Il Sistema sanitario tra “privatizzazione” e collasso – di Massimo Molteni

Il Sistema sanitario tra “privatizzazione” e collasso – di Massimo Molteni

(Pubblicato su www.politicainsieme.com)

Il Servizio Sanitario è al collasso: dove lo spingono i meccanismi ri-organizzativi?

Nel webinar del 18 ottobre di INSIEME abbiamo condiviso

  • la criticità del SSN, la necessità di un impegno radicale per mantenere in vita i suoi principi guida nati con la legge 833 che ha introdotto la copertura universale per tutti i cittadini per tutelare il diritto alla salute,
  • la necessità di una legge di riforma sostanziale che necessiterà di un complesso percorso politico condiviso,
  • l’impegno a individuare fin da subito suggerimenti operativi, anche parziali, ma coerenti con le novità legislative che dovranno essere introdotte per aggiornare dopo oltre quarant’anni la legge istitutiva del SSN e così provare a salvarlo.

Oltre ai necessari e inderogabili finanziamenti per rendere davvero esigibile il diritto alla salute per tutti, è innegabile che vada fatto contestualmente uno sforzo educativo e di ri-baricentratura etica delle complesse problematiche connesse alla questione salute: equità, fruibilità, diritti, rispetto, e accettazione del limite sono elementi imprescindibili da tornare a far condividere all’interno di proposte operative concrete, all’interno di una sapiente relazione di cura e di ascolto specie con i più fragili

Tanto per condividere il clima culturale in cui si è immersi nel campo della salute e avere contezza della sfida epocale  che ci sta davanti,  due piccoli esempi, marginali,  tra i tanti che confermano la direzione da tempo intrapresa “con coerenza” da chi governa il sistema sanitario (cambiano i governi, in sanità la strada è immutata da decenni…)

Primo esempio

All’interno di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari al PNRR – Ecosistemi innovativi della Salute, è prevista una importante attività di formazione con l’obiettivo di formare  i partecipanti – dopo apposita selezione – ad un percorso di sviluppo e accompagnamento di idee imprenditoriali in ambito Salute, scaturite dalle attività di ricerca degli IRCCS e delle Università Italiane, nonché startup e spin-off già costituiti…

In pillole:  come far scaturire idee imprenditoriali dalla ricerca innovativa finanziata con i fondi pubblici e sviluppata dai migliori centri di eccellenza italiani.

Di per sé l’iniziativa appare ottima: ma come si concilia il “fare impresa” con il fatto che ciò che è stato scoperto dovrebbe poi essere messo a disposizione del  Sistema Sanitario Nazionale?  Il SSN finanzia le idee, insegna  come fare impresa con le idee sviluppate e poi è l’acquirente del prodotto che ha contribuito a far sviluppare per sostenere una logica di mercato? Acquirente a prezzo di mercato per salvaguardare l’impresa o a prezzo amministrato così che l’impresa fallirà? O sarà il cittadino a dover acquistare – out of pocket – i nuovi strumenti che ha contribuito a far sviluppare (ricerca pubblica) visto che il sistema non sarà in grado comunque di garantirli?

Secondo esempio

Proprio in questi giorni l’Autorità  Garante per la Concorrenza e il Mercato ha inviato una nota di richiamo alla conferenza Stato-regioni perché sia data attuazione a quanto previsto dal decreto legislativo sulla concorrenza che dovrà essere applicato anche alle attività sanitarie e socio-sanitarie e dal pregresso decreto 502/92.

In breve: il garante alla concorrenza ritiene che persistere nel reiterare i contratti di budget per le attività sanitarie e socio-sanitarie, senza “gara” alle strutture contrattualizzate sia lesivo della concorrenza perché  “…la proroga dei contratti in essere può pregiudicare l’efficace attuazione di un sistema di convenzionamento delle imprese private su base selettiva, non discriminatoria, periodica e trasparente,…-

In più, sollecita le Regioni a verificare la “…capacità erogativa delle prestazioni rese dagli stessi in regime di convenzionamento, sulla base di criteri, non solo di tipo quantitativo, ma anche di matrice qualitativa, come, ad esempio: la dislocazione territoriale, gli investimenti nella dotazione tecnologicale unità di personale qualificato aggiuntive rispetto a quelle minime richieste, le modalità di prenotazione e di accesso alle prestazioni sanitarie, nonché la qualità di eventuali servizi offerti all’utenza, aggiuntivi rispetto a quelli minimi richiesti….” 

In questa fattispecie di tipologia rientrano non solo le strutture profit che eseguono specifiche attività in elezione (esami specialistici, interventi in ricovero etc), ma anche le strutture no-profit che si occupano di servizi socio-sanitari, per anziani e disabili: le tariffe da sempre previste dal SSN  non sono quelle di “mercato” (a proposito di concorrenza), ma sono “tariffe amministrate”, ferme da anni, ossia stabilite dall’acquirente senza contraddittorio, che si aggiungono  al  tetto massimo di servizi che la struttura contrattualizzata può erogare:  e adesso per finire, servizi aggiuntivi – a costi invariati –  , con investimenti aggiuntivi, senza certezza di stabilità nel tempo! E’ il mercato, ovvio.

In sanità??

Conseguenza attesa:  più qualità (forse) , aumentando il ritmo di produzione delle prestazioni, a invarianza di compenso: è il mercato, ovvio.

E l’ascolto e la relazione di cura attenta e compassionevole? Dettagli…

Riassumendo da questi piccoli esempi tra i tanti che quotidianamente si susseguono:

  • Più costi per i cittadini che, oltre  a pagare gli  “oggetti innovativi”,  finanziano pure la formazione per fare impresa nel “mercato della salute”: più tecnologia per avere più salute (e la tecnologia ha un costo…)
  • Più efficienza produttiva, a invarianza di compenso,  per avere “più salute”: ecco chi erano i  probabili colpevoli dei disservizi…

Logiche ineccepibili per un mercato sanitario sostanzialmente privatistico, che declina la condizione di  salute come risultato di  efficienza prestazionale e tecnologia: con l’aggiunta beffarda di una logica di mercato, sostenuta da soldi pubblici: ma il SSN non doveva essere universale e rispettoso di operatori e cittadini?

Ci si stupisce perché la sanità è al collasso e il cittadino è sempre più preoccupato  e frastornato?

Massimo Molteni