Quando un gatto fa bene al cuore – di Cassandra M. Verticchio

Quando un gatto fa bene al cuore – di Cassandra M. Verticchio

L’ossitocina è l’ormone così detto della felicità o dell’amore e incide sul buon umore riuscendo anche a combattere stress e ansia con un’azione positiva sulla frequenza cardiaca e pressione arteriosa.

Accarezzare un gatto e ascoltare il suono prodotto dalle sue fusa, stimola proprio la produzione di questo ormone e le vibrazioni prodotte hanno un effetto vasodilatatore.

Una ricerca pubblicata sull’American Journal of Cardiology, ha dimostrato che una persona che vive a contatto con un gatto ha generalmente un tasso di sopravvivenza superiore di chi, invece, non possiede un felino.

Numerosi studi sono stati effettuati anche su pazienti malati di Alzheimer e AIDS per capire quanto la vicinanza con l’animale, impedisse o limitasse la caduta in stati depressivi.

Si può anche citare la probabilità d’incontrare meno problemi di salute e allergie anche nei più piccoli, grazie a un rafforzamento del sistema immunitario se a contatto, soprattutto nei primi anni di vita, con un gatto.

Secondo l’American Geriatric Society il doversi prendere cura di questo animale, nelle persone anziane, stimolerebbe un senso di responsabilità maggiore e uno stimolo a portare a termine le piccole attività quotidiane.

La maggiore diffidenza di questo animale rispetto ad altri poi, induce un autocontrollo maggiore nel padrone. L’intelligenza, l’indipendenza e la possibilità di poterlo lasciare solo, spesso facendo anche affidamento sulla sua capacità di razionarsi il cibo, trasmettono poi al padrone una tranquillità maggiore anche a livello pratico e organizzativo.

In seguito a tutti questi studi nel 2018 la Fondazione Iseni e il Centro Cuore Malpensa ha avviato una campagna per promuovere l’adozione di un felino ai pazienti con problemi cardiaci.

“Per questa ragione abbiamo deciso di avviare, attraverso la Fondazione Iseni, dei protocolli di intesa con alcuni gattili del territorio, cioè rifugi gestiti da volontari dove vengono portati i gatti abbandonati. Grazie a questi protocolli proporremo a chi soffre di patologie cardiovascolari l’adozione di un cucciolo di gatto – spiega Fabrizio Iseni, Presidente della Fondazione Iseni – stimolando quindi le adozioni. I cardiologi del nostro Centro dal primo ottobre avvieranno questa campagna di informazione fra i propri pazienti, illustrando loro i benefici con dati scientifici alla mano. Una soluzione che coglie dunque un doppio risultato fondamentale: primo, ovviamente, prolunga la vita ai malati, secondo dà una casa ai gatti abbandonati, che avranno così una famiglia e ripagheranno tutto l’affetto che ricevono regalando anni di vita di chi se ne prende cura”.

Proprio per i tanti benefici ormai appurati che derivano dalla vicinanza con i felini, dopo Sydney, New York e Londra è sbarcato ora anche in Italia lo yoga con i gatti o cat yoga.

Questa combinazione nasce dalla constatazione che i mici assumono naturalmente posture yogiche e questa “variante” dello yoga consiste nel praticare gli asana in loro compagnia e al termine di poter rimanere a coccolarli per un po’.

 Si è visto dunque che i praticanti durante una sessione di yoga traggono benefici derivanti proprio dalla presenza e dall’interazione con gli amici animali provando effetti benefici sull’umore.

I centri offrono anche la possibilità, alle persone che seguono i vari incontri, di adottare uno o più gatti. Avendo interagito e conosciuto gli animali durante le lezioni, si potrebbero così avere meno dubbi verso l’adozione e al contrario già un legame con i futuri compagni di vita.

 Cassandra M. Verticchio