Di quanto si allungano i tempi per ridurre emissioni CO2?

Di quanto si allungano i tempi per ridurre emissioni CO2?

C’è davvero da chiedersi come la questione energetica mondiale, ulteriormente esplosa dopo l’invasione russa dell’Ucraina, finirà per ulteriormente rinviare i tempi per un consistente intervento diretto alla riduzione delle emissioni nell’atmosfera responsabili dell’effetto serra. Persino l’uso di carbone ritorna ad essere pressoché giustificato dappertutto per rispondere alla turbolenza che riguarda il gas e il petrolio, sia per i loro prezzi, sia per i rischi che pesano sulla loro distribuzione.

Abbiamo dato ieri conto dell’amara constatazione che si stia persino andando all’indietro, visto che secondo le informazioni raccolte dal The Guardian si può prevedere addirittura un aumento delle emissioni, in misura tale da aspettarsi l’esplosione di una vera e propria “bomba al carbonio” (CLICCA QUI).

Resta allora più che fondato il grido d’allarme lanciato con il Rapporto 2022 dell’IPCC( l’ Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite  CLICCA QUI) sul fatto che il picco delle emissioni mondiali si raggiungerà entro il 2025. La cosa, già prima che la situazione precipitasse ulteriormente, doveva spingere ad intervenire da subito per limitare il più possibile la diffusione di sostanze nocive nell’atmosfera.

Anche tre anni, sostengono gli scienziati autori dello studio, possono rivelarsi importanti all’interno di uno sforzo per diminuire le emissioni di carbonio del 43% in modo da poter mantenere la quota di contenimento dell’aumento delle temperature al di sotto di 1,5 gradi.

Agire subito, insomma, ma la questione Ucraina e le turbolenze sul mercato dei fossili fanno semmai temere diventi concreta la possibilità che, in realtà, la temperatura globale aumenti di ben  3,2°C in più nel corso di questo secolo.