Il lancio di missili, le distruzioni, i morti per strada, le fake news – di Giuseppe Careri

Il lancio di missili, le distruzioni,  i morti per strada, le fake news – di Giuseppe Careri

L’invasione della Russia di Putin all’Ucraina, paese confinante, dura ormai da 50 giorni. Le trattative diplomatiche fino ad oggi non hanno portato a nessun risultato positivo; anzi, c’è un inasprimento dei toni da parte del Presidente degli Stati Uniti Biden che una settimana fa aveva definito Putin criminale e macellaio e che oggi rincara la dose: “un dittatore, dichiara guerra e commette genocidio dall’altra parte del mondo”. Frasi che non concorrono di certo a trovare la pace. Mosca replica dichiarando inaccettabile quanto affermato dalla Casa Bianca, “una distorsione della realtà”.

Sulle dichiarazioni di Biden, Interviene anche il Presidente francese Macron che prende le distanze dal termine genocidio evocato dal Presidente Usa, anche se ritiene che in questa guerra ci siano stati, e ci sono, crimini di guerra.

Nella giornata di ieri sono state scoperte altre fosse comuni. C’è il pietoso recupero delle salme dove si tenta il riconoscimento per i familiari accorsi sul posto. Molti ucraini sono stati uccisi con una pallottola in testa.

Sul campo di battaglia continuano i bombardamenti su Mariupol ormai ridotta in macerie per il 90% del suo territorio. Per di più gli ucraini accusano la Russia di utilizzare armi chimiche, che Mosca respinge, oltre ai soldati russi che stuprano le donne. Difficile verificare, al momento, l’autenticità delle dichiarazioni ucraine rilasciate dal Ministero della Salute.

Continua intanto la battaglia feroce per la conquista dell’impianto siderurgico Azvostal dove infuriano i combattimenti tra le truppe russe e il battaglione Azov di estrema destra ucraino che ha scelto l’acciaieria come luogo di battaglia strategico.

La città portuale di Mariupol è ormai allo stremo per i bombardamenti russi con missili e artiglieria pesante. Macerie dappertutto, palazzi sventrati, strade deserte,  civili ucraini uccisi a freddo.

Si combatte ancora corpo a corpo. Secondo Mosca sarebbero stati catturati diversi soldati ucraini. Ma la dirigenza ucraina smentisce la notizia.

Ancora oggi non si è a conoscenza di quanti siano i morti seppelliti dalle macerie del Teatro di Mariupol. E poi le fosse comuni; sono state scoperte con centinaia di salme. Molti di loro hanno segni di tortura. Il Sindaco di Mariupol parla di trecento morti recuperati dalle fosse comuni.

E poi Bucha, la città a pochi chilometri dalla capitale, con decine di cadaveri disseminati lungo la strada principale. L’Ucraina sostiene che sono morti assassinati con un colpo alla testa dai soldati russi, mentre Mosca, al contrario, sostiene che i soldati russi sono andati via da Bucha il 30 Marzo mentre i cadaveri sono apparsi soltanto il 3 aprile. Tesi smentita peraltro dalle immagini satellitari.

Una risposta si avrà solo quando un paese terzo controllerà la situazione sul campo per stabilire le responsabilità di una guerra assurda con migliaia di morti.

Infatti, malgrado la presenza massiccia di giornalisti della carta stampata e soprattutto di reporter televisivi di tutto il mondo, non si riesce ancora a capire quali siano le diverse responsabilità in un fiume ininterrotto di dichiarazioni e di propaganda del Presidente ucraino Zelensky e dell’apparato statale russo.

Purtroppo anche nei talk show non sempre è possibili avere un’idea esatta della situazione in campo malgrado le immagini televisive e la testimonianza di tanti giornalisti provenienti direttamente dal teatro di guerra.

Spesso nei dibatti in TV ci si scontra per una ideologia, con diversi commentatori, alcuni dei quali tuttologi, che fanno analisi della situazione senza avere una specifica conoscenza della guerra che si sta combattendo.

Rimane, però, un fatto inconfutabile: la distruzione di interi paesi, l’esodo di milioni di cittadini ucraini, solo due milioni in Polonia, e poi la fame, la mancanza di acqua, di elettricità, il freddo, i morti nelle fosse comuni, le immagini dei cadaveri abbandonati nelle strade e, a sorpresa, un camion con un soldato russo a bordo che consegna il pane alla popolazione ucraina. E poi la guerra parallela della propaganda.

La propaganda, certamente un paradosso, un tentativo di arrivare nelle case attraverso le televisioni di tutto il mondo per indirizzare il giudizio dei governi. Con il rischio, infine, di dimenticare che c’è ancora la battaglia, ci sono i morti, gli stupri, i crimini di guerra che hanno devastato un paese, l’Ucraina, e reso l’immagine di Putin e della Russia la peggiore di tutti i tempi.

Giuseppe Careri