Verso il boom dell’estrazione di petrolio. La “truffa” climatica

Verso il boom dell’estrazione di petrolio. La “truffa” climatica

Un rapporto diffuso da Oil Change International (CLICCA QUI), dal titolo emblematico “Distruttori del  Pianeta”, mostra che cinque “paesi del nord del mondo” – Stati Uniti, Canada, Australia, Norvegia e Regno Unito – saranno i responsabili di poco più della metà di tutta l’espansione di nuovi giacimenti di petrolio e gas fino al 2050.

Gli Stati Uniti da soli copriranno oltre un terzo dei piani di sviluppo globale dell’estrazione di combustibili fossili. E questo a dispetto della loro pretesa di mettersi alla guida della lotta contro i cambiamenti climatici che dovrebbero prevedere la riduzione di emissioni nell’atmosfera, e non il loro aumento come inevitabilmente accadrà con la crescita della produzione di petrolio e gas.

Anche Canada e Russia non scherzano, seguiti da Iran, Cina e Brasile. Gli Emirati Arabi Uniti, quelli che ospiteranno il vertice annuale delle Nazioni Unite sul clima, la  Cop28 di Dubai il prossimo novembre, sono al settimo posto nella lista.

Gli esperti prevedono allora che anche questi nuovi progetti estrattivi aumenteranno ben oltre il limite di 1,5°C la crescita delle temperature globali, così come concordato due anni fa 2021 alla Cop26 di Glasgow.

La crescita delle estrazioni petrolifere, continua il rapporto, aggiungerà emissioni per almeno 173 miliardi di tonnellate di carbonio nell’atmosfera. Un ammontare pari a quelle di oltre  1.100 centrali elettriche alimentate a carbone ed equivalente alle dispersioni degli Stati Uniti per più di 30 anni di fila.

Ci stanno a prendere in giro, insomma, e vediamo consumata una vera e propria “truffa”  comunicazionale per noi e tutte le generazioni a venire.

Per la lettura completa del rapporto CLICCA QUI.

Intanto, però, giunge un nuovo appello dalla Climate Overshoot Commission (CLICCA QUI), che riunisce personalità politiche di tutto il mondo impegnate in materie ambientali, ha invitato i governi a eliminare gradualmente i combustibili fossili, a investire più risorse nell’adattamento agli impatti di condizioni meteorologiche estreme e ad incrementare l’utilizzo di tecnologie utili a ridurre le emissioni di anidride carbonica.

Secondo Pascal Lamy, ex capo dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e Presidente della Climate Overshoot Commission,“non è inevitabile” che il mondo superi  il limite di temperatura globale concordato dai governi di 1,5°C, anche se il continuo uso di combustibili fossili non aiuta certamente.

La Climate Overshoot Commission mette anche in guardia sui progetti che molti paesi stanno studiando e sperimentando per la “cattura” della radiazione solare che implica il tentativo di ridurre la quantità di luce solare che colpisce la superficie terrestre, ad esempio sbiancando le nuvole per renderle più riflettenti, o installando specchi in spazio, e questo solo per cercare di rimediare ai danni provocati dall’estrazione e consumo di combustibili fossili.

CV