Quando la questione migranti serve solo a fare “passerella”

Quando la questione migranti serve solo a fare “passerella”

La questione immigrazione è diventata una vera e propria “passerella” ad Atreju, ormai diventata nell’immaginazione collettiva una sorta di località per convegni della destra, invece che un personaggio della fantasia. Anche con una serie di mezze verità probabilmente non colte dai più. Un po’ per non rompere l’idilliaco refrain delle parole d’ordine d’obbligo cui siamo da tempo abituati, indipendentemente dai risultati raggiunti. Un po’ perché non è comodo, non è facile per nessuno coglierli, quei paradossi, e trarne le dovute conseguenze logiche. A partire dalla prima, e più ovvia, che sotto il titolo migrazioni si aprono una quantità sterminata di sotto titoli che richiederebbero ciascuno approfondimento, conoscenza e conseguenti ed adeguate decisioni politiche. Il che richiederebbe, però, il riconoscimento della superficialità e la demagogia con cui se ne parla. Meglio buttarla in propaganda.

L’intervento di Musk, emigrato di lusso, lui che andò in America già con alle spalle un consistente patrimonio creato dal suo controverso padre, è un sudafricano che parla d’immigrazione regolare e lo fa invitando, giustamente, alla procreazione. Come se tra le due questioni ci fosse una relazione di causa – effetto. In ogni caso,  non conosce bene le condizioni di milioni di famiglie italiane che non sono in grado neppure di pensare a come poter mantenere un solo figlio.

Il Presidente del Consiglio albanese, Edi Rama, che a casa sua tende a sminuire l’accordo raggiunto con la Meloni, per altro bloccato al momento dalla sua Corte costituzionale perché vuole vederci chiaro, anche in materia di violazione di diritti, ieri sul palco di Giorgia Meloni è tornato ad esaltarla di nuovo quell’intesa.

Le due questioni restano tuttavia distinte. Ma nel “racconto” che ne hanno fatto i “fratelli d’Italia” sono finite con l’essere del tutto intrecciate, quasi come se il loro combinato disposto offrisse una soluzione a problemi ben più ampi, complessi e destinati a costituire una costante che, in realtà, non risolve il problema delle migrazioni solo facendo più figli o spostando i migranti in campi di detenzioni collocati all’estero. E’ inutile illudersi!

Su questo tema è poi giunta l’eco di un altro emigrato “di lusso”. Quel Sunak, di ricca famiglia indiana, diventato addirittura Primo ministro britannico e che è partecipe del controverso progetto del trasferimento coatto in Ruanda degli immigrati irregolari giunti nel Regno Unito. Quelli che insomma non si possono comprare un posto nelle costosissime scuole britanniche o che non frequentano la City londinese.

Sunak ha voluto dare una mano alla nostra Presidente del consiglio ricordano la ferma linea della signora Thatcher in materia d’immigrazione clandestina. Dimenticando, però, che negli anni della “lady di ferro”, in realtà, la Gran Bretagna si è riempita di migranti illegali che servivano alle aziende, alle fattorie, ai servizi e al commercio. Come ben sa chi frequentava il Regno Unito in quel periodo. Ci fu l’ondata dei polacchi, poi degli iracheni, dei siriani e di gente proveniente da tante altre parti del mondo, comprese colonie ed ex colonie. L’economia tirava e il mostrare la faccia feroce non impediva, poi, il lasciar correre. Bastava riuscire a pagarsi un corso d’inglese e, poi, si trovava lavoro e si riusciva ad uscire dall’illegalità.

Ma quello che preme ricordare è che, contemporaneamente, il Regno Unito non ha mai interrotto il flusso dell’immigrazione regolare. Anzi, ha costantemente favorito l’arrivo di forza lavoro in grado di coprire i vuoti che, come accade in Italia e in altre società economicamente avanzate, si creano per le inevitabili trasformazione che riguardano la produzione, i commerci e i servizi.

Così, Giorgia Meloni si è appoggiata a modo suo a tre “passerelle” straniere per compiere l’ennesima opera di “trasfert” del problema  e per non dire come stanno esattamente le cose. A partire dal fatto che sotto il suo Governo, quello che doveva risolvere il problema migranti una volta per tutte, stando alle cifre già vecchie di un mese, sono più che raddoppiati gli sbarchi di migranti sulle nostre coste fino a raggiungere la cifra di 147.235 persone contro i 91.623 dello scorso anno e i 57.970 del 2021. E l’anno non è ancora finito.

Queste operazioni di “transfert” contano, ovviamente, sul fatto che quello delle migrazioni è un tema su cui in troppi preferiscono rimanere alla superficie e andare avanti con parole d’ordine scontate e del tutto inadeguate alla gravità della situazione. Affrontare la complessità è cosa dura e, soprattutto, non elettoralmente conveniente.

Sempre a proposito di Sunak c’ è da citare oltre che le immediate polemiche esplose per la sua partecipazione “tossica” all’evento romano della destra meloniana (CLICCA QUI) il paradosso su cui ironizza la stampa del suo paese che riguarda quello che lui ha chiamato addirittura a dirigere l’Home Office, cioè il Piantedosi britannico. James Cleverly, conservatore anche lui ed uno dei più convinti delle deportazioni dei migrati in paesi lontani. Figlio di una infermiera proveniente dalla Sierra Leone, gli viene ricordato che se fosse stata applicata a suo tempo, nei suoi confronti, la stessa legge che egli vuole adesso introdurre sarebbe finito addirittura separato da sua madre, a meno che non fosse stato in grado di dimostrare di aver guadagnato almeno 38.700 sterline nei sei mesi precedenti la richiesta del permesso di soggiorno.

Anche ad Atreju, con tanti vuoti di memoria e di contenuti, tutti a parlare di immigrazione clandestina distinta da quella “regolare”. Peccato che a Musk e a Sunak, forse neppure a Rama, nessuno abbia spiegato bene che ancora abbiamo la Bossi Fini, quella che pure la Meloni si è ben guardata di abolire tanto per favorire l’immigrazione regolare. Perché è più facile fare propaganda piuttosto che una politica seria e dire come stanno davvero le cose.

Alessandro Di Severo