Vent’anni fa e la “guerra” tra Putin e la Nato

Vent’anni fa e la “guerra” tra Putin e la Nato

Vent’anni fa, a Pratica di Mare, andò in scena tutta un’altra possibile storia da scrivere tra Nato e Russia. Quel 28 maggio 2002 sembrò davvero giunto il momento di chiudere del tutto quasi 70 anni di Guerra fredda e cominciare a scrivere una nuova pagina completamente nuova sostituendo la parola “cooperazione” a quella dello scontro, imperante fino alla caduta del Muro di Berlino. Quella cooperazione aveva due sottotitoli importanti: collaborazione su sicurezza e lotta al terrorismo.

Fu Vladimir Putin a volare in Italia per avviare una diversa stagione che avrebbe dovuto dare corso a quello “spirito” nato a Helsinki nel 1975. Sembrava davvero che si muovessero i primi passi la costruzione di un’Europa in grado di partire da Lisbona e giungere fino a Mosca ed oltre.

Dalla costa laziale fu presentato al mondo il “Founding Act on Mutual Relations, Cooperation and Security” contenente la solenne riaffermazione della comune determinazione a costruire “una pace duratura e inclusiva nell’area euro-atlantica in base ai principi di democrazia, sicurezza cooperativa e all’asserto che la sicurezza di tutta la comunità euro-atlantica sia indivisibile. Siamo convinti – vi venne scritto –  che la qualità della nuova relazione fra NATO e Russia fornirà un contributo essenziale al raggiungimento di questo obiettivo”. Firmato Silvio Berlusconi, l’allora Presidente del consiglio italiano, George W. Bush e Vladimir Putin. Quest’ultimo, oggi, è l’unico di quelli di Pratica di Mare rimasti al potere e ancora alla guida di una Russia tutta diversa, quella che sa bene, come dopo l’invasione dell’Ucraina, l’inchiostro delle firme di Pratica di Mare sia destinato a diventare sempre più sbiadito.

Per adesso non fa comodo a nessuno, ma certo bisognerebbe andare a fondo su tutte le responsabilità di coloro che hanno fatto poco, o addirittura contrastato, l’ipotesi che l’Europa possa diventare tutta un’altra cosa.