Una società di sonnambuli per il Censis – di Giuseppe Careri

Una società di sonnambuli per il Censis – di Giuseppe Careri

I sonnambuli: ciechi dinanzi ai presagi, scrive il 57^ rapporto del Censis sulla situazione sociale dell’Italia nel 2023. “La società italiana sembra precipitata in un sonno profondo”, sottolinea l’istituto di ricerca

IL sonnambulismo, continua il rapporto del Censis, non è imputabile solo alla classe dirigente ma anche alla maggioranza silenziosa degli italiani, al punto che il 6o% dei giovani è convinto di non contare nella realtà del nostro paese. Nel 2050 ci saranno 8 milioni di persone in età lavorativa in meno. L’84% dei giovani intervistati è ormai convinto che l’italia sia un paese irrimediabilmente in declino. Questa è la ragione perché nel rapporto Censis si ritiene “sonnambulo” chi è indifferente alle questioni politiche, ai problemi degli emigranti, alla diminuzione delle nascite, e all’età sempre più avanzata degli anziani.

Per la rilevazione del Censis, i giovani hanno maturato una concezione diversa del lavoro, una forma di declassamento, un tempo elemento essenziale della vita di uomini e donne di diverse generazioni. Oggi, infatti, i giovani tendono maggiormente alla cura della persona, a evitare lo stress e alla cura delle relazioni interpersonali. Non sorprende, quindi, che il 95% dei giovani aspiri soprattutto alla felicità derivante dalle piccole cose di ogni giorno.

Altro aspetto rilevante della ricerca è l’esodo dei giovani per altri paesi dove sperano in un migliore livello di benessere e di prospettive sociali. Negli ultimi dieci anni un milione e 600 mila italiani si sono stabiliti all’estero, di questi il 62% sono giovani, una grave perdita per l’economia italiana.

Per il 73% degli italiani, l’arrivo di milioni di emigranti che fuggono dalle guerre e dalla carestia metterà in crisi il nostro paese non sempre in grado di trovare strutture e politiche di accoglienza per un fenomeno diventato ormai epocale. Inoltre, il 73% degli italiani, ha forti preoccupazioni per il futuro delle loro pensioni messe a rischio dal numero sempre più basso di giovani immessi nel mondo del lavoro.

Oggi i 18/34 anni sono poco più di 10 milioni della popolazione totale, mentre nel 2003 superavano i 13 milioni. Nel 2050 è prevista una nuova diminuzione dei 18/34 anni che saranno poco più di 8 milioni, il 15% della popolazione.

Al contrario gli anziani sono oggi il 25% della popolazione mentre nel 2050 aumenteranno di ben 4,5 milioni, raggiungendo il 34,5% della popolazione totale. Non a caso la situazione sanitaria nel prossimo futuro sarà ancora di più in sofferenza per le liste di attese negli ospedali pubblici sempre più insostenibili.

La rilevazione del Censis fa una fotografia abbastanza realistica della realtà italiana, soprattutto per gli anziani, coloro che vivono con pensioni di fame, con l’aggravante di dover ricorrere spesso a medicinali e a ricoveri ospedalieri; non a caso la situazione sanitaria nel prossimo futuro sarà ancora di più in sofferenza per le liste di attese sempre più insostenibili.

Da un confronto internazionale emerge che nel periodo 2012/2019 in Italia la spesa sanitaria pubblica ha registrato un meno 4%, in Francia un più 15%, in Olanda più 16% e in Spagna più 8%. Bastano queste percentuali drammatiche per l’Italia, per capire quanto siamo indietro rispetto all’Europa in un settore, la sanità, così importante per i nostri figli e i nostri genitori. A queste cifre occorrerebbe rispondere con una politica adeguata, con studi altrettanto seri e soluzioni alla portata di mano di un paese industriale tra i primi sette paesi del mondo.

Una politica che dovrebbe stare sul campo, sui problemi reali di ognuno di noi e non intenti a polemizzare di continuo nei talk show senza che vengano affrontati realmente i molteplici problemi dei giovani, degli anziani e delle donne che continuano ad essere ammazzate senza una proposta che possa mitigare nel tempo i femminicidi. Una politica assente su diversi fronti, sulla scuola, i giovani, le donne, gli anziani, le famiglie che soffrono spesso in silenzio.

Basta, quindi, con i talk show assurdi tra politici privi di proposte e pieni di arroganza nei confronti degli avversari, ma soprattutto, prive di proposte per il paese. Basta con i privilegi ai parlamentari; occorre con urgenza uno sguardo e un’azione più approfondite sul paese, sui giovani, su quanti soffrono, sugli ultimi, come risulta in modo chiaro dal rapporto del Censis, per eliminare le disuguaglianze, a impedire che i nostri giovani “emigrino” all’estero, o che per un ricovero in una struttura pubblica occorrano tempi lunghissimi e inaccettabili. Il 57^ rapporto del Censis ci ha allertato con la sua indagine approfondita sui mali dell’Italia, ora tocca alla classe politica, ai politici di destra e sinistra, intervenire con riforme e soluzioni ormai non più procrastinabili.

Giuseppe Careri