Scuderie del Quirinale: l’arte liberata – di Giuseppe Careri

Scuderie del Quirinale: l’arte liberata – di Giuseppe Careri

L’arte liberata è il titolo della mostra allestita alle Scuderie del Quirinale sulle opere artistiche recuperate dopo la seconda guerra mondiale; recupero di “tesori” che videro in prima fila funzionari dello stato protagonisti del salvataggio dell’immenso patrimonio culturale italiano. Grazie alla loro opera, chiese e monumenti furono messi in sicurezza e imbottiti con sacchi di sabbia, armature ignifughe a protezione delle statue, fontane e affreschi, mentre dipinti e sculture furono trasferiti nei ricoveri sotterranei. La mostra, aperta fino al 10 aprile, passa in rassegna il periodo storico 1939/1947 con l’esposizione di 100 fra statue, dipinti, fotografie e filmati in b/n dell’epoca.

Salita la grande scalinata dell’ingresso delle scuderie, ci si trova improvvisamente immersi nella prima sala espositiva, dove la bellissima statua marmorea del Discobolo appare in tutta la sua bellezza. Il Discobolo è una copia della famosa statua in bronzo di Mirone realizzata nel 455 a.c. Una statua di estrema bellezza, perfezione e concentrazione per evidenziarne lo stile e la forza del lanciatore. Grazie alla complicità del regime fascista, la statua del Discobolo fu trafugata dai tedeschi e fu uno dei simboli della propaganda nazista. Dietro la bellissima immagine del Discobolo, sullo sfondo c’è infatti la foto del Fuhrer e l’immagine della svastica, il simbolo della potenza e della spietatezza del nazismo durante la guerra.

Nell’ampia sala del primo piano sono rappresentate altre sculture, numerosi dipinti, gigantografie in b/n che documentano le distruzioni causate dai bombardamenti tedeschi che colpirono gran parte dell’’Italia, da Milano, a Torino, Firenze, Roma, Palermo. Cattedrali, teatri dell’opera ridotti in macerie come la Scala di Milano e il quartiere di San Lorenzo a Roma raso al suolo. In una sala appositamente allestita si trasmette a ciclo continuo un breve filmato in b/n dell’Istituto Luce con le immagini delle distruzioni e dei recuperi delle opere da parte dei funzionari dello stato. Gigantografie mostrano poi enormi casse di legno in procinto di essere trasferite in luoghi sicuri come i ricoveri anti aereo.

Un’operazione capillare di uomini e donne indispensabili all’epoca per salvare opere d’arte del nostro passato antico. Sono oltre sei mila le tele e le statue  recuperate dalla Germania al termine della guerra.

La mostra è una rara occasione per ammirare, per la prima volta riunite nello stesso luogo, opere di altissimo valore artistico fortunatamente sopravvissute alla distruzione dei  bombardamenti.

Tra le cento opere esposte alle scuderie del Quirinale, nella sala al primo piano, campeggia un grande e famoso quadro di Alessandro Manzoni dipinto da Francesco Hayez (Venezia 1791- Milano 1882).

E poi un ritratto, olio su tela, di Enrico VIII di Hans Holbein (1497-!543). Sorprende poi un bellissimo dipinto, olio su tela, della Chiromante, di Giovanni Battista Piazzetta (1683-1754).

Le numerose opere presenti nella mostra, sono state recuperate, grazie anche a una task force composta da professionisti dell’arte provenienti da tredici diversi paesi ed organizzata dagli Alleati durante il secondo conflitto mondiale per proteggere i beni culturali e le opere d’arte nelle zone di guerra. Tra queste c’è, olio su tela, la crocefissione di Luca Signorelli (1441-1523).

Nei primi mesi del 1943 funzionari dello Stato e dell’Amministrazione delle Belle Arti si attivano per nascondere le opere d’arte nascoste ai tedeschi. Molti dipinti e sculture giungono nel convento di Genazzano da Roma e da diversi centri del Lazio. Nei conventi trovano ricovero opere provenienti dalla Galleria Borghese, dalla Galleria Nazionale di Palazzo Corsini, da Palazzo Venezia e dalla Camera dei Deputati.

Nei primi mesi del 1944 il gerarca fascista Goring aveva deciso di sottrarre l’annunciazione del Beato Angelico dal convento francescano di San Giovanni Valdarno, ma l’opera fu messa miracolosamente in salvo.

Grazie quindi all’opera instancabile di funzionari dello Stato e sovrintendenti alle Belle Arti, l’Italia è riuscita a recuperare opere d’arte di inestimabile valore storico, dipinti e statue che grazie al loro sacrificio possiamo ammirare la Grande Bellezza nella mostra curata dalle Scuderie del Quirinale.

Giuseppe Careri