Pd: non pervenuto neppure da Gubbio – di Domenico Galbiati

Pd: non pervenuto neppure da Gubbio – di Domenico Galbiati

C’era da aspettarselo. Alle ragioni originarie si aggiunge la catena di errori che necessariamente derivano dai fondamentali sbagliati su cui si è preteso di costruire un partito, la cui reale fisionomia non è mai andata oltre la forma del mero aggregato elettorale. Né si può imputarne l’ attuale condizione di impotenza al generoso, ma vano tentativo di Enrico Letta di raddrizzarne le sorti e neppure alla sbiadita performance di Elly Schlein, che, di fatto, nulla toglie e nulla aggiunge all’ inerzia strutturale del PD.

Neppure sul piano del sostanziale abbandono dell’attitudine “popolare” che avrebbe dovuto esserne la cifra distintiva, né in ordine alla progressiva deriva radicale ed individualista cui va incontro da tempo. All’ opposizione è altrettanto lecito chiedere una visione sufficientemente organica, almeno quanto è doveroso pretenderla dal governo.

Senonché, nel discorso della Schlein non se ne vede un briciolo. Anzi, sostanzialmente si concede alla Meloni il pieno titolo a condurre la danza, nella misura in cui se una traccia c’è nel discorso della Schlein – salvo qualche “acuto” contestato perfino all’interno del partito – è data dal “controcanto” ritmato su temi, argomenti e personaggi della maggioranza di governo. Riferimenti polemici talvolta appropriati, ma sostanzialmente inscritti in una schermaglia che – soprattutto nel quadro di un intervento impegnativo che traeva le conclusione di un conclave importante come quello di Gubbio – sa tanto di “Asilo Mariuccia” ( nota istituzione milanese, emblematica, nel gergo locale, di inguaribile infantilismo).

Taluni ritengono che a Gubbio la Schlein, come fanno i pugili quando salgono sul ring per intimorire l’ avversario, abbia voluto mostrare i muscoli, prima del match con Giorgia Meloni. Appuntamento – incontro, scontro o confronto che sia – che avrebbe ed avrà senso se condotto sul crinale dell’ argomentazione, possibilmente pacata, così da risultare ragionevole e comprensibile agli astanti. Ma, a quanto pare, assisteremo probabilmente ad un incontro di “wrestling”, dove la posa eclatante del gesto va di pari passo con la sua vuota teatralità.

Auguriamoci che, dopo tanti inni alle due donne al potere, la loro prossima esibizione non ci costringa a ridimensionare le tante positive attese che abbiamo riposto in tale beneaugurante evento.

Domenico Galbiati