Elezioni: i politici invadono tik tok- di Giuseppe Careri

Elezioni: i politici invadono tik tok- di Giuseppe Careri

“Ciao ragazzi, eccomi qua! Vi racconterò di come voglio rendere l’Italia un Paese che possa dare nuove opportunità e dove realizzare i vostri sogni”. E’ il dirompente annuncio di Berlusconi sulla piattaforma Tik Tok frequentata prevalentemente dai teenager. Nella stessa giornata vi arriva anche Matteo Renzi di Azione-Italia Viva che esordisce cos’: “Se vi va qui ci siamo, sono uno che crede nella politica, rivendicando subito dopo la paternità del bonus ai diciottenni”.

Berlusconi e Renzi si aggiungono così agli altri leader del nostro panorama politico, tutti impegnati nella raccolta di voti su una piattaforma frequentata da giovanissimi, molti dei quali ancora sotto i diciotto anni.

Non poteva mancare naturalmente l’arrivo su Tik Tok anche del Pd. Da oggi, dice il segretario del Partito Enrico Letta, il Pd è su TikTok. “Discuteremo con i più giovani delle priorità che spesso la politica trascura”.

Inutile nasconderlo, i politici, attraverso i loro sorrisi e discorsi dal tono amichevole,  vogliono assicurarsi il voto di milioni di giovanissimi che andranno alle urne il 25 settembre per votare la prima volta. Senza considerare che la piattaforma frequentata dai giovanissimi consente loro la realizzazione di video dai 15 ai 60 secondi e che per la maggior parte la politica è ancora di la da venire. Infatti lo scopo principale dei giovani è rivolto in prevalenza all’intrattenimento e mal sopportano la presenza dei matusa della politica.

Tik Tok è un App che nasce in Cina nel 2016 ed è diffusa in 34 lingue ed ha 150 milioni attivi.

Durante la performance di Berlusconi, dopo solo mezz’ora riceve 300 mila like e quasi 20 mila commenti. Ma questo non deve far pensare a un successo della performance perché molti dei commenti sono negativi. La grandissima maggioranza dei teenager ritiene i politici interessati soltanto ad assicurarsi il loro voto senza  che i politici abbiano avuto sinora attenzioni particolari ai loro problemi e alle loro aspettative future.

In una intervista rilasciata all’agenzia Adnkonos il sondaggista Renato Mannheimerr precisa: “Non è inutile, ma difficilmente smuoverà i giovani. Serve sicuramente a farsi vedere tra i ragazzi che però sono molto poco interessati alla politica. Su Tik Tok c’è un linguaggio difficile e si rischia di mandare un messaggio ridicolo”.

Scorrendo i giudizi di molti ragazzi che frequentano il Network si ricava una certa contrarietà nei confronti dei politici, al limite alcuni si sentono addirittura offesi da questa ingerenza della politica interessata solo a se stessa in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre.

Ecco un estratto di dichiarazioni rilasciate all’agenzia Adnkronos di ragazzi che frequentano abitualmente Tik Tok: “La politica si ricorda a 20 giorni dalle elezioni politiche che esistiamo, sbarcando su Tik tok con anziani che vogliono fare i giovani in modo pacchiano. Hanno capito che forse dovrebbero catturare il nostro interesse e lo fanno nel modo più sciocco per due ragioni: non sanno usare Tik tok e non basta usare Tik tok”.

Bianca Degli Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli studenti: “Fanno sorridere tutti, nessuno escluso, per il modo che hanno di usare Tik tok: tentano di accattivare in modo forzato invece che per comunicare. E poi… non sembra che vogliano fare politica, cosa che invece a noi interesserebbe”.

Un’altra teenager dice in modo perentorio: “Politici sparite da questo social. Avete tanti social, Facebook, non state qua. Non è che siamo cosi stupidi che ci basta un video. Date proprio l’idea che noi siamo proprio plasmabili”.

In una mini indagine con alcuni ragazzi dai 14 anni in su, anch’io ho potuto constatare personalmente dalle loro risposte un’insofferenza nei confronti dei politici che tentano di strumentalizzarli solo per i loro fini elettorali. Per la verità l’arrivo di una nuova app nel territorio dei social era principalmente dedicato ai giovanissimi che potevano dar seguito anche alla loro creatività, non certo a prestarsi ai giochi e alla propaganda degli adulti, in particolare dei politici.

Infatti, uno degli inventori di Tik Tok aveva dichiarato: “Vogliamo catturare la creatività e la conoscenza del mondo sotto questo nuovo nome e ricordare a tutti di fare tesoro di ogni prezioso momento della vita. Vogliamo dar vita a una comunità in cui tutti possano essere creatori”.

Per fortuna tra i politici che hanno capito la lezione di tante critiche giovanili e in attesa delle votazioni politiche ha scritto:

Ciao ragazzi, votatemi perché NON userò TikTok in campagna elettorale”, proclama ironico e solitario l’Onorevole Matteo Orfini del Pd, uno dei pochi che hanno avuto il buon senso di non approfittare della buona fede dei ragazzi.

Giuseppe Careri