C’era una volta Gianni Minà – di Giuseppe Careri

C’era una volta Gianni Minà – di Giuseppe Careri

Si, possiamo raccontare Gianni Minà come una favola di altri tempi, con il suo sorriso contagioso che metteva a suo agio gli atleti sconosciuti e i personaggi famosi del mondo dello sport, della politica e dello spettacolo.

Sorrideva quando intervistava il grande campione dei pesi massimi Cassius Clay, e si divertiva a sfidare la leggenda del pugilato mondiale scherzando in un’improbabile combattimento tra lui e il più famoso pugile di tutti i tempi. Minà era un “bulldozer” nel realizzare un servizio non solo con gli atleti del mondo sportivo ma anche dello spettacolo. Riuscì a realizzare un servizio a Cinecittà mentre Sergio Leone stava terminando le riprese del film Cult “C’era una volta l’America”, interpretato da Robert De Niro. Con la sua semplicità  e il suo sorriso innocente riuscì, nel mezzo delle riprese del film, a fare un’intervista famosa a Sergio Leone. In mezzo alla troupe e alle comparse, si fece poi fotografare insieme a Muhammad Ali, Gabriel Garcia Marquez, Sergio Leone e Robert De Niro Li invitò poi a cena in una famosa trattoria di Roma.

Gianni Minà era uno dei grandi giornalisti quando in Rai vi erano dei mostri sacri, giornalisti famosi come Maurizio Barendson, Paolo Valenti, entusiasmante la sua diretta di pugilato per il campionato mondiale tra il nostro Nino Benvenuti e l’americano Emile Griffth allo stadio Madison Garden di New York. E poi altri grandi, Paolo Rosi per l’atletica leggera, Nando Martellini per le telecronache del calcio, e tanti giovani cronisti come lui.

Ma Gianni Minà, a differenza di altri colleghi, aveva la grande capacità di spaziare dallo sport allo spettacolo televisivo, a domenica In e a trasmissioni speciali inventate da lui come il programma battezzato Blitz.

E in effetti Gianni Minà era continuamente alla ricerca di scoop che gli riuscivano grazie al suo modo semplice e sorridente. Sempre negli studi di Cinecittà riuscì a “catturare” Federico Fellini mentre girava il Film “La nave va”. Un’intervista gradevole, intelligente, spiritosa, grazie a due personaggi in sintonia per lo spettacolo messo da loro due in scena.

Ma Gianni oltre che bravo nelle interviste, con domande semplici per mettere a proprio agio il proprio interlocutore, poi approfondiva per soddisfare la sua curiosità di conoscere fino in fondo l’artista o lo sportivo intervistato.

Gianni era anche un uomo generoso. Quando Muhammad Ali venne a Roma per salutarlo, lui lo fece incontrare con un giovane pugile napoletano alle prime armi, Patrizio Oliva, che non fini mai ringraziarlo per quell’incontro.

Tra i tanti pregi, Gianni aveva un difetto grande: ritardava sempre il suo arrivo in studio anche in prossimità della trasmissione. Successe anche con me per un servizio della domenica sportiva su Cassius Clay in scaletta alle 10,15, l’inizio della trasmissione. Si presentò con oltre 3 ore di ritardo con il rischio di “bucare”, come si dice in gergo, il servizio. Arrivò trafelato in moviola, come sempre, ma con le idee chiarissime che infine consentirono  la messa in onda del servizio sul suo amico pugile campione del mondo.

Intervistò per 16 ore Fidel Castro di cui divenne un ammiratore e un amico per avergli concesso il privilegio di una intervista esclusiva.

Sulle sue amicizie Massimo Troisi in un colloquio divertente con Gianni gli disse:  “Gianni io ti invidio per la tua agendina telefonica! Poi rivolto al pubblico aggiunse: “sulla lettera F lui ha scritto soltanto Fidel”!!! Non ha bisogno di scriverci Castro perché per lui Fidel è uno solo! E poi sulla C ”Cassius Clay”. Mentre nelle mie agendine, conclude Troisi, ho solo il nome della pizzaiolo o della cameriera.

Gianni Minà, giornalista, scrittore, autore di programmi straordinari oltre che di interviste storiche realizzate in tanti anni di TV, grazie anche alla collaborazione degli operatori e dei tecnici.

Con lui se ne va un pezzo della storia della televisione e una perdita per tanti colleghi e milioni di telespettatori che lo hanno seguito con simpatia in tutti questi anni. Ieri l’ultimo saluto nella camera ardente allestita nella sala del Campidoglio. Amici, colleghi, ragazze e ragazzi per un abbraccio ideale a un campione di giornalismo sportivo e del mondo dello spettacolo vissuto come una favola.

Ciao Gianni, che il tuo ultimo viaggio sia lieve.

Giuseppe Careri