Le Chiese e la soluzione della crisi ucraina

Le Chiese e la soluzione della crisi ucraina

Giuseppe Sacco ha parlato già mesi fa del vento di guerra che soffiava, ha sapientemente richiamato alla nostra mente la riflessione sulla componente religiosa del conflitto in corso (CLICCA QUI). E’ di solo tre anni fa la separazione tra la Chiesa ucraina ortodossa e quella di Mosca.

Da questo nostro mondo consumistico e dissacrante di tanti valori, facciamo fatica a capire che lo scontro di potere s’innerva anche su fondamenta antropologiche, storiche e di sentimento religioso. La stessa cecità ci portò a scoperchiare il vaso di pandora di quella che oggi è l’ex Jugoslavia in cui esplose anche la divisione tra cattolici, ortodossi e musulmani. Ma lo stesso vale in altre aree del mondo. Così tante che non abbiamo lo spazio per parlarne. E così, potrebbero essere le chiese, che memori anche del bagno di sangue jugoslavo potrebbero provare a raddrizzare le cose?

Sarà stata questa domanda a provocare l’arrivo di un sogno. Quello in cui Papa Francesco, il Patriarca russo ortodosso Cirillo I e quello della Chiesa dell’Ucraina stanno assieme a Vladimir Putin e a Volodymyr  Zelensky. Nel sogno si parlano tra uomini. Così, i due governanti riscoprono che hanno le stesso nome, dagli stessi significati, tra cui uno ben augurante, per loro e per noi: “governo della pace”.

E’ un sogno, certamente. Ma potrebbe rivelarsi l’unica strada per andare con umanità, e realismo, alle radici di un conflitto, altrimenti insuperabile e per tanti ucraini e tanti russi proprio inspiegabile.

La politica, molto spesso, ha bisogno di andare alla semplicità e all’essenzialità delle cose. Putin e Zelensky si rinfacciano reciprocamente le loro estreme responsabilità in un modo in cui sembra davvero impossibile giungere ad una soluzione.

Interessi, arroganza, orgoglio, uomini in armi alle spalle sembrano davvero soverchianti. Forse solamente l’uscita dagli schemi potrebbe aiutarli ed aiutarci. Gli unici che possono riuscirci sono autentici pastori che, assieme, possono toccare l’anima profonda di tutti noi, senza secondi fini.

Solamente dei Pastori veramente disinteressati possono fare leva sulle tante cose che accomunano russi e ucraini e approfittare, così, di quei fatti nuovi che non sfuggono ai due contendenti e portarli, così, a non farsi più reciprocamente male. La Nato continua a rispondere negativamente alle insistenze con cui Zelensky chiede l’organizzazione di una “no fly zone”, mentre Putin sembra progressivamente perdere il sostegno della Cina che potrebbe arrivare a lasciarlo con il cerino acceso tra le mani.

Giancarlo Infante