Bologna: i sanpietrini della memoria – di Giuseppe Careri

Bologna: i sanpietrini della memoria – di Giuseppe Careri

Per ricordare le vittime della strage della stazione di Bologna il Comune e l’Associazione dei familiari delle vittime ha deciso la posa dei “sanpietrini della memoria” lungo il percorso dal Nettuno fino a Piazzale delle Medaglie d’oro.

E’ il lontano 2 agosto 1980. L’orologio della stazione ferroviaria di Bologna segna le 10.25. Un boato spaventoso fa crollare un’ala della stazione dove c’è il ristorante. La bomba fascista uccide 85 persone innocenti e provoca oltre 200 feriti. Subito dopo lo tremenda deflagrazione, c’è un silenzio assurdo e irreale, raccontano i superstiti, seguito subito dopo da urla strazianti di richiesta di aiuto dei tanti sommersi dalle macerie.

Grazie ai soccorsi dei vigili del fuoco, delle forze dell’ordine, di volontari che scavano attraverso le macerie, il fumo, l’odore agro dello scoppio, si riescono a salvare diversi feriti. Persino il famoso pullman comunale 37 si affianca alle ambulanze e trasporta morti e feriti nei pronti soccorso e negli ospedali. E’ il più grave attentato sanguinario a partire dal dopoguerra che ha sconvolto la città di Bologna e di tutta Italia.

L’attentato neofascista fa parte della strategia della tensione che ha insanguinato il nostro paese a partire dagli anni 70, dalla bomba del 12 dicembre 1969 alla Banca dell’Agricoltura di Milano, alla strage di Piazza della Loggia a Brescia nel maggio del 1974, seguito poi dall’attentato terroristico sul treno Italicus a San Benedetto Val di Sambro che transitava in quel momento sotto una galleria. Attentati dell’estremismo di destra che non sempre hanno portato in carcere gli autori e i mandanti di stragi compiute nei confronti di persone innocenti.

La commemorazione organizzata dal Comune di Bologna e dall’Associazione dei familiari delle vittime ha voluto ricordare la strage, chiedere giustizia, scoprire i mandanti dopo le condanne comminate agli autori materiali della strage. Mancano ancora gli uomini occulti, i mandanti, anche se per la Procura Generale a finanziare la strage della stazione di Bologna sarebbe stata la Loggia P2 di Licio Gelli.

Da quel lontano 1980 sono trascorsi ben 14 anni prima che si arrivasse al processo contro gli autori materiali della strage. Infatti solo nel 1995 si è arrivati alla sentenza definitiva della Cassazione a sezioni unite; condanna all’ergastolo per gli autori materiali Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesco Mambro.

In un altro processo, con giudici diversi, viene condannato all’ergastolo Luigi Ciavardini, un giovane neofascista di soli 17 anni entrato nella “banda” Fioravanti.

La quarta condanna, in primo grado, arriva soltanto nel 2020 quando i giudici condannano Gilberto Cavallini, aderente ai nuclei armati rivoluzionari. Infine ci sarà un ulteriore processo a Paolo Bellini, un neofascista che era scampato negli anni ‘80 alla giustizia per la testimonianza della moglie che testimoniò il falso dichiarando che il marito era partito per Rimini prima ancora della strage della stazione. Tesi modificata recentemente dopo averlo riconosciuto in una foto scattata il giorno della strage da un turista tedesco dove riconosce il marito nei pressi della stazione al momento dello scoppio.

Dopo 41 anni dalla strage di Bologna il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato una delibera che “dispone la declassifica e la trascrizione all’archivio dello stato della documentazione conservata negli archivi degli organismi di intelligence riguardante Gladio e la Loggia Massonica P2”.

La delibera di Mario Draghi si allinea alla necessità di fare piena luce su stragi dove manca ancora il nome degli uomini occulti. Il Presidente della Repubblica Mattarella nel giorno della ricorrenza della strage infatti dichiara: “Non tutte le ombre sono state dissipate e forte è l’impegno di ricerca di una completa verità”.

Il 2 agosto, dopo 41 anni dalla strage dove morirono 85 persone e oltre 200 feriti, il Comune di Bologna e l’Associazione Parenti delle vittime hanno commemorato le vittime sfilando per le vie della città tra due ali di folla commossa. Molti i superstiti che ricordano il dramma di quel momento incancellabile. Per ricordare i morti e i feriti, il Comune di Bologna ha poi predisposte delle semplici iniziative per non dimenticare coloro che non ci sono più.

La facciata del Liceo Manin ospita l’opera dell’artista Gianluca Cresciani “Per non dimenticare” con due persone a grandezza naturale tipo Street art di Banksy. Un altro murale sulla strage del 2 Agosto è stato realizzato nel sottopasso del triunvirato dal writer Emanuele Zucchini.

Infine la posa di 85 piastrelle d’oro, quanti sono i morti della strage, in un percorso rievocativo che attraversa le vie principali della città per non dimenticare; non dimenticano i familiari delle vittime, loro non possono, ne vogliono, dimenticare fino a quando non sia fatta piena luce anche sui mandanti della strage fascista della Stazione di Bologna.

Giuseppe Careri