La Laudate Deum e l’etica – di Domenico Galbiati
Le foto dell’ Amazzonia piegata dalla siccità rappresentano l’ immagine più coinvolgente di quel mondo che – sostiene Papa Francesco – “si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura”. In altri termini, il cambiamento climatico come “peccato strutturale”, espressione e sintesi, punto d’approdo di una crisi che oggi si palesa in modo drammatico, ma viene da lontano, figlia di un processo secolare, a sua volta frutto di una presunzione di onnipotenza che ha corrotto l’ auto-comprensione, la consapevolezza di sé dell’umanità. Infatti, il Santo Padre denuncia “….l’ idea di un essere umano senza limiti, le cui capacità e possibilità potrebbero estendersi all’ infinito grazie alla tecnologia. Così il paradigma tecnocratico si nutre mostruosamente di sé stesso”.
Frutto dell’ incantamento ideologico in cui siamo caduti.
L’ Esortazione Apostolica “Laudate Deum” che Papa Francesco pubblica nel giorno di San Francesco, ad otto anni dalla “Laudato si’” – ed a tre anni dalla “Fratelli tutti”, anch’ essa data, ad Assisi, il 4 ottobre 2020 – è un documento molto ricco, da esplorare attentamente e su cui tornare. Una prima chiave interpretativa sembra essere, ancora una volta, il forte appello alla persona, alla sua dignità, il forte richiamo all’ etica, alla capacità personale di ognuno di distinguere il bene dal male.
Il documento riprende e ribadisce quanto il Papa disse in occasione del Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar dell’ ottobre dello scorso anno: “Se i cittadini non controllano il potere politico – nazionale, regionale e municipale – neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali”. E continua con un invito “….al multilateralismo per risolvere i veri problemi dell’ umanità, cercando soprattutto il rispetto della dignità delle persone, in modo che l’ etica prevalga sugli interessi locali o contingenti”.
L’ etica – sembra di poter dire – la facoltà di disgiungere il bene dal male; l’ etica piuttosto che le ideologie, le vecchie e le nuove, le ideologie della modernità e le ideologie che gia’ attecchiscono nel tempo post-moderno: questa sembra essere la preoccupazione e, ad un tempo, la terapia che Papa Francesco suggerisce. Dopo la lunga più che secolare stagione storica dominata dalle ideologie, dobbiamo intraprendere un nuovo cammino nel quale laddove stava l’ algida meccanica di un pensiero onnivoro ed autoreferenziale subentri l’ etica, il discernimento, la responsabilità di ognuno, la coscienza personale, la freschezza inesauribile della persona come soggetto e nodo di relazioni in cui la vita prende senso.
Un’ottica su cui anche la politica – e coloro che se ne fanno interpreti, da qualunque retroterra culturale provengano – è costretta a riflettere.
Domenico Galbiati