Usa: l’aborto e la libera circolazione delle armi

Usa: l’aborto e la libera circolazione delle armi

Si susseguono le sparatorie negli Usa e siamo costretti a registrare una serie di massacri. Quando poi uno di questi colpisce particolarmente l’opinione pubblica mondiale, magari per l’alto numero delle vittime e, in particolare, se tra queste ci sono tanti bambini, torna il tema della libera circolazione delle armi negli Stati Uniti (CLICCA QUI).

In queste ore piangiamo i morti della strage di Uvalde nel Texas: 21 persone, tra cui 19 bambini. A sentito il Governatore repubblicano Gregory Abbott elogiare più il comportamento delle forze dell’ordine piuttosto che riflettere sulle leggi estremamente permissive da lui introdotte sul possesso delle armi. Leggi che hanno consentito ad una persona non proprio in sé, com’era il giovane sparatore, il diciottenne Salvador Ramos, di acquistare come se niente fosse ben due armi da guerra poi utilizzate per colpire spietatamente bambine e bambini. In precedenza, altre sanguinose sparatorie sono state registrate in questo stato del Sud, come quella che soli tre anni fa costò la vita ad altre 22 persone in un centro commerciale.

Il Texas è anche lo stato americano che ha recentemente deciso di restringere la possibilità d’abortire con la decisione di limitare a sei settimane il periodo in cui la donna può ricorrere, senza incorrere in conseguenze penali, a questa pratica sempre più osteggiata dal Partito repubblicano in tutti gli stati controllati dai suoi rappresentanti. E’ di queste ore la decisione del Governatore dell’Oklahoma, Kevin Stitt, di emanare un provvedimento che lo vieta sin dal concepimento e lo prevede solo per salvare la vita della donna o nei casi di stupro o incesto.

Non si può fare a meno, così, di notare una certa qual coincidenza tra quanti sono contrari all’aborto e, al tempo stesso, però, sono convinti di mantenere la libera vendita e la liberissima circolazione delle armi. Questo è il caso di molti cattolici americani, in taluni casi convinti sostenitori della pena di morte. Ma la difesa della Vita, se vera e coerente e non utilizzata solamente come strumento di propaganda politica non può essere perseguita a corrente alternata.