Musk e il “forza umani” – di Massimo Brundisini
Prima del suo intervento ad Atreju, il convegno di FdI (qui con traduzione, purtroppo solo dal minuto 12:50 CLICCA QUI ), mi ero già occupato di Elon Musk in tre precedenti articoli: sono andato a rileggermeli per verificare quanto scritto allora alla luce delle sue ultime esternazioni (CLICCA QUI , QUI e QUI).
Sicuramente ho potuto verificare una grande coerenza: detto questo cercherò di analizzare le motivazioni della sua presenza al convegno di FDI, ma soprattutto proverò a vagliare il valore dei messaggi che ha voluto dare. Una considerazione a latere è quella di trovarsi davanti ad una persona molto sorridente, ma che quando deve affrontare argomenti importanti, come l’Intelligenza Artificiale, diventa serissimo e si concede lunghe pause di riflessione. Altra osservazione è che molte sue affermazioni sono state accompagnate da vere ovazioni. Ci troviamo sicuramente, comunque la si pensi, di fronte ad una persona eccezionale, capace di concepire la dimensione cosmica della realtà.
La presenza ad Atreju può essere vista come la naturale risposta ad un invito della Primo Ministro italiano, quindi motivazioni pratiche al di là delle simpatie politiche, o forse no.
Analizziamo i fatti: la sua preoccupazione principale, sottolineata presentandosi sul palco con il suo ultimo figlio, è la crisi demografica, in particolare in Italia. Al convegno si è allegramente, e con grandissimo realismo politico, sorvolato sul fatto che Musk avesse avuto uno dei suoi 11 figli, l’ottavo, non so se era quello con lui sul palco, ricorrendo alla GPA (gestazione per altri), pratica duramente attaccata da FDI, ma tant’è. È stato il tema iniziale e ha lanciato un accorato invito ad invertire il trend negativo della natalità per non perdere la continuità con l’immenso patrimonio culturale ed umanistico vanto della nostra Nazione, ma non solo, che a suo avviso rischia di essere disperso. Ha poi anche realisticamente affermato che, si, l’Italia è un buon posto per investire, ma il basso tasso di natalità potrebbe creare dei problemi.
Altro tema affrontato, e anche qui con grandi manifestazioni di approvazione, è stato quello ambientale. Da provato ambientalista, ha però affermato che le mucche non sono pericolose per il clima, e che l’abbandono delle materie fossili, peraltro necessario, debba avvenire gradualmente e senza traumi, e questo per evitare di perdere la speranza per il futuro. Ha poi affermato che dobbiamo essere eccitati per quanto ci può portare il futuro, e ha esortato a mantenere una grande carica di entusiasmo. Ecco, entusiasmo è la sua nota peculiare, e non è cosa da poco.
A domanda sul cosiddetto “woke mind virus”, ossia il virus della mentalità “woke”, in poche parole del “politicamente corretto” portato all’estremo, altro suo bersaglio preferito, ha affermato che è fondamentalmente antiscientifico, antimeritocratico e antiumano in generale, e che se non verrà fermato, la civiltà non potrà evolvere e non diventerà mai “multiplanetaria”. A suo dire l’ideologia “woke” è deprimente, mette le persone le une contro le altre, ma mette anche a rischio addirittura l’evoluzione. Al contrario, lui parla di eccitazione verso il futuro, che deve essere invece divertente ed emozionante. Parla poi di espansione della nostra coscienza collettiva, per poter infine diventare una civiltà spaziale, per cercare di capire la natura dell’Universo e il significato della vita, ma sempre cercando di fare tutto in maniera divertente!! La sua guerra contro il politicamente corretto è stato il motivo per cui ha acquistato Twitter, che per lui era il regno del “woke”, un virus che, a sua detta, sembra che ti voglia sempre rimproverare, che è contro la civilizzazione e che volendo imporre il suo punto di vista finisce per instaurare una censura di fatto. Prima del suo arrivo Twitter era presidiato dall’FBI che aveva accesso anche a tutte le chat private. In pratica Elon Musk si ritaglia un ruolo di difensore dei deboli e degli oppressi contro i manipolatori della realtà e contro l’oppressiva pressione della propaganda: il suo scopo dichiarato è restituire al popolo parte della libertà che gli era stata sottratta dal Grande Fratello, una sorta di Angelo Vendicatore mandato dal Cielo. Ecco la sua dichiarazione: “A essere sinceri, quasi tutte le teorie complottiste che la gente aveva su Twitter si sono rivelate vere”, ovvero censura contro tutte le notizie contrarie al main stream, controllo dei twit da parte dell’FBI e dei servizi segreti, ma soprattutto apologia estrema della “wokeness”.
Interpellato poi sull’argomento immigrazione, si è detto favorevole all’immigrazione legale, quindi necessità di qualche regolazione nei flussi.
Si è poi soffermato molto sull’Intelligenza Artificiale (IA), definendola un’arma a doppio taglio, capace di migliorare la vita di tutti noi, ma con incognite che vanno analizzate e al bisogno gestite: ci ricorda infatti che all’IA manca la coscienza. Subito dopo afferma, con tutta calma, che l’idrogeno, in ultima analisi, arriva a parlare con se stesso e che noi potremmo essere costituiti da atomi derivati dall’esplosione di una stella!! Auspica quindi la creazione di un regolatore, di un arbitro, per quanto riguarda l’IA, perché c’è il rischio che possa manipolare l’opinione pubblica.
Ricorre poi ad una buffa analogia tra i lacci che bloccavano il gigante Gulliver e le tante normative emanate a livello europeo, essendo lui, come si sa, poco amante delle regole. E ancora, tema sempre legato all’acquisto di Twitter, ribadisce l’importanza per la democrazia della libertà di parola, che in fin dei conti ha un senso solo se si consente alle persone che non ti piacciono di dire le cose che non ti piacciono: se si impedisce alle persone di dire quello che pensano, come sta succedendo con le attuali normative contro le fake news, stiamo con tutta evidenza parlando di censura.
Verso la fine dell’incontro, sua sponte, non dovendo cioè rispondere a domanda precisa, ricordando il famoso paradosso di Fermi, dice che gli viene chiesto molto spesso,” dove sono gli alieni”? E allora spiega, un po’ sibillinamente, che In questa parte della galassia siamo gli unici ad avere coscienza, che quindi è proprio una piccola candelina, e dobbiamo fare il possibile affinché questa candelina non si spenga. Per preservare quella coscienza, se dovesse capitare qualcosa al Pianeta, dovuta all’uomo o ad eventi naturali, dovremmo essere pronti a diventare una specie multistellare, e allo scopo il suo obbiettivo è quello di approntare una flotta di mille astronavi per colonizzare Marte.
Ma quello che mi ha veramente colpito è stata la sua esortazione finale, accompagnata da un grande sorriso:” GO HUMANS!!!”, ovvero “FORZA UMANI”, e si è avuta la netta impressione che provenisse da un essere di altri mondi catapultato qui per aiutarci a superare le enormi difficoltà in cui ci troviamo.
Ricordiamo in proposito le parole di Walter Isaacson, autore della sua biografia (e anche di quella di Steve Jobs):” Non ci stupiremmo troppo se si strappasse la camicia e scoprissimo, dall’assenza dell’ombelico, che non è nato su questo Pianeta. L’ho sentito parlare con la convinzione di un profeta della necessità di alimentare la fiamma della coscienza umana, decifrare l’Universo e salvare il Pianeta: mi sono convinto che il senso di una missione da compiere sia parte integrante delle sue motivazioni. Mentre altri imprenditori hanno maturato a poco a poco una visione del mondo, lui ha maturato una visione del cosmo”.
Riporto alcuni brani dal saggio di Fabio Chiusi “L’uomo che vuole risolvere il futuro”: che cosa rappresenta l’estrema frontiera del “soluzionismo tecnologico”: “Musk annuncia comunque un futuro di benessere e felicità infiniti, dove miseria, malattia, scarsità, perfino il lavoro non saranno altro che ricordi di un’epoca passata di barbarie e irrazionalità. L’ Intelligenza Artificiale potrebbe – meglio, quasi certamente potrà, dice Musk – superare l’umano e, per errore o diletto, annientarci ora e per sempre. O forse potrebbe essere la stupidità umana a mettere fine alla storia, questa volta per davvero, con qualche sua perversione ideologica, una qualche conseguenza del suo agire senza considerare le conseguenze di lunghissimo termine delle proprie azioni. Qualunque sia la causa, la diagnosi è certa: è ora che c’è bisogno di salvarci. Ora che i “rischi esistenziali” minacciano la fine della civiltà umana si impone la necessità di un cambiamento. Anche la religione del muskismo ha le sue apocalissi, dunque. Solo che non recano ad alcun giudizio universale: l’universo, direbbe Musk, con il suo idolo e guida Douglas Adams (l’autore della “Guida galattica per autostoppisti”), ha già da sempre giudicato; è già la risposta. Tutto ciò che possiamo fare è cercare le domande giuste, porle, e tentare di meglio avvicinarci alla sua comprensione – oppure estinguerci, sparire nel silenzio di un cosmo che potrebbe essere vuoto, senza di noi, privo della “luce della coscienza” che Musk vorrebbe, con la sua vita e le sue opere, estendere il più possibile, sulla Terra e nello spazio. Siamo noi, insomma, l’apocalisse. E solo a noi spetta il compito di evitarla”.
“Non importa quanto le sfide poste dalla realtà siano imbevute di storia, discriminazione, violenza. Importa la loro riduzione a risposta computabile, quantificabile, algoritmica. Quello che importa, insomma, è la loro riduzione scientifico-matematica, il loro essere sostanzialmente problemi di calcolo, di efficienza. Musk è elevato a rango di divinità perché incarna meglio di ogni altro questo mito soluzionista, che sta al fondamento dell’innovazione secondo Silicon Valley e insieme della nostra stessa idea di progresso. Perché gli ha dato un volto irriverente e affascinante. E perché, contrariamente alla maggioranza dei soluzionisti, qualche soluzione l’ha prodotta davvero”.
Speriamo che la sua noncuranza e spavalderia nell’opporsi a personaggi di grande potere mondiale come Klaus Schwab, patron del World Economic Forum, o George Soros, ma anche Gates, Zuckerberg, Bezos e compagnia cantante, personaggi equivoci, falsi filantropi e feroci difensori delle proprie ricchezze e del proprio potere, non provochi reazioni scomposte, come già cominciano a palesarsi sui media main stream: un esempio è l’accusa che gli è stata mossa di utilizzare sostanze varie, accusa che paradossalmente potrebbe rivelarsi un boomerang, visti i risultati.
Massimo Brundisini