Russia in default mentre nel G7 si parla di una lunga guerra
La Russia è in “default”. Ieri non ha pagato un debito in scadenza alla mezzanotte, ma ha risposto all’annuale incontro del G7 nel castello di Elmau, in Baviera, con il bombardamento di Kiev e di numerose altre aree dell’Ucraina. Solo sulla capitale si sono abbattuti 14 missili. Un messaggio chiaro ed inequivocabile di cui hanno fatto le spese gli abitanti delle zone residenziali della capitale ucraina tornate ad essere prese di mira in coincidenza con la riunione della coalizione avversaria.
I temi trattati in Germania sono stati tanti, ed anche di lunga prospettiva, ma è evidente che tutto viene ricondotto e subordinato allo scontro in atto con la Russia. E il Presidente americano, Joe Biden, è volato in Germania soprattutto per ribadire la fermezza nella vicinanza agli ucraini e per dire agli alleati che il conflitto sarà ancora lungo.
Il Primo ministro Boris Johnson ha parlato così di un certo “affaticamento” destinato ad emergere in particolare tra i popoli europei. Ma lo ha fatto confermando che esistono diverse sensibilità tra i capi di governo riuniti a Elmau e, non a caso, riferendosi al Presidente francese, Emmanuel Macron, ha sostenuto che qualsiasi “tentativo di risolvere il conflitto ora causerebbe solo un’instabilità duratura”. Riecheggiato dal Premier canadese, Justin Trudeau, secondo il quale l’Occidente deve “far pendere l’equilibrio della guerra a favore dell’Ucraina”. Insomma, sarà forse perché la prossimità più diretta del conflitto è quella vissuta degli europei, la varietà d’accenti tra quest’ultimi e gli anglo- americani- canadesi emerge ancora una volta in maniera evidente.
Che la guerra sia considerata cosa di lungo periodo viene confermato anche dai grandi piani, almeno quinquennali, annunciati da Biden: 600 miliardi di dollari ai paesi in via di sviluppo. Siamo nella piena competizione per acquisire ulteriori alleanze, ovviamente, da strappare a Russia e Cina.