Avv. Galletti: basta con l’idea di riformare la Giustizia a costo zero

Avv. Galletti: basta con l’idea di riformare la Giustizia a costo zero

L’intervista del Ministro della Difesa Guido Crosetto  al Corriere della Sera, assieme alle polemiche seguite alle sue dichiarazioni sulla Magistratura “antagonista”, ha ulteriormente rilanciato il dibattito sulla Giustizia. Numerose voci si sono levate dentro e fuori i Palazzi di Giustizia. Tra quelle emerse tra gli avvocati abbiamo raccolto l’opinione dell’avv. Antonio Galletti intervenuto con un’intervista a Notizie.com. L’ex Presidente dell’Ordine degli avvocati di Roma e componente del Consiglio giudiziario della Corte di Appello di Roma commenta le dichiarazioni del Ministro  sostenendo che la Politica non può continuare a pensare a delle riforme a “costo zero”.

Secondo l’avv. Galletti, il ministro “ha fatto una valutazione politica che per poter avere un fondamento, necessita di riscontri. Allo stato è solo un’ipotesi e non ci sono prove”. Egli sottolinea anche che il galateo istituzionale – che prevede un dialogo tra i poteri dello Stato evitando contrasti e accuse reciproche – nel nostro Paese è venuto meno da anni. Quella di Crosetto è un’opinione espressa nella dialettica politica e che può essere contrastata da altre opinioni più o meno autorevoli”.

L’ex Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Roma ritiene però che non “ci siano avvisaglie di questo tipo. Non so se il ministro sia a conoscenza di fatti specifici. Ma se lo fosse, farebbe bene a denunciare all’autorità giudiziaria. Del resto anche il governo, attraverso il ministro della Giustizia, avrebbe la possibilità di esercitare attività ispettiva. Avrebbe tutti gli strumenti che l’ordinamento mette a disposizione per fare verifiche ed eventualmente scongiurare comportamenti contrari alla legge”.
Sul tema più generale della Giustizia l’avv. Galletti ricorda che si continuano a fare interventi poco utili e soprattutto a costo zero. Abbiamo una situazione drammatica in cui manca oltre il 20% dei magistrati e oltre il 30% del personale amministrativo. Gli addetti del Pnrr lasceranno inevitabilmente gli incarichi per scadenza dei contratti a fine 2026. In questa situazione credo che le riforme su norme e codici o la valutazione dei magistrati, potranno avere un rilievo, ma non sono decisive. Mi rendo conto che per chi fa politica è più facile fare riforme che mettere mano al portafoglio, assumere personale e metterci nella condizione di lavorare. C’è poi una considerazione ancora più drammatica da fare sulla situazione dell’edilizia giudiziaria. I tribunali cascano a pezzi e quasi tutti in sedi inadeguate. Per non parlare delle infrastrutture telematiche sulle quali è meglio stendere un velo pietoso. Soltanto adesso sta partendo la telematica per il giudice di pace, dopo la pandemia è partita quella per il processo penale. Ma in un momento in cui il mondo parla di intelligenza artificiale, noi della giustizia ancora arranchiamo con molte difficoltà. Servono più soldi e investimenti. Intervenendo su questi tre profili sicuramente la situazione migliorerebbe”.