La situazione è denunciata da EducAzioni, la principale rete che si occupa a livello nazionale di minori e di educazione, attraverso un comunicato ( CLICCA QUI) con cui si lancia un allarme sulla situazione in cui rischiano di restare  mense, palestre, asili nido e scuole dell’infanzia che si rivelassero non in grado di attingere ai fondi del Pnrr giacché a fronte del 2,4 miliardi disponibili sono state avanzate candidature, il termine per la presentazione della documentazione scadeva il 28 febbraio scorso, per solo 1,2 miliardi di euro.

Vista la situazione, i termini sono stati prorogati a fine marzo, ma forti sono i dubbi che si riesca comunque a mettere il Paese nella condizione di prevedere una copertura di almeno il 33% come previsto dagli standard europei.

Secondo EducAzioni tre sono i motivi che hanno generato una tale situazione. Il primo è da ricondurre al fatto che i bandi sono affidati alle amministrazioni locali, invece che essere centralizzati e molti comuni non si rivelano all’altezza della progettualità richiesta. Esiste inoltre una refrattarietà dei comuni a coprire i successivi costi di gestione. Terzo,  mancano le competenze specifiche nella progettazione di nidi e la realizzazione di servizi alla prima infanzia.

CV