La flat tax anticostituzionale e vero e proprio “imbroglio” elettorale

La flat tax anticostituzionale e vero e proprio “imbroglio” elettorale

E’ sempre più chiaro cosa intendesse dire Giorgia Meloni quando presentando la Legge di Bilancio ha parlato di una scelta politica. Per quanto riguarda la cosiddetta “flat tax” abbiamo avuto la conferma che la scelta è stata quella di premiare una certa parte dell’elettorato a scapito di un altra, forse ancora più numerosa, per quanto meno politicamente organizzata e sicuramente trasversale per quanto riguarda la scelta politica.

La campagna elettorale, una delle più populisti degli ultimi tempi da parte della destra, è stata caratterizzata dalla promessa dell’introduzione della cosiddetta “flat tax” che è stata per settimana presentata alla pubblica opinione, e in questo è stato soprattutto maestro Matteo Salvini, come un appiattimento del carico fiscale di tutti. Poi, la verità è emersa sempre più chiaramente: ci si riferiva solamente alle cosiddette partite Iva per le quali è previsto un regime di favore che non tocca pensionati e lavoratori dipendenti. Insomma, una vera e propria “truffa” elettorale che si aggiunge al rinvio di tante roboanti promesse che sembrava far poter davvero fare diventare l’Italia il “paese del bengodi”.

In ogni caso si pone un problema di disparità di trattamento fiscale che secondo alcuni, come ha fatto recentemente Giuseppe Pisauro, Presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, porterà i lavoratori dipendenti a sopportare un carico fiscale tre volte più alto di quelli autonomi e dei professionisti ponendo un serio problema costituzionale, con particolare riferimento all’Art 53 della nostra Carta che ribadisce il concetto che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.

Ora, oltre a considerare che già là dove la “flat tax”, quella vera che prevede l’introduzione di un solo livello di tassazione, nell’illusione che la riduzione delle tasse spinga l’economia e faccia crescere l’occupazione, non ci sono elementi tali da giustificarne l’introduzione, alla luce della sua introduzione nella Legge di bilancio nei modi come è per ora concepita, rischia di ottenere l’effetto di aumentare le disuguaglianze. E su questo vorremmo sentire almeno una parola dei tanti cattolici che si sono accasati in questa destra del cui vocabolario proprio non fanno parte le voci solidarietà e coesione sociale. Questi cattolici, se davvero esistono politicamente come tali, sono chiamati ad operare in sede parlamentare per cancellare un simile obbrobrio.