I profughi dell’Ucraina: traffici di persone, di organi, di sesso

I profughi dell’Ucraina: traffici di persone, di organi, di sesso

Continua la discussione sull’opportunità di inviare armi a sostegno dell’Ucraina al fine di limitare le conseguenze della sua invasione da parte della Russia.

Un dibattito da non prendere sotto gamba visto che attorno a questo tema si sta intravedendo la ricostituzione di un asse Lega 5 Stelle che, se non altro, per quanto episodico e, forse, destinato ad essere contenuto, potrebbe anche avere conseguenze sull’attuale Governo Draghi. E’ lo stesso Presidente del Consiglio a poter cominciare a risentire di una pressione degli eventi cui non era stato certamente mai sottoposto in precedenza occupando, come ha fatto, importanti posizioni nazionali ed internazionali, ma solo in campo finanziario e bancario.

Se il conflitto in Ucraina ha avuto l’effetto iniziale di mettere la sordina a una certa turbolenza tra le forze politiche, già prendendo corpo con le elezioni del Presidente della Repubblica e in vista delle prossime elezioni politiche, potrebbe rivelarsi, alla fine, la causa di una crisi anticipata che, secondo alcuni, porterebbe Draghi a “lasciare” ancor prima di lavorare alla prossima Legge di bilancio.

La guerra, purtroppo, è fatta di tanti aspetti drammatici. L’aiuto a popolazioni invase e costrette in parte alla fuga non può limitarsi alle pure importanti questioni militari. Sappiamo dei milioni di ucraini allo sbando nel loro paese, nel tentativo di allontanarsi dalle zone particolarmente interessate dagli scontri sul campo o dalle città prese di mira dai missili di Mosca. Sappiamo dei quasi quattro milioni, in gran parte donne e bambini, costretti a muoversi verso l’Ovest per trovare rifugio in paesi come la Polonia, la Moldavia e la Romania. Una situazione determinata anche dal fatto che tutti gli uomini ucraini sono reclutati da Kiev e non possono lasciare il loro paese per alcuna ragione.

Esiste dunque una gravissima emergenza umanitaria verso cui non si sta facendo abbastanza, anche per motivi oggettivi, e che però richiederebbe il pensare qualcos’altro di più strutturato ed efficace. Non si può lasciare che siano solamente le organizzazioni umanitarie, alcune delle quali adesso impegnate in raccolta di fondi, ma senza essere ancora entrate in azione con l’efficacia necessaria. Neppure, che ci si affidi ad un grande afflato di solidarietà grazie al quale si è visto e si vedono tanti privati ingegnarsi, magari mettendo a disposizione le proprie auto e il proprio tempo per portare aiuto ai profughi.

Devono essere gli stati, certamente coordinati dagli organismi internazionali a preoccuparsi efficacemente pure delle tante conseguenze “collaterali” che i bombardamenti provocano nella carne viva dei profughi.

Non pensiamo, insomma, solamente ai bollettini militari giornalieri e all’invio delle armi. I nostri politici potrebbero farsi venire qualche idea invece di continuare con reciproche accuse o a fossilizzarsi solamente sul contenzioso armi sì, armi no.

C’è un’emergenza bambini cui si cerca di fare fronte, ma ancora non al livello richiesto. Al momento, si può parlare di una goccia d’acqua. Manca l’assistenza sanitaria per loro e per chi li accompagna e altri problemi cominciano ad essere denunciati. Come quello dell’esposizione di tutti gli sfollati ai trafficanti di esseri umani e del sesso. La denuncia  viene addirittura dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il quale avverte: “Per i predatori e i trafficanti di esseri umani, la guerra in Ucraina non è una tragedia. È un’opportunità – le donne e i bambini sono i loro obiettivi”.

Ma anche da altre fonti giungono segnali molto preoccupanti. Così si viene a sapere che soprattutto le donne sole sono invogliate a mettersi in viaggio con sconosciuti, che si presentano come volontari, verso località allettanti, ma poi nessuno è in grado di sapere quale sia la vera fine loro destinata. Lo stesso vale per tantissimi bambini, adolescenti e ragazzi rimasti soli.

Vi è dunque il timore che la grande criminalità organizzata, ma anche tanti gruppetti di delinquenti o singole persone s’inseriscano in una situazione enormemente caotica pensando di sfruttarla per il traffico sessuale, di organi, di lavoratori ridotti in schiavitù.

Ecco, su questo l’Italia può farsi promotrice di un progetto urgente d’intervento sulla base della consapevolezza che non possono essere seguite le procedure, con la tanta burocrazia e il tanto spreco di denaro, finora adottate a livello internazionale. Va chiamata l’Europa a un’efficace responsabilità comune di controllo e di disciplina di un fenomeno di solidarietà che però è troppo vasto e sorprendente per non nascondere qualcosa di strano. Inoltre, le protezioni civili, a partire da quella italiana, non sono troppo assenti e non impiegate affatto?

Agli armamenti sono già destinate somme enormi. Gli Stati Uniti, per il solo anno in corso hanno destinato 770 miliardi di dollari, cioè poco meno del Recovery plan europeo per gli interi prossimi sei anni. Quelle degli europei sono ampiamente superiori agli investimenti della Russia. Secondo i dati forniti dall’Agenzia europea per la difesa (EDA), il 2021 segna il sesto anno consecutivo di crescita della spesa. Per il secondo anno consecutivo si è registrato un tasso di aumento del 5% della spesa per la difesa, nonostante gli impatti economici della COVID-19.

Nel 2020, la spesa totale per la difesa si è attestata a 198 miliardi di euro, segnando un ulteriore aumento rispetto al 2019 e rendendolo il livello più alto mai registrato dall’EDA da quando ha iniziato a raccogliere dati nel 2006. Il rapporto dell’EDA rileva inoltre che 19 Stati membri hanno aumentato la loro spesa complessiva spesa per la difesa nel 2020, mentre altri 6 hanno aumentato la spesa di oltre il 10%.

Salendo al 2% del Pil da destinare alle spese militari, la Germania diventerebbe il terzo paese al mondo per le spese di difesa, dietro a Stati Uniti e Cina.

Possibile, allora, che sia tanto difficile investire in vite umane e nel contrasto alla criminalità organizzata che prova a far diventare quello delle donne e dei bambini ucraini l’affare dei primi decenni del secolo?

CV