Berlusconi e la Meloni: il disarmo

Berlusconi e la Meloni: il disarmo

Tiriamo tutti un respiro di sollievo. Ieri  a Roma Silvio Berlusconi si è recato a trovare Giorgia Meloni e si sono chiariti: la coalizione di destra andrà tutta unita al Quirinale per le consultazioni del Capo dello Stato. Il respiro di sollievo non è ironico. Il Paese ha bisogno di essere governato ed è bene che in questo si cimentino quelli che hanno vinto. Ci sarà sempre tempo per vederli andare a casa, se necessario.

Tutte le brutte cose che i due si sono detti sono acqua passata. E’ stato lo stesso Berlusconi ad affidare ai social la dichiarazione di rito: “Stiamo lavorando insieme per dare il più presto possibile all’ltalia un Governo forte, coeso e di alto profilo che sappia affrontare le urgenze sin da subito!”. Vedremo se la composizione della lista dei ministri ci dirà come sia stato possibile accordarsi dopo che complotto, quelli a carico di Ignazio La Russa al momento del voto per la Presidenza del Senato, e tentativi di ricatti, quelli denunciati da Giorgia Meloni, sono stati accantonati

Il teatrino del politica ha ripreso a funzionare a parti alternate. Nonostante l’età e gli evidenti problemi di salute, questa volta è stato Berlusconi a dover rendere visita a quella che è diventata la capo della coalizione della destra. Forse perché la residenza del leader di Forza Italia è troppo fuori mano, sull’Appia al sud di Roma, e la Meloni è troppo impegnata a lavorare alla squadra di governo.

Masticato amaro, e probabilmente incassato qualcosa in più, dopo la minaccia di recarsi al Quirinale da solo, Berlusconi si è dimostrato il solito animale politico ed ha deciso di fare di necessità virtù. Salvo non abbia l’asso nella manica di provare a riprovare un colpaccio che rimetta tutto in discussione, ipotesi per cui non sono certo maturi i tempi, Berlusconi, dopo un primo, istintivo moto d’impazienza, condito anche con un “vaffa” più dal sapore grillino che con quello da “cene eleganti” avrà valutato più opportuno partecipare al varo del Governo.

Se non succederà niente altro di eclatante a breve il Governo Meloni s’insedierà e ci dirà davvero come intende guidare il Paese, cosa che non può certo limitarsi a ad occuparsi dell’importantissima questione delle sole bollette di luce e gas, per le quali, in realtà, siamo in attesa del lavoro condotto ancora da Mario Draghi in sede europea.

E’ un bene che le cose vadano così, e che, come scrive Lorenzo Dellai (CLICCA QUI), chi ha vinto le elezioni si metta alla prova superando le minacce del fido Lollobrigida di sciogliere nuovamente il Parlamento. Per piegare le resistenze di Berlusconi si era giunti pure a minacciare questo, con l’appendice della dichiarazione melliflua che i suoi voti avrebbero potuti essere sostituiti da altri; ovviamente da spezzoni dell’opposizione.

Ecco è bene che ci siano risparmiati questi “inciuci” che speriamo restino sempre e solo dietro l’angolo. Una speranza giustificata dallo sfogo del neo eletto Crisanti che chiede un chiarimento interno al Pd dopo aver denunciato che il soccorso portato a La Russa sarebbe proprio venuto dalle fila degli eletti con Enrico Letta.

L’Italia e gli italiani non meritano cose da basso impero, da chiunque siano promosse ed organizzate. La maggioranza faccia il proprio mestiere e l’opposizione il suo.  Il Paese vuole serietà e che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Solo così si potranno valutare capacità e demeriti.