La denuncia degli infermieri: la Sanità è un castello di carta

La denuncia degli infermieri: la Sanità è un castello di carta

“Cosa succede? In poche parole ‘la legge c’è ma non si applica’. E’ una amarissima ironia, per affermare che senza Decreti di Attuazione da parte dei Ministeri responsabili, una legge e i suoi contenuti non possono essere applicati. In parole povere è come se la legge di fatto non ci fosse”.

Questa la dichiarazione di Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up, il sindacato nazionale degli infermieri. Il riferimento è al decreto Milleproroghe di cui mancano tutti i decreti attuativi. Un decreto salutato inizialmente con favore da una categoria che, dice De Palma, attende la concerta possibilità di superare i vincoli che oggi riguardano infermieri, ostetriche e tecnici sanitari, già dipendenti della sanità pubblica, impossibilitati ad esercitare la propria attività anche al di fuori delle ASL. 

“Il provvedimento, diventato legge almeno sulla carta, dice il Presidente del Nursing Up, oggi prevede lo sblocco del vincolo di esclusività, seppur pro tempore, per gli infermieri e le altre professioni sanitarie dipendenti del SSN, con un monte ore complessivo settimanale esteso fino a 8 e con termine al 31 dicembre 2023”. Cosa che dovrebbe consentire di sostenere anche “quella sanità privata da tempo in grande affanno, oppure fornendo il proprio supporto, per la rinascita di quella sanità territoriale alla base della Missione 6 del Pnrr”.

De Palma denuncia un “immobilismo inspiegabile da parte del Governo, pagato a caro prezzo da tutte le componenti di un sistema sanitario fragile come un castello di carta. Operatori sanitari da una parte, cittadini dall’altra: lo sblocco del vincolo di esclusività, prorogato fino a dicembre, è fermo al palo. I primi, i professionisti del SSN, hanno finalmente di fronte una legge che li metterebbe nella condizione di offrire la propria competenza anche al di fuori delle aziende sanitarie, ma di fatto non possono accedere a quell’attività professionale che agevolerebbe e di molto, la sanità privata e quella di prossimità”. 

“Una accurata indagine conferma che la nostra Sanità soffre le pene dell’inferno a causa di una burocrazia che rallenta tutto, che impedisce di fatto una crescita costante.  Senza i decreti attuativi questa legge resterà solo sulla carta. E non vorremo mai che una volta giunti al 31 di dicembre qualcuno venga a raccontarci che la norma non ha funzionato perché non  sono state presentate domande da parte dei professionisti interessati. Nella realtà, dal governo Renzi a quello Meloni, sono fin troppi i provvedimenti in tema di sanità ancora in attesa di essere emanati.

Solo per la sanità mancano ancora all’appello 57 decreti attuativi. A raccogliergli sono le tabelle del monitoraggio condotto dal Servizio per il controllo parlamentare della Camera. In totale (non solo sanità quindi) lo stock complessivo di provvedimenti da adottare riferibili alla XVIII legislatura è pari a 347. Considerando i termini di adozione previsti dal legislatore, emerge che per 137 dei 347 provvedimenti che le amministrazioni devono adottare (pari al 39,5%) il relativo termine di adozione è scaduto. Nella prima legge di Bilancio del governo Meloni, 60 prevedono un termine di scadenza entro il 2023. Tra questi c’è anche l’Emendamento sullo Sblocco del Vincolo di Esclusività. Il count down è iniziato, la libera professione degli infermieri e degli altri professionisti del SSN vedrà mai la luce?. Questa è la domanda finale del Presidente del sindacato degli infermieri”.

CV