“I primi passi del nuovo governo, dopo l’ennesimo braccio di ferro compiuto mentre i migranti erano sulle imbarcazioni in attesa di un porto sicuro”- questo il giudizio del Centro Astalli  il Centro Astalli – si sono concentrati su una rinnovata lotta alle Ong che si occupano del salvataggio in mare. E neanche le vittime del naufragio di Cutro hanno sortito alcuna reazione politica di umanità, nonostante la società civile abbia chiesto con forza un cambiamento”.

Nel 2022 il numero di persone in fuga nel mondo ha superato la soglia dei 100 milioni ma solo una piccola percentuale di questi cerca una vita migliore in Europa.  L’esperienza positiva con i profughi ucraini, che hanno usufruito della protezione temporanea, di contributi economici e della possibilità di entrare da subito nel mondo del lavoro, non è stata però messa a frutto con tutti gli altri arrivati dal Mediterraneo o dalla rotta balcanica: afgani, siriani, somali, nigeriani, anche loro in fuga da conflitti.

I punti su cui il Centro Astalli invita ad una più approfondita valutazione sono quelli :

-dell’aumento delle vulnerabilità dei rifugiati. Nel rapporto si evidenzia anche un aumento delle vulnerabilità fisiche e psicologiche dei rifugiati, a causa di violenze e torture nei Paesi di origine e transito (Libia e Balcani): il 50% delle persone accolte nei centri romani del Centro Astalli si trova in queste condizioni;

-dell’emergenza casa e costo della vita. Per i rifugiati, come per le fasce più deboli della popolazione, è difficile trovare casa e pagare le bollette, a causa dell’aumento del costo della vita. “Persone rifugiate con contratti di lavoro stabili e processi di integrazione avanzati si trovano di fronte all’impossibilità di poter avere un’abitazione autonoma, senza dover ricorrere a contratti capestro, in nero, alloggi abusivi, subaffitti o soluzioni di fortuna”. Da Trento a Catania, da Bologna a Palermo, il grido d’allarme è lo stesso: “la casa in Italia per i rifugiati è un diritto ancora non esigibile”.  Le famiglie e le donne sole con bambini (un terzo delle persone seguite dal servizio di accompagnamento sociale a Roma) hanno subìto maggiormente gli effetti negativi della crisi economica, come pure i rifugiati che chiedono il ricongiungimento familiare: “Al termine di iter lunghi e costosi, la famiglia ricongiunta si trova di fatto sola ad affrontare una situazione nuova, con pochi strumenti a disposizione”.

-della burocrazia italiana e “digital divide”. Per poter accedere alla protezione internazionale e ai percorsi di integrazione migranti e richiedenti asilo sono costretti a ritardi e percorsi ad ostacoli all’interno della burocrazia italiana. Un terzo degli utenti dei servizi a bassa soglia del Centro Astalli rientra nella categoria “permesso di soggiorno in via di definizione”. Nel 2022 il Centro Astalli, grazie al sostegno dell’Elemosineria Vaticana, ha erogato contributi per il pagamento delle tasse necessarie al rilascio del permesso di soggiorno e titolo di viaggio per 586 rifugiati riconosciuti. Chi ha perso il lavoro ha anche avuto difficoltà ad avere un indirizzo valido di residenza, un requisito fondamentale senza il quale non si può fruire dei diritti sociali e dei percorsi di integrazione.  Inoltre, l’informatizzazione di tante piattaforme di servizi pubblici e privati sta provocando un divario digitale che rischia di aumentare disuguaglianze sociali e marginalità.

Il Centro Astalli ricorda che il Terzo settore non può farsi carico da solo per percorsi di inclusione sociale e inserimento nel mondo del lavoro: serve “una cabina di regia pubblica in grado di costruire soluzioni concrete e accessibili”. Anche il Piano nazionale di integrazione scritto lo scorso anno dal Tavolo Asilo e Immigrazione, “ad oggi rimane lettera morta”.

Da registrare anche l’intervento del Presidente della Cei, cardinale Matteo Zuppi, secondo il quale “la vera emergenza è Lampedusa perché da mesi è sovraccaricata. Sono 40 anni che dobbiamo uscire dalla logica emergenziale, chiediamoci perché ci piace o ci costringiamo a stare nell’emergenza”. Il cardinale, intervenuto alla presentazione del Rapporto del Centro Astalli ha aggiunto: “Dobbiamo fare sistema e dare risposte che guardino avanti e tengano presente il mondo”, ha ribadito ai giornalisti. Sullo stato di emergenza deciso dal governo “può essere che serva a dare risposte – ha osservato – ma alcune scelte devono essere fatte per uscire dall’emergenza. Vediamo se in questa interlocuzione è confronto si possono trovare insieme delle soluzioni, se è vero che siamo sulla stessa barca e se ne esce solo insieme”.

“Serve una visione migliore che guardi al futuro”, ha detto il cardinale Zuppi, d la necessità di andare oltre la “troppa burocrazia” nel rilascio dei permessi di soggiorno. A proposito della possibilità prevista dal decreto Cutro che venga tolta la protezione speciale ha detto: “Pensiamo a fare bene quella normale”. Il suo auspicio è “garantire diritti e combattere l’illegalità con la legalità” prima di aggiungere che “La porta deve essere aperta e bisogna avere criteri seri per garantire il diritto”. Riguardo ai rapporti con Paesi difficili come la Tunisia e la Libia a suo avviso “bisogna continuare a stabilire rapporti di collaborazione che garantiscano diritti da una parte e dall’altra”. Sulle norme che limitano l’attività delle Ong ha puntualizzato: “Sospettare dell’umanitario è molto inquinante e velenoso per tutti”.