Le europee del 24 e i cattolici

Le europee del 24 e i cattolici

I cattolici hanno avuto un ruolo fondamentale, se non preponderante – in modo particolare con Adenauer, De Gasperi, Schuman – nella costruzione dell’ideale europeo. Concepito, fin dalla sua prima origine, in nessun modo nel segno della potenza e della competizione internazionale, bensì – dopo la devastazione di due guerre mondiali ed il delirio nazi-fascista – secondo una prospettiva di speranza e di pace.

Il renano Adenauer, il trentino De Gasperi, l’alsaziano Schuman erano accomunati dal fatto di essere uomini di frontiera nei rispettivi paesi, posti sul crinale che, ad un tempo, separa ed unisce stati nazionali, storie e culture che, pur condividendo, per molti tratti, un antico radicamento comune – in cui il cristianesimo gioca un ruolo di straordinario, fondamentale rilievo, lo si riconosca da tutti o meno – si sono aspramente combattute per secoli.

Il loro sogno era la pace. E la sognavano da uomini politici, consci della responsabilità concreta, incessante, quotidiana che alla politica compete, consapevoli che la pace va costruita in un cantiere che non ha mai fine, né può essere confusa o limitarsi a nobilissime perorazioni, a sentimenti che sono necessari, ma non bastano. Sognavano di scoprirne le radici negli “umanesimi” che attraversano il cuore del vecchio continente, perché riportati all’ essenza che li accomuna nel segno della libertà e della dignità degli uomini, la potessero proporre anche al resto del mondo.
Il loro è stato un sogno audace e, nel contempo, ingenuo, sicuramente sostenuto dallo fede che hanno condiviso, dalla convinzione che, al di là degli orrori della guerra e del crimine istituzionalizzato, c’è pur sempre, nell’intimità di ognuno, un’attesa, una speranza che precede e va oltre la politica, ma che, ad un tempo, compete anche a quest’ultima saper cogliere e promuovere.

Stiamo entrando in un nuovo anno che verrà ricordato come un passaggio decisivo, al di qua e al di là dell’ Atlantico, in Ucraina ed in Palestina, per l’ architettura di un nuovo ordine internazionale. Un ordine che ancora non c’è, né si intravede, difficile da immaginare, difficile da costruire, necessariamente graduale e progressivo. Un ordine che non potrà consistere in un insieme multipolare e bilanciato di rapporti di forza, se non fondandosi su una visione, per molti aspetti comune o, almeno, reciprocamente compatibile tra i molti attori dello scenario internazionale, circa i destini del genere umano ed al quale, pertanto, l’ “umanesimo integrale” dell’ ispirazione cristiana è tenuto ad offrire un concorso importante.

L’augurio all’Europa che, qui da noi, vorremmo fare, in questo inizio del nuovo anno, è che tutti i cattolici italiani, pur nelle diverse opzioni del loro impegno e sfidando apertamente le ostilità al disegno europeo che pur incontrano in molti luoghi della loro militanza politica, nel solco e nel ricordo di Alcide De Gasperi, sostengano, senza titubanze, con il coraggio delle origini, il cammino verso l’unità politica del vecchio continente.