obbedienza acritica, tale da impedirci di avere un sussulto di indignazione e di rifiuto di fronte a questa folle aberrazione: personalmente, e non solo perché sono un obbiettore di coscienza, spero che le opinioni pubbliche invocate dal Dottor Stranamore Bauer, sulle orme della protesta dei trattori in Germania, mettano in campo una ribellione forte e potente per zittire questi politici palesemente incapaci e ormai ridotti ad un totale asservimento a volontà superiori negative e a idee distruttive e antiumane. La propaganda martellante produce effetti dirompenti e siamo tutti succubi.

Ma per fortuna c’è un politico che ancora non ha perso il lume della ragione, ha una chiara visione, ma ha anche il grande coraggio di chiamare le cose con il loro nome e di confutare alla radice la narrativa guerresca vigente: si tratta del Primo Ministro slovacco Robert Fico, che ha rilasciato un impressionante editoriale sulla follia della strategia occidentale in Ucraina (CLICCA QUI). Le dichiarazioni all’interno del seguente link

Fico termina il suo intervento con queste parole:” Auspico inoltre una graduale standardizzazione delle relazioni tra i paesi membri dell’UE e la Russia. E non sarò più soggetto alla stupida demagogia liberale e progressista che offende la fondamentale giustizia umana e alla fine causerà enormi danni”. Finalmente un uomo libero e un politico degno di tale nome, un esempio che spero verrà presto seguito da altri, ponendo fine alle pietose performance della Von der Pfizer.

Detto ciò, cosa si può fare? Per cambiare le cose democraticamente è indispensabile creare un partito dedicato e ottenere così un pieno di consensi. In due miei precedenti scritti avevo proposto la creazione di un Partito Popolare della Pace (CLICCA QUI e QUI): la mia idea è che un tale partito potrebbe essere in grado di raccogliere moltissime adesioni, soprattutto da parte degli appartenenti al primo partito (di gran lunga) in Italia, gli astenuti.

Le elezioni europee sarebbero l’ideale campo di prova, grazie al sistema proporzionale. Il dibattito politico è già in gran fermento, grandi proclami, geometrie variabili, sguardo rivolto ora al passato, ora al futuro. Nel recente convegno dal titolo “L’Appello di Sturzo tra progressisti e conservatori”, ci sono stati, ad esempio, molti interessanti interventi, tra cui quello di Giancarlo Infante (CLICCA QUI).  Mi ha colpito, tra gli altri, quello dell’attuale sindaco di Udine Alberto Felice de Toni: egli ha utilizzato, a più riprese, la parola “felicità”, a partire dallo slogan della sua lista civica “Quadrifoglio”, e cioè “Udine Città Felice”. Ricordando che Udine è arrivata prima nella classifica delle città più vivibili del “Sole 24ore”, De Toni, che si chiama anche Felice (!), parla poi del “diritto alla felicità” delle persone e della comunità. Il diritto alla felicità è presente solo nella Costituzione americana, dove era stato inserito dal Presidente Thomas Jefferson, ma a sorpresa ci dice che la cosa gli era stata suggerita dalle riflessioni del famoso giurista e filosofo napoletano Gaetano Filangieri che per anni era stato in contatto con lui ed anche con Benjamin Franklin. Cita poi il saggio di Ludovico Antonio Muratori “Della pubblica felicità” del 1749, e ci ricorda che l’ONU ha istituito nel 2022 la Giornata Mondiale della Felicità, il 20 Marzo, ed anche il Report Mondiale sulla Felicità. Ci ricorda anche il libro, sempre del 2022, di Papa Francesco:” Ti voglio felice”.

Ecco allora che la proposta di un Partito Popolare della Pace potrebbe diventare “Partito Popolare della Pace e della Felicità”.

Massimo Brundisini