Il rimpianto di aver detto “no” alle olimpiadi di Roma 2024? – di Giuseppe Careri

Il rimpianto di aver detto “no” alle olimpiadi di Roma 2024? – di Giuseppe Careri

Grazie alle immagini televisive delle Olimpiadi 2020 di Tokyo, gli sportivi italiani hanno potuto assistere alle gare dei nostri atleti, anche in orari notturni, e gioire per le numerose vittorie degli azzurri in molteplici discipline.

La regina dello sport rimane quella della finale dei 100 metri piani vinta dall’italiano Marcell Jacobs e poi la staffetta 4X100 conquistata sul filo di lana dall’Italia che batte la rivale inglese per un solo centesimo di secondo.

Dopo la finale europea vinta ai rigori con l’Inghilterra, lo sport italiano si risveglia portando a casa, fino a questo momento, 40 medaglie di cui 10 d’oro, 10 d’argento e 20 medaglie di bronzo, in attesa dell’ultima gara di ginnastica artistica di stanotte.

La vittoria, in una gara Olimpica, è il sogno accarezzato da ogni atleta, un premio a tutti coloro che dopo anni di sacrifici, attese, infortuni, speranze, hanno avuto la possibilità di partecipare alle gare, e magari vincere, in una competizione olimpionica ambita da ogni sportivo di tutto il mondo..

Oggi, dopo 16 giorni di gare, ci sarà la cerimonia di chiusura di questa XXXII Olimpiade di Tokyo 2020 e ci darà l’appuntamento a Parigi nel 2024.

Già Parigi, la bella città francese con la sua Torre Eiffel, L’arco di Trionfo, l’Operà, e tanti altri monumenti celebri, ospiterà la prossima Olimpiade, quella che avremmo potuto ospitare a Roma, e alla quale abbiamo dovuto rinunciare per la decisione, a dir poco velleitaria, dei 5 Stelle, di chi in quel momento aveva potere decisionale per imporlo. Dopo le prestigiose medaglie conquistate a questa Olimpiade giapponese, viene dunque il rammarico per aver rinunciato a suo tempo a far svolgere le Olimpiadi a Roma nel 2024 per volere di un’amministrazione, quella del Movimento 5 Stelle, eletta al Comune di Roma, che si oppose senza appello ai Giochi Olimpici di Roma.

Un passo indietro di cinque anni. E’ il 19 Giugno 2016. Nel ballottaggio delle elezioni comunali viene eletta Sindaco di Roma Virginia Raggi con il 67% dei voti del Movimento 5 stelle. Secondo Roberto Giachetti del Centrosinistra con il 33%. Subito dopo le elezioni amministrative vinte dal Movimento 5 Stelle, in una conferenza stampa trasmessa in streaming anche sul Blog di Grillo, la Sindaca di Roma Virginia Raggi dichiara: “Non abbiamo nulla contro le Olimpiadi e contro lo sport ma non vogliamo che lo sport venga usato come pretesto per una nuova colata di cemento in città. Diciamo no alle Olimpiadi del mattone”.

Inutili furono i tentativi del Presidente del Coni Giovanni Malagò di far recedere la Raggi dalla decisione presa e poi ratificata dal Consiglio Comunale.

Dunque, niente Giochi Olimpici a Roma nel 2024. Ci rimane il ricordo fantastico di quelle svoltosi a Roma nel lontano 1960. Un’atmosfera elettrizzante attraversò la città lungo il Tevere, il Colosseo, le piazze, i colori, le meraviglie della città eterna, della grande bellezza. Memorabile fu l’arrivo della maratona di 42 Km dell’etiope Abebe Bikila che taglia il traguardo a piedi nudi sotto l’Arco di Costantino illuminato a giorno dai riflettori.

E poi i 200 metri piani vinti da Livio Berruti in un crescendo impressionante, 20.5 il suo tempo; eguaglia così il record mondiale per due volte di seguito. Ma una delle stella dell’Olimpiade di Roma del 1960 fu Wilma Rudolph, una giovane afro americana, ventesima di 22 figli, come racconta Treccani, che vinse i 100 metri, i 200 e la staffetta 4X100, eguagliando i record mondiali precedenti. Commosse il mondo intero sapere che Wilma Rudolph da bambina ebbe la poliomelite che non le impedì di gareggiare in una olimpiade.

Per i Giochi Olimpici di Roma furono chiamati i migliori progettisti, fra questi l’Ingegnere Pier Luigi Nervi chiamato a sovrintendere ai molti lavori. Tra le nuove opere si realizzarono il velodromo, per 20.000 spettatori, il Palazzetto dello Sport, per le gare di basket e il villaggio olimpico, a distanza dal complesso del Foro Italico e a pochi passi dal Palazzetto dello Sport.

Con la cerimonia di oggi si chiude dunque la XXXII edizione dei Giochi Olimpici di Tokyo. Rimangono i ricordi dei nostri atleti, di tutti quelli che hanno vinto una medaglia, ma anche di chi ha partecipato con passione alle gare. Porteremo con noi l’immagine dei giganti della 4X100 sul podio più alto che cantano l’inno italiano e piangono. E poi l’abbraccio commovente tra Jacobs e Giancarlo Tamberi dopo le loro vittorie sui 100 metri e nel salto in alto. E il sorriso coinvolgente di Antonella Palmisano, 30 anni, nella marcia femminile di 20 km. Stesso risultato raggiunto poi da Massimo Stano nella marcia dei 20 chilometri maschili. Infine Luigi Busà oro in Karateka nella categoria 75 Kg.

Dunque 40 medaglie conquistate che superano quelle di Los Angeles del 1932 e quelle dell’olimpiade di Roma del 1960. l’Italia nella velocità ha conquistato lo stesso numero di oro degli Stati Uniti.  Atleti azzurri che hanno affascinato e commosso gli sportivi italiani, ma anche il mondo dei media come il Washington Post che identifica i quattro velocisti italiani come la Ferrari. Oggi cerimonia di chiusura con Jacobs in prima fila.

Si ritorna a casa con l’immagine di una grande Italia. Con atleti che ci hanno fatto emozionare, spesso anche piangere per la gioia di una vittoria sofferta. Peccato non poter replicare a Roma nel 2024. Ma non importa, replicheremo a Parigi!

Giuseppe Careri