Invece delle passerelle elettorali pensiamo agli avvertimenti della Ue – di Antonio Troisi

Invece delle passerelle elettorali pensiamo agli avvertimenti della Ue – di Antonio Troisi
A Davos, il Vice Presidente della Commissione Ue ha affermato: “abbiamo chiesto all’Italia di intraprendere deviazioni e di rimettere in linea i conti pubblici con le nostre raccomandazioni. Spero poter vedere, quanto prima, i passi avanti da compiere”. Criticità confermata anche dall’Ufficio Parlamentare per il Bilancio secondo il quale il Governo deve essere “pronto a usare misure per le raccomandazioni dell’UE”.
Dunque, se l’Italia è considerata come un “pane” d’Europa “mezzo cotto e mezzo crudo”, non è possibile limitarsi alle “passarelle elettorali” con Ursula von der Leyen. Piuttosto, va individuato un “forno” che trasformi l’Italia in
un “pane interamente cotto, non limitandosi a riforme di struttura marginali. In particolare, mi riferisco alla mancata attuazione della nuova “Pubblica amministrazione per Risultati”, basata sulla conformità alla legge ed anche all’equilibrio di bilancio e al concorso alla stabilita del debito pubblico, da calcolare secondo una precisa
normativa.
La soluzione del problema era già stata offerta dal Governo Prodi 2 con il “Libro Verde della Spesa Pubblica” (MEF 6 settembre 2007), il quale dimostra come spendere meglio sia l’unico modo per conciliare gli obiettivi del pareggio e della discesa del debito pubblico con l’orientamento del bilancio alla crescita ed all’equità sociale. Pertanto, definisce una sistematica revisione della spesa pubblica (spending review), intervenendo sui meccanismi profondi di generazione.
Tuttavia, questa novità ha incontrato notevoli difficoltà nel mondo politico ed in quello della burocrazia comunale, legati ad un’ottica essenzialmente giuridica della vecchia “Pubblica amministrazione per Procedure” sempre più rivelatasi un collo di bottiglia che ha impedito la coniugazione del profilo analitico con quello quantitativo, imposta dalla nuova Pubblica amministrazione. Ne è conseguita una sostanziale inattuazione di detta riforma e causa del
massiccio ricorso alla “spesa storica”, improduttiva e senza concorrere alla stabilità del Debito pubblico.
Il problema della suddetta coniugazione è stato risolto da Gaetano Manfredi, illustre Matematico applicato già Rettore dell’Università di Napoli , Presidente della Conferenza dei Rettori e attuale Sindaco di Napoli, con il
ricorso al modello della “Sinergia Istituzionale “. Questo, basato sulla necessita di coniugare nell’esame dei risultati dell’attività dell’ente locale il profilo analitico con quello quantitativo, assicura il conseguimento di “obiettivi” di natura quantitativa, verificabili sulla base di riscontri oggettivi. Si realizza, cosi, la funzionalità ad una corretta contabilizzazione degli effetti economici, grazie al vincolo di bilancio che garantisce la compatibilità delle scelte di investimento con il complessivo equilibrio dei conti.
La tecnicità del calcolo non stende un ombra di opacità, ma, al contrario, consente ex ante di valutare gli effetti e correggerli nella maniera migliore ,evitando risultati inattesi ed ormai non più modificabili. Con detta coniugazione il Sistema delle Autonomie locali realizza il concorso alla stabilità del Debito pubblico, necessario per realizzarne il Piano di aggiustamento richiesto dalla UE.
Due significative applicazioni di detto schema sono state realizzate da altri due rettori. Mi riferisco alla proposta di Alberto Felice de Toni, già Rettore dell’Università di Udine e attuale Sindaco di Udine, intesa a superare i limiti della legge regionale n.21 /2019 . In particolare, risponde alla richiesta di un criterio di oggettiva virtuosità finanziaria nella erogazione dei trasferimenti finanziari dalla regione ai quattro enti di decentramento regionali e, all’interno di ognuno di essi, tra il capoluogo dell’Ente e i comuni appartenenti alla stessa area territoriale.
Anche Luciano D’Amico, già Rettore dell’Università di Teramo, ha proposto una concertazione con la società abruzzese, impostata sullo schema della Sinergia istituzionale. Viene, cosi, eliminato il collo di bottiglia dell’asimmetria informativa del PNRR che, ignorando le regioni prive di Citta Metropolitane, condanna all’isolamento l’Abruzzo. In conclusione, il ricorso dei tre rettori alla Sinergia Istituzionale è basato sull’europeizzazione della finanza pubblica, recepita dalla riforma costituzionale del 2012 ed accettata da tutti gli 8000 sindaci senza distinzione di provenienza politica o territoriale.
La riqualificazione del 36,40% della spesa pubblica complessiva elimina una delle cause più importanti dell’elefantiasi del debito pubblico e crea la premessa per un sentiero di “discesa” del deficit pubblico. Pertanto, può valere per tutti i partiti affinché la campagna elettorale delle europee serva a scegliere la strategia per riconquistare la fiducia dei partner comunitari, messa in crisi dalla mancata riduzione del Debito pubblico e dalla bocciatura del Mes.
Antonio Troisi